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Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 12 marzo 2015, n. 4949. Nelle somme corrisposte a titolo di Tfr per rapporti precedenti alla riforma Amato (Dlgs 124/1993) restano esclusi gli importi versati a titolo di contributi volontari o complementari

Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 12 marzo 2015, n. 4949 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Primo Presidente f.f. Dott. RORDORF Renato – Presidente Sezione Dott. DI AMATO Sergio – Consigliere Dott. BANDINI Gianfranco –...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 10 marzo 2015, n. 10124. Nell’ambito dello svolgimento di funzioni di tipo bancario, quale è la raccolta di risparmio, l’attività svolta da Poste Spa è di tipo privatistico, non diversamente da quella svolta dalle banche; ne consegue che l’appropriazione di somme di risparmiatori commessa con abuso del ruolo integra il reato di appropriazione indebita e non il reato di peculato

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 10 marzo 2015, n. 10124 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CONTI Giovanni – Presidente Dott. FIDELBO Giorgio – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi – rel. Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 11 marzo 2015, n. 10339. Il magistrato di sorveglianza non deve dichiarare, con provvedimento emesso de plano, l'inammissibilità del ricorso con cui si denunziano comportamenti lesivi di diritti del detenuto tutelabili giurisdizionalmente e si richieda il ristoro dei danni asseritamente subiti a causa del sovraffollamento carcerario, ma ha l'obbligo di decidere all'esito di fissazione dell'udienza in camera di consigli

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 11 marzo 2015, n. 10339 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CHIEFFI Severo – Presidente Dott. DI TOMASSI Maria Stefani – Consigliere Dott. CAVALLO Aldo – rel. Consigliere Dott. MAZZEI Antonella – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 24 marzo 2015, n. 5891. Nei giudizi di opposizione ad ordinanza-ingiunzione, introdotti nella vigenza dell'art. 23 della legge 24 novembre 1981, n. 689, come modificato dall'art. 26 del d.lgs. 2 febbraio 2006, n. 40, e quindi prima dell'entrata in vigore del d.lgs. 1° settembre 2011, n. 150, l'appello deve essere proposto nella forma della citazione e non già con ricorso, trovando applicazione, in assenza di una specifica previsione normativa per il giudizio di secondo grado, la disciplina ordinaria di cui agli artt. 339 e seguenti cod. proc. civ. L'appello avverso sentenze in materia di opposizione ad ordinanza-ingiunzione, pronunciate ai sensi dell'art. 23 della legge 24 novembre 1981, n. 689, in giudizi iniziati prima dell'entrata in vigore del d.lgs. 1° settembre 2011, n. 150, ove erroneamente introdotto con ricorso anziché con citazione, è suscettibile di sanatoria, a condizione che nel termine previsto dalla legge l'atto sia stato non solo depositato nella cancelleria del giudice, ma anche notificato alla controparte, non trovando applicazione il diverso principio, non suscettibile di applicazione al di fuori dello specifico ambito, affermato con riguardo alla sanatoria delle impugnazioni delle deliberazioni di assemblea di condominio spiegate mediante ricorso, e senza che sia possibile rimettere in termini l'appellante, non ricorrendo i presupposti della pregressa esistenza di un consolidato orientamento giurisprudenziale poi disatteso da un successivo pronunciamento.

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 24 marzo 2015, n. 5891 Ritenuto che con ricorso depositato il 29, agosto 2005 presso il Giudice di pace di Nocera Terinese, C. F. chiedeva l’annullamento dei verbali di contestazione n. 02326 e 21/2005; n. 224 e n. 19/05 e n. 225 e n. 20/05 emessi dal Corpo...

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Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 11 marzo 2015, n. 4870. Le indagini bancarie effettuate sul conto corrente del socio e in particolare su alcuni movimenti non giustificati possono far presumere che la società di appartenenza abbia agito in modo irregolare sul fronte fiscale

Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 11 marzo 2015, n. 4870 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PICCININNI Carlo – Presidente Dott. BIELLI Stefano – rel. Consigliere Dott. CIRILLO Ettore – Consigliere Dott. OLIVIERI Stefano – Consigliere Dott. VELLA Paola...