Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 9 febbraio 2015, n. 5725 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ESPOSITO Antonio – Presidente Dott. CAMMINO Matilde – Consigliere Dott. DAVIGO Piercamillo – Consigliere Dott. RAGO Geppino – Consigliere Dott. ALMA Marco...
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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 13 febbraio 2015, n. 6483. Nell'individuazione dei reati rispetto ai quali è applicabile l'istituto della sospensione del procedimento con messa alla prova (cosiddetta probation) di cui all'articolo 168-bis del Cp avendo riguardo al mero riferimento edittale («reati puniti … con la pena edittale detentiva non superiore al massimo a quattro anni, sola, congiunta o alternativa alla pena pecuniaria …»), deve considerarsi unicamente la pena massima prevista per ciascuna ipotesi di reato, prescindendo dal rilievo che nel caso concreto potrebbe assumere la presenza della contestazione di una circostanza aggravante, comprese quelle a effetto speciale
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 13 febbraio 2015, n. 6483 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente Dott. LANZA Luigi – Consigliere Dott. FIDELBO Giorgio – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierlui – Consigliere Dott. PATERNO’ RADDUSA...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 16 febbraio 2015, n. 6505. L’applicazione del braccialetto elettronico non può essere considerato una misura coercitiva ulteriore rispetto a quelle previste dal codice di procedura penale, ma rientra tra le ordinarie modalità di controllo degli arresti domiciliari, per cui il giudice non ha alcun obbligo aggiuntivo di spiegare perché questa misura cautelare non va bene neppure con il braccialetto. Nel caso di specie, la Cassazione ha respinto il ricorso di un uomo indagato per rapina, cui era stata applicata la misura cautelare in carcere, che riteneva non adeguatamente motivato il rifiuto alla cautela domiciliare con il controllo del braccialetto elettronico
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 16 febbraio 2015, n. 6505 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GALLO Domenico – Presidente Dott. MACCHIA Alberto – Consigliere Dott. CERVADORO Mirella – Consigliere Dott. RECCHIONE Sandra – rel. Consigliere Dott. DI...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 17 febbraio 2015, n. 6823. L’accertamento presuntivo ammesso in sede tributaria non può trovare ingresso in sede penale in quanto il giudice è tenuto a verificare la sussistenza della violazione a mezzo di specifiche indagini che possano fare luce sulla fondatezza o meno della tesi accusatoria. Non sono sufficienti perciò presunzioni o criteri di valutazioni validi ai fini fiscali. La Cassazione con questa affermazione ha accolto il ricorso di un imprenditore condannato in primo e in secondo grado per il delitto di omessa presentazione della dichiarazione che lamentava il fatto che l’imposta evasa era stata quantificata presuntivamente in base all’accertamento tributario, con la conseguenza che il giudice penale aveva omesso di accertare il superamento della soglia di punibilità
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 17 febbraio 2015, n. 6823 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. SAVINO Mariapia Gaetan – Consigliere Dott. GAZZARA Santi – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 24 febbraio 2015, n. 3716. L’apprezzamento in ordine alla eccessività dell’importo fissato con la clausola penale dalle parti contraenti, per il caso di inadempimento o di ritardato adempimento, nonché in ordine alla misura della riduzione equitativa dell’importo medesimo, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, il cui esercizio è incensurabile in sede di legittimità, se fondato, a norma dell’art. 1384 cod. civ., sulla valutazione dell’effettivo interesse del creditore all’adempimento e sulla concreta situazione contrattuale, indipendentemente da una rigida ed esclusiva correlazione con l’entità del danno subito. In particolare, poi, ai fini dell’esercizio del potere di riduzione della penale, è da escludersi che il giudice debba valutare l’interesse del creditore con esclusivo riguardo al momento della stipulazione della clausola – come, prima facie, sembrerebbe indicare l’art. 1384 cit. – sostenendosi, per contro, che tale interesse deve essere vagliato anche con riguardo al momento in cui la prestazione è stata tardivamente eseguita o è rimasta definitivamente ineseguita, poiché anche nella fase attuativa del rapporto trovano applicazione i principi di solidarietà, correttezza e buona fede, di cui agli artt. 2 Cost., e 1175 e 1375 cod. civ., conformativi dell’istituto della riduzione equitativa. La lettera dell’art. 1384 cod. civ. – impiegando il verbo "avere" all’imperfetto–ha inteso riferirsi soltanto all’identificazione dell’interesse del creditore, senza impedire che la valutazione di manifesta eccessività della penale tenga conto delle circostanze manifestatesi durante lo svolgimento del rapporto
