Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 3 settembre 2015, n. 17542 Ritenuto in fatto 1. Con atto di citazione notificato il 28.7.2010, A.J.T. proponeva opposizione avverso il decreto ingiuntivo n. 341/2010, emesso su istanza dell’ex marito T.U. dal presidente dei Tribunale di Tempio Pausania, e fondato sulle scritture private dei 20.12.2005 e del 14.9.2009,...
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Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 24 luglio 2015, n. 15635. Ai fini della deduzione, che sia specificamente dimostrata dal contribuente la certezza e la definitivita’ delle perdite su crediti; la deduzione delle perdite delle quali sia acclarata certezza e definitivita’, e’ cumulabile con le deduzioni ex articolo 71, comma 1, non per l’intero ammontare delle perdite, bensi’ nei limiti della parte eccedente l’importo complessivo delle deduzioni su svalutazioni e accantonamenti operate ex articolo 71, comma 1, dpr 917/86
Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 24 luglio 2015, n. 15635 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PICCININNI Carlo – Presidente Dott. BIELLI Stefano – Consigliere Dott. OLIVIERI Stefano – Consigliere Dott. MARULLI Marco – Consigliere Dott. PERRINO Angelina Maria...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 1 settembre 2015, n. 17422. Nel giudizio di opposizione avverso ordinanza-ingiunzione di pagamento di somma di denaro a titolo di sanzione amministrativa, disciplinato dagli artt. 22 e 23 della legge n. 689 del 1981, è strutturato, nelle sue linee generali, in conformità al modello del giudizio civile ordinario e risponde agli inerenti principi, in particolare della domanda, della corrispondenza tra chiesto e pronunciato e del divieto della pronunzia d’ufficio su eccezioni rimesse esclusivamente all’iniziativa di parte, nonché ai limiti della modificazione della “causa petendi’ , che, in tale giudizio, resta individuata sulla base dei motivi di opposizione. Ne consegue che il giudice, salve le ipotesi d’inesistenza, non ha il potere di rilevare ragioni di invalidità dei provvedimento opposto o del procedimento che l’ha preceduto non dedotte nell’atto di opposizione, nemmeno sotto il profilo della disapplicazione del provvedimento stesso, e che l’opponente … non può introdurre in corso di causa domande nuove. Né può dubitarsi che l’eventuale sussistenza dell’esimente della buona fede rispetto ad una sanzione amministrativa non costituisca un autonomo profilo di opposizione (che tra l’altro richiede anche uno specifico accertamento con relativo onere a carico di chi tale esimente invoca)
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 1 settembre 2015, n. 17422 Svolgimento del processo 1. Il ricorrente F. M. impugna la sentenza dei Tribunale di Palermo n. 3170/11, emessa ai sensi dell’art. 281 cod. proc. civ., che ha rigettato il suo appello avverso la sentenza del giudice di pace, che, a sua volta, aveva...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 27 luglio 2015, n. 15721. L’articolo 1588 (coordinato con l’articolo 1218) c.c., in base al quale il conduttore risponde della perdita e del deterioramento della cosa locata anche se derivante da incendio, qualora non provi che il fatto si sia verificato per causa a lui non imputabile, pone una presunzione di colpa a carico del conduttore, superabile con la dimostrazione che il conduttore abbia adempiuto agli obblighi di custodia a suo carico con la diligenza richiesta dal caso concreto, e che sia stata identificata in modo positivo la causa dell’incendio ed essa non sia a lui imputabile. Non attiene al contenuto della prova liberatoria, invece, ai fimi della liberazione dalla responsabilita’ contrattuale del conduttore verso il locatore per i danni subiti o il perimento della cosa locata, l’individuazione dei soggetti in concreto responsabili dell’incendio stesso
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 27 luglio 2015, n. 15721 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SEGRETO Antonio – Presidente Dott. CARLEO Giovanni – Consigliere Dott. SESTINI Danilo – Consigliere Dott. SCARANO Luigi Alessandro – Consigliere Dott. RUBINO...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 3 settembre 2015, n. 35920. Riguardo alla gravità degli indizi, poiché è compito primario ed esclusivo del Giudice che ha applicato la misura o che deve valutare il suo mantenimento e dei Tribunale dei riesame valutare “in concreto” le condizioni soggettive dell’indagato in relazione alle esigenze cautelari e rendere un’adeguata e logica motivazione al riguardo, mentre spetta alla Suprema Corte il compito di verificare, in relazione alla peculiare natura dei giudizio di legittimità e ai limiti che a esso ineriscono, se il giudice di merito abbia dato adeguatamente e congruamente conto delle ragioni poste a fondamento della decisione.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 3 settembre 2015, n. 35920 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza del 30 aprile 2014 il Tribunale di Torino, costituito ai sensi dell’art. 310 cod. proc. pen., ha respinto l’appello proposto personalmente da G.A.J.Y. avverso l’ordinanza dell’8 aprile 2014, con la quale la Corte di appello di Torino...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 24 luglio 2015, n. 32674. Un atto può ritenersi molesto non solo in ragione dell’intrinseco contenuto, ma anche per il contesto in cui viene posto in essere e per le condizioni soggettive di chi lo subisce. E’ necessario essere in grado di apprezzare fino a che punto le condotte dell’imputato siano da ritenere oggettivamente moleste e soprattutto se la loro reiterazione abbia potuto qualificare la condotta come tipica in virtù delle peculiari condizioni soggettive della persona offesa
