Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 3 ottobre 2014 n. 23328 Fatto e diritto Ritenuto quanto segue: A.G. ha proposto istanza di regolamento di competenza avverso la sentenza del tribunale di Napoli emessa ex art. 281 sexies c.p.c. in data 5.11.2013, con la quale è stato rigettato l’appello proposto avverso la sentenza in data...
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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 31 ottobre 2014, n. 23149. In tema di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore, per le scadenze successive al pagamento del primo premio (o della relativa prima rata) di cui all'articolo 1901, secondo comma, cod. civ., l'effetto sospensivo dell'assicurazione per l'ipotesi di pagamento effettuato dopo il quindicesimo giorno dalla scadenza della rata precedente cessa a partire dalle ore 24.00 della data del pagamento, e non comporta l'immediata riattivazione del rapporto assicurativo dal momento in cui il pagamento è stato effettuato, trovando applicazione analogica la disposizione del primo comma del medesimo articolo – dettata per l'ipotesi del mancato pagamento del primo premio o della prima rata, e secondo cui l'assicurazione resta sospesa fino alle ore ventiquattro del giorno in cui il contraente paga quanto è da lui dovuto. Ne consegue che ove il premio successivo al primo sia stato pagato dopo la scadenza del periodo di tolleranza di giorni quindici di cui all'articolo 1901 cod. civ. (espressamente richiamato nell'articolo 7 della legge 24 dicembre 1969 n.990), per il sinistro verificatosi il giorno stesso del pagamento la garanzia assicurativa non è operante
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 31 ottobre 2014, n. 23149 Svolgimento del processo Il 25.1.2002, si verificava -in Gela- un sinistro stradale che vedeva coinvolti l’autovettura Fiat Uno -di proprietà di C.P.- condotta da C.F. ed un ciclomotore -di proprietà di B.C.- condotto da B.V.. Quest’ultimo adiva il Tribunale di Gela per ottenere...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 7 novembre 2014, n. 23778. Il grado di invalidità permanente espresso da un baréme medico legale individua la misura in cui il pregiudizio alla salute incide su tutti gli aspetti della vita quotidiana della vittima. Pertanto, una volta liquidato il danno biologico convertendo in denaro il grado di invalidità permanente, una liquidazione separata del danno estetico, alla vita di relazione, alla vita sessuale, è possibile soltanto in presenza di circostanze specifiche ed eccezionali, le quali rendano il danno concreto più grave, sotto gli aspetti indicati, rispetto alle conseguenze ordinariamente derivanti dai pregiudizi dello stesso grado sofferti da persone della stessa età. Tali circostanze debbono essere tempestivamente allegate dal danneggiato, ed analiticamente indicate nella motivazione, senza rifugiarsi in formule di stile o stereotipe del tipo "tenuto conto della gravità delle lesioni
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III CIVILE SENTENZA 7 novembre 2014, n. 23778 RITENUTO IN FATTO Il (omissis) , a (omissis) , si verificò un sinistro stradale che coinvolse tre autovetture: – una Renault, condotta da B.F. ; – una Regata, condotta da N.A. , di proprietà di M.A. ed assicurata contro i rischi...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 3 novembre 2014, n. 23371. Ai fini della configurabilità del legato in sostituzione di legittima, occorre che risulti l'intenzione del testatore di soddisfare il legittimario con l'attribuzione di beni determinati senza chiamarlo all'eredità; tale intenzione non richiede formule sacramentali, ma può desumersi dal complessivo contenuto dell'atto, in forza di un apprezzamento compiuto dal giudice di merito, insindacabile in sede di legittimità se correttamente motivato
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 3 novembre 2014, n. 23371 Svolgimento del processo Con atto di citazione del 5-5-2004 P.G. conveniva in giudizio dinanzi al Tribunale di Agrigento i figli N.M. , Nu.Ma. ed N.A. esponendo: – con atto ricevuto il 10-3-2000 dal notaio Comparato di Agrigento Nu.Ar. (deceduto nell’agosto di quell’anno), coniuge...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 24 ottobre 2014, n. 22628. In tema di IRAP, l'attività prestata dal collaboratore nell'impresa familiare, remunerata con cospicui compensi di poco inferiori a quelli integranti il reddito del titolare, è potenzialmente idonea a determinare l'ampliamento delle capacità personali di quest'ultimo e, quindi, a contribuire alla sussistenza del requisito dell'autonoma organizzazione quale presupposto impositivo del tributo
