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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 14 aprile 2015, n. 15236. In tema di reati tributari, non è sufficiente ad integrare il reato di indebita compensazione, previsto dall’art. 10 quater, d.lgs. n. 74 del 2000, un mancato versamento ma occorre che lo stesso risulti, a monte, formalmente “giustificato” da una operata compensazione tra le somme dovute all’Erario e crediti verso il contribuente, in realtà non spettanti od inesistenti

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 14 aprile 2015, n. 15236 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TERESI Alfredo – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – rel. Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 9 aprile 2015, n. 14576. Pur a seguito delle modifiche dal D.L. n. 92 del 2014, poi convertito con modificazioni dalla L. n. 117 del 2014, nel caso di impossibilità di mantenimento della misura di massimo rigore, il giudice deve verificare la praticabilità di diverse e più attenuate forme di restrizione nel perdurare di esigenze cautelari già ravvisate

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 9 aprile 2015, n. 14576 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. OLDI Paolo – Presidente Dott. LAPALORCIA Grazia – Consigliere Dott. MICCOLI Grazia – Consigliere Dott. MICHELI Pao – rel. Consigliere Dott. DEMARCHI...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 13 aprile 2015, n. 14960. Nessuna scriminante per l’extracomunitario che maltratti (fino alla violenza sessuale) la moglie, e neghi le risorse per il sostentamento dei figli, invocando l’esimente putativa dell’esercizio di un diritto, in quanto tali condotte sarebbero ammesse nel proprio paese improntato ad una diversa cultura

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 13 aprile 2015, n. 14960 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio Felice – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 9 aprile 2015, n. 14538. Il decreto con il quale si riconosce la restituzione del termine per impugnare ha tutte le caratteristiche dell’atto abnorme, sia sotto il profilo dell’abnormità strutturale che funzionale

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 9 aprile 2015, n. 14538 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente Dott. CITTERIO Carlo – Consigliere Dott. PETRUZZELLIS Anna – rel. Consigliere Dott. CAPOZZI Angelo – Consigliere Dott. BASSI...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 10 aprile 2015, n. 14843. Il giudizio sulla revoca è sì rimesso alla discrezionalità del tribunale di sorveglianza, ma lo stesso è tenuto a giustificare l’uso del potere affidatogli, non essendo ammesso alcun automatismo, spiegando le ragioni per le quali le violazioni di legge o di prescrizioni possano considerarsi indici dell’allontanamento dalle finalità dell’istituto

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 10 aprile 2015, n. 14843 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GIORDANO Umberto – Presidente Dott. NOVIK Adet Toni – Consigliere Dott. TARDIO Angela – Consigliere Dott. BONITO F. Maria S. – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 13 aprile 2015, n. 14951. La condotta di chiunque realizzi interventi su beni vincolati senza la prescritta autorizzazione o comunicazione preventiva configura una concreta offesa dell’interesse amministrativo tutelato, senza che l’accertamento postumo di compatibilità col vincolo culturale o l’autorizzazione in sanatoria rilasciata dalla autorità preposta possa valere a estinguere il reato o a escluderne la punibilità

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 13 aprile 2015, n. 14951 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. FRANCO Amedeo – Consigliere Dott. MULLIRI Guicla – Consigliere Dott. ACETO Aldo – rel. Consigliere Dott. ANDRONIO...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 13 marzo 2015, n. 10719. Il legislatore, nel reintrodurre la sanzione penale di cui al Decreto Legislativo n. 74 del 2000, articolo 10 bis con la Legge n. 311 del 2004, ha esplicitato in modo assolutamente chiaro che la sanzione penale trova applicazione soltanto sulle ritenute effettivamente operate sulle retribuzioni corrisposte ai dipendenti. Di qui il riferimento alle “certificazioni rilasciate ai sostituiti” in luogo della piu’ generica formula contenuta nel Decreto Legge n. 429 del 1982, articolo 2 conv. dalla Legge n. 516 del 1982 (“le ritenute effettivamente operate, a titolo di acconto o di imposta, sulle somme pagate …”). Se dunque la norma di cui al Decreto Legislativo n. 74 del 2000, articolo 10 bis si propone di sanzionare l’omesso versamento, nel termine previsto, delle ritenute operate dal datore di lavoro, quale sostituto di imposta, sulle retribuzioni effettivamente corrisposte ai sostituiti, non vi e’ ragione per ritenere che la prova di cio’ debba ricavarsi solo dalle “certificazioni” senza possibilita’ di ricorrere ad “equipollenti.

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 13 marzo 2015, n. 10719 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. GRILLO Renato – Consigliere Dott. AMORESANO Silvio – rel. Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – Consigliere Dott. ACETO...

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Consiglio di Stato, adunanza plenaria, sentenza 27 aprile 2015, n. 5. Nel giudizio impugnatorio di legittimità in primo grado, l’unicità o pluralità di domande proposte dalle parti, mediante ricorso principale motivi aggiunti o ricorso incidentale, si determina esclusivamente in funzione della richiesta di annullamento di uno o più provvedimenti autonomamente lesivi. Nel giudizio impugnatorio di legittimità in primo grado, la parte può graduare, esplicitamente e in modo vincolante per il giudice, i motivi e le domande di annullamento, ad eccezione dei casi in cui, ex art. 34, co. 2, c.p.a., il vizio si traduca nel mancato esercizio di poteri da parte dell’autorità per legge competente. Nel giudizio impugnatorio di legittimità in primo grado, non vale a graduare i motivi di ricorso o le domande di annullamento il mero ordine di prospettazione degli stessi. Nel giudizio impugnatorio di legittimità in primo grado, in mancanza di rituale graduazione dei motivi e delle domande di annullamento, il giudice amministrativo, in base al principio dispositivo e di corrispondenza fra chiesto e pronunciato, è obbligato ad esaminarli tutti, salvo che non ricorrano i presupposti per disporne l’assorbimento nei casi ascrivibili a tre tipologie: assorbimento per legge, per pregiudizialità necessaria e per ragioni di economia.

CONSIGLIO DI STATO ADUNANZA PLENARIA SENTENZA 27 aprile 2015, n. 5 SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 29 di A.P. del 2014, proposto dalla società Postest s.a.s. di Sottile Cervini Gianantonio & C., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dagli avvocati Massimo Carlin e Federica Scafarelli, con domicilio eletto presso...