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 24 luglio 2015, n. 32674 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FUMO Maurizio – Presidente Dott. BRUNO Paolo Antonio – Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – Consigliere Dott. MICHELI Paolo – Consigliere Dott. PISTORELLI...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 27 luglio 2015, n. 32787. Nella individuazione dei reati rispetto ai quali è applicabile l’istituto della sospensione del procedimento con messa alla prova di cui all’articolo 168 bis del Cp e seguenti (“reati puniti…con la pena edittale detentiva non superiore al massimo a quattro anni, sola, congiunta o alternativa alla pena pecuniaria…”), deve aversi riguardo alla sola pena edittale, senza che si possa tenere conto della sussistenza di eventuali circostanze aggravanti, seppure a effetto speciale. Infatti, sul piano letterale, manca nella disciplina normativa alcun esplicito riferimento alla possibile incidenza delle eventuali aggravanti, mentre ogni volta che il legislatore ha voluto che si tenesse conto delle circostanze aggravanti lo ha espressamente previsto (cfr. articoli 4 del Cpp, 157 del Cp, 278 del Cpp, 131 bis del Cp). Inoltre, anche strutturalmente, ai fini della decisione sull’istanza presentata ex articolo 464 bis del Cpp, al giudice non è consentito pronunciarsi sulla fondatezza dell’accusa, dunque sulla configurabilità o meno del fatto aggravato, se non in termini negativi circa la sussistenza delle condizioni per la pronuncia di una sentenza di proscioglimento (da queste premesse, accogliendo il ricorso dell’imputato, la Corte, in una fattispecie in cui era contestato il reato di cui all’articolo 73, comma 5, del Dpr 9 ottobre 1990 n. 309, punito con una pena ricompresa nella soglia indicata dall’articolo 168 bis del Cp, ha annullato con rinvio l’ordinanza con cui il Gip aveva invece rigettato la richiesta di sospensione in ragione della ritenuta contestazione dell’aggravante a effetto speciale di cui all’articolo 80 del Dpr n. 309 del 1990, che secondo il giudicante avrebbe portato la pena oltre la soglia prevista per l’ammissibilità dell’istituto)
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 27 luglio 2015, n. 32787 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROMIS Vincenzo – Presidente Dott. MARINELLI Felicetta – Consigliere Dott. ZOSO Liana Maria T – Consigliere Dott. DOVERE Salvatore – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 30 luglio 2015, n. 33763. Il giudice della udienza preliminare è chiamato ad una valutazione di effettiva consistenza del materiale probatorio a fondamento della accusa a carico dell’imputato, essendo tale condizione minima necessaria a giustificare la sottoposizione al processo. Ritenuta tale adeguatezza, se del caso esercitando il poteri di integrazione delle indagini che gli vengono riconosciuti, il gup dispone il rinvio a giudizio fatto salvo il caso in cui vi siano concrete ragioni per ritenere che non sia possibile giungere in alcun modo ad una prova di colpevolezza in dibattimento, a ciò non prestandosi il materiale individuato o che, ragionevolmente, potrebbe essere individuato
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 30 luglio 2015, n. 33763 LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CONTI Giovanni – Presidente – Dott. CITTERIO Carlo – Consigliere – Dott. MOGINI Stefano – Consigliere – Dott. DI STEFANO Pierluig – rel. Consigliere – Dott. DI SALVO Emanuele...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 27 luglio 2015, n. 32702. Il giudice può applicare la custodia cautelare in carcere in deroga ai limiti di legge quando ritiene inadeguata ogni misura cautelare meno afflittiva. Così ha stabilito la Cassazione per la quale la riforma della custodia cautelare, approvata con il D.l. 92/2014, convertito dalla legge 117/2014, che ha introdotto all’articolo 275 comma 2° bis limiti di applicabilità della custodia cautelare in carcere, non impedisce al giudice di adottare la misura più restrittiva se ritiene che altre misure meno afflittive siano inadeguate a soddisfare le esigenze cautelari. La Suprema corte ha così sottolineato l’importanza dell’esigenza di rimettere alla discrezionalità del giudice la valutazione della necessità di ricorrere o meno alla custodia cautelare in carcere
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 27 luglio 2015, n. 32702 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. RAMACCI Luca – Consigliere Dott. ACETO Aldo – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 24 luglio 2015, n. 15573. Appartiene alla giurisdizione del giudice ordinario la controversia avente ad oggetto l’impugnazione del provvedimento con il quale l’Ufficio provinciale della Motorizzazione civile, per effetto dell’azzeramento dei punti, disponga la sottoposizione del trasgressore a revisione della patente di guida mediante nuovo esame di idoneità tecnica
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 24 luglio 2015, n. 15573 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROVELLI Luigi Antonio – Primo Presidente f.f. Dott. LUCCIOLI Maria Gabriella – Presidente Sezione Dott. RORDORF Renato – Presidente Sezione Dott. DI...