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 24 febbraio 2015, n. 3716 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 3 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FINOCCHIARO Mario – Presidente Dott. AMENDOLA Adelaide – rel. Consigliere Dott. FRASCA Raffaele – Consigliere Dott. DE STEFANO Franco –...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 24 febbraio 2015, n. 3688. Poiché la domanda di ripristino della prestazione, al pari di quelle concernenti il diritto ad ottenere per la prima volta prestazioni negate in sede amministrativa, non dà luogo ad un'impugnativa del provvedimento amministrativo di revoca, ma riguarda il diritto del cittadino ad ottenere la tutela che la legge gli accorda, il giudice deve accertare anche d'ufficio se sussista o meno il diritto alla prestazione, verificandone le condizioni di esistenza alla stregua dei requisiti richiesti dalla legge, avuto riguardo alla legislazione vigente al momento della nuova domanda, trattandosi del riconoscimento di un nuovo diritto del tutto diverso, ancorché identico nel contenuto, da quello estinto per revoca
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 24 febbraio 2015, n. 3688 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. COLETTI DE CESARE Gabriella – Presidente Dott. DE RENZIS Alessandro – Consigliere Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. MANNA Antonio – rel. Consigliere...
In tema di liquidazione del danno non patrimoniale, qualunque sia il sistema di quantificazione prescelto, è fondamentale che esso si prospetti idoneo a consentire di pervenire ad una valutazione informata ad equità
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 24 febbraio 2015, n. 3592. In tema di liquidazione del danno non patrimoniale, qualunque sia il sistema di quantificazione prescelto, è fondamentale che esso si prospetti idoneo a consentire di pervenire ad una valutazione informata ad equità, e che il giudice dia adeguatamente conto in motivazione del processo logico...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 24 febbraio 2015, n. 3589. Nell'accertamento della responsabilità per danni da insidia, l'omessa custodia va contestata sin dall'inizio del procedimento a pena di inammissibilità. Nell'individuazione a ritroso del nesso causale nella diversa responsabilità per colpa, invece, si devono seguire criteri rigorosi senza cadere in paralogismi
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 24 febbraio 2015, n. 3589 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SEGRETO Antonio – Presidente Dott. PETTI Giovani Battista – Consigliere Dott. SPIRITO Angelo – Consigliere Dott. TRAVAGLINO Giacomo – Consigliere Dott. ROSSETTI...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 24 febbraio 2015, n. 3588. L'art. 2722 cod. civ. vieta di provare per testi i patti aggiunti ad un contratto, ma non già ad un atto unilaterale quale è l'assegno bancario
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 24 febbraio 2015, n. 3588 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SEGRETO Antonio – Presidente Dott. PETTI Giovanni B. – Consigliere Dott. SPIRITO Angelo – Consigliere Dott. TRAVAGLINO Giacomo – Consigliere Dott. ROSSETTI...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 23 febbraio 2015, n. 7961. Qualificata come nullità a regime intermedio l'omesso avviso della facoltà dell'indagato di farsi assistere da un difensore di fiducia per il compimento dell'alcoltest. È applicabile a tale ipotesi di nullità la disciplina dell'art. 182, 2° co., c.p.p., ma "parte" non può considerarsi l'indagato o l'imputato, bensì solo il difensore (o il pubblico ministero)
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 23 febbraio 2015, n. 7961 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Presidente Dott. ZOSO Liana Maria T. – Consigliere Dott. GRASSO Giuseppe – Consigliere Dott. IANNELLO Emilio – rel....