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 24 ottobre 2014, n. 22628 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE T Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BOGNANNI Salvatore – Presidente Dott. IACOBELLIS Marcello – Consigliere Dott. CARACCIOLO Giuseppe – Consigliere Dott. COSENTINO Antonello – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 21 ottobre 2014, n. 43836. La mera sollecitazione all'uso dei DPI da parte del direttore tecnico capocantiere non è di per sé fonte di una colpa per assunzione, non essendo tale comportamento di per sé solo sufficiente ad integrare quell'ingerenza che la giurisprudenza di legittimità riconosce poter essere fonte di obblighi prevenzionistici, ossia quella che segnala l'assunzione di poteri decisionali, ai quali sempre si associano le connesse responsabilità
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 21 ottobre 2014, n. 43836 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Presidente Dott. CIAMPI Francesco Mari – Consigliere Dott. ESPOSITO Lucia – Consigliere Dott. DOVERE Salvatore – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 21 ottobre 2014, n. 43807. I verbali degli ispettori del lavoro non costituiscono mera informativa di reato, ai sensi dell'art. 347 c.p.p., poiché contengono l'accertamento o la descrizione di una situazione di fatto suscettibile di modifica nel tempo, per effetto di comportamenti umani o di eventi naturali. Essi vanno, pertanto, annoverati tra gli atti non ripetibili compiuti dalla polizia giudiziaria, ai sensi dell'art. 431, lett. b) c.p.p.; come tali, vanno inseriti nel fascicolo per il dibattimento e ne va data lettura a richiesta di parte o su iniziativa del giudice, essendo utilizzabili come fonti di prova
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 21 ottobre 2014, n. 43807 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio – Presidente Dott. ORILIA Lorenzo – rel. Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. GAZZARA Santi – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 20 ottobre 2014, n. 43594. Opposizione contro la revoca del gratuito patrocinio: l'Ufficio finanziario è parte necessaria Parte attiva e necessaria del procedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato è l'Ufficio finanziario, essendogli demandato il riscontro del requisito di reddito per la concessione del beneficio medesimo ed essendogli attribuito il potere di chiederne la revoca, ai sensi dell'art. 112, D.P.R. n. 115/2002, derivando da tali peculiari attribuzioni il ruolo di parte nel procedimento di opposizione al diniego o alla revoca del beneficio
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 20 ottobre 2014, n. 43594 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROMIS Vincenzo – Presidente Dott. MARINELLI Felicetta – Consigliere Dott. BLAIOTTA Rocco Marco – Consigliere Dott. DOVERE Salvatore – Consigliere Dott. SERRAO...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 5 novembre 2014, n. 45844. L’omissione di ricovero, legata ad una situazione di indifferibilità, in cui l’urgenza sia effettiva e reale, per il pericolo di conseguenze dannose alla salute della persona, pericolo da valutare in base alle indicazioni fornite dall’esperienza medica, tenendo conto delle peculiari caratteristiche e delle specificità del caso concreto, integra il reato di rifiuto di atti d’ufficio
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 5 novembre 2014, n. 45844 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 28 ottobre 2013 la Corte d’appello di Reggio Calabria ha confermato la sentenza emessa dal Tribunale di Reggio Calabria in data 15 giugno 2011, che dichiarava G.B.F.M. colpevole del reato di cui all’art. 328, comma 1,...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 5 novembre 2014, n. 23522. Il decreto di liquidazione del compenso al c.t.u., nella parte in cui pone il medesimo a carico di entrambe le parti o di una di loro ed interviene nei rapporti tra l'ausiliario ed una o tutte le parti in causa, non può affatto dirsi implicitamente assorbito dalla regolamentazione delle spese di lite operata ai sensi dell'art. 91 cod. proc. civ., che regola il diverso rapporto tra vincitore e soccombente, sicché si ha la seguente alternativa: o quest'ultima interviene ex novo sulla liquidazione, eventualmente modificando il provvedimento originario con la previsione di un obbligo di anticipazione a carico di una soltanto delle parti, ma allora deve farlo in modo soltanto espresso; oppure nulla pronuncia al riguardo ed allora conserva validità ed efficacia, nei confronti di tutte le parti, il provvedimento originario anche nella parte in cui esso ha posto il pagamento del compenso a carico di costoro senza differenziarle
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 5 novembre 2014, n. 23522 Svolgimento del processo I. – È stata depositata in cancelleria relazione, resa ai sensi dell’art. 380-bis cod. proc. civ. e datata 19.2.14, regolarmente notificata ai difensori delle parti, relativa al ricorso avverso la sentenza del tribunale di Lecce – sez. dist. di Nardò,...