Termine essenziale per una delle parti termine essenziale e clausola risolutiva espressa.
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Termine essenziale per una delle parti termine essenziale e clausola risolutiva espressa.

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|21 novembre 2023| n. 32277.

In tema di risoluzione del contratto, nel caso in cui la parte non inadempiente deduca che l'effetto risolutivo si sia prodotto, alternativamente, in seguito allo spirare di un termine essenziale o per essersi essa avvalsa di una clausola risolutiva espressa, l'indagine del giudice di merito non può limitarsi alla esclusione della natura essenziale del termine, ma deve estendersi alla verifica se, in seguito all'inadempimento di una parte, l'altra abbia esercitato il diritto di produrre, in base ad una clausola risolutiva espressa, la risoluzione del contratto.

Amministratore di sostegno e la mancata audizione del beneficiario della misura
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Amministratore di sostegno e la mancata audizione del beneficiario della misura

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|21 novembre 2023| n. 32219.

Ai fini della scelta dell'amministratore di sostegno, l'audizione del beneficiario, qualora non si trovi in uno stato di incapacità assoluta, è sempre necessaria, dovendosi tenere nella massima considerazione la sua volontà da disattendere solo in presenza di inequivoche e gravi circostanze, adeguatamente valutate nel provvedimento di nomina.

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Omessa indicazione alle parti di una questione di fatto e di diritto rilevata d’ufficio e violazione del diritto di difesa

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|21 novembre 2023| n. 32375.

L’omessa indicazione alle parti di una questione di fatto oppure mista di fatto e di diritto, rilevata d’ufficio, sulla quale si fondi la decisione, priva le parti del potere di allegazione e di prova sulla questione decisiva e, pertanto, comporta la nullità della sentenza (cd. “della terza via” o “a sorpresa”) per violazione del diritto di difesa tutte le volte in cui la parte che se ne dolga prospetti, in concreto, le ragioni che avrebbe potuto fare valere qualora il contraddittorio sulla predetta questione fosse stato tempestivamente attivato

Ricorso per cassazione e procura autenticata da procuratore non iscritto all’albo speciale
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Ricorso per cassazione e procura autenticata da procuratore non iscritto all’albo speciale

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|13 novembre 2023| n. 31443.

È inammissibile il ricorso per cassazione quando la firma della parte nella procura speciale in calce all'atto (o a margine dello stesso) sia autenticata da difensore non iscritto nell'apposito albo degli abilitati al patrocinio dinanzi alla Corte di Cassazione, atteso che il potere di effettuare la suddetta certificazione presuppone l'esistenza dello ius postulandi e che l'invalidità della certificazione stessa implica la divergenza dell'atto di impugnazione dal modello legale di cui all'art. 365 c.p.c., per difetto del requisito essenziale del mandato avente data certa anteriore all'atto.

Processo con pluralità di domande contrapposte e la parte “maggiormente soccombente”
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Processo con pluralità di domande contrapposte e la parte “maggiormente soccombente”

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|13 novembre 2023| n. 31444.

In un processo con pluralità di domande contrapposte, in caso di soccombenza reciproca determinata dal parziale accoglimento di tali domande, al fine di individuare la parte "maggiormente soccombente" occorre confrontare il valore delle domande parzialmente accolte (e quindi non quello delle domande rispettivamente rigettate), cosicché deve ritenersi "maggiormente soccombente" la parte la cui domanda accolta sia di minor valore.

Responsabilità del conduttore per la ritardata restituzione del bene locato
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Responsabilità del conduttore per la ritardata restituzione del bene locato

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|15 novembre 2023| n. 31767.

In tema di responsabilità del conduttore per la ritardata restituzione del bene locato ex art. 1591 cod. civ., l’ordinaria diligenza richiesta al creditore dall’art. 1227, secondo comma, cod. civ., per evitare un suo concorso nella produzione del danno, non implica l’obbligo di compiere attività ulteriori come la proposizione di un’azione di cognizione o esecutiva per ottenere il rilascio della cosa locata. In altri termini, l’ordinaria diligenza, che il creditore deve usare nell’attivarsi per evitare la produzione di ulteriori danni, non comprende mai l’obbligo di intraprendere un’azione giudiziaria, cognitiva o esecutiva che sia, e tanto meno comprende l’obbligo di richiedere ciò che gli spetta in base ad un titolo già formato

Ai fini della valutazione dell’ammissibilità del deposito telematico dell’appello
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Ai fini della valutazione dell’ammissibilità del deposito telematico dell’appello

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|14 novembre 2023| n. 31592.

Ai fini della valutazione dell'ammissibilità del deposito telematico dell'appello, il giudice può verificare d'ufficio il contenuto della busta telematica e, laddove constati l'illeggibilità dei relativi files, per causa non imputabile all'appellante, è tenuto a rimetterlo in termini per la rinnovazione dell'incombente.

Procedimento per la decisione accelerata dei ricorsi e la formulazione della proposta fatta in modo irrituale
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Procedimento per la decisione accelerata dei ricorsi e la formulazione della proposta fatta in modo irrituale

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|15 novembre 2023| n. 31839.

Nel procedimento per la decisione accelerata dei ricorsi ex art. 380-bis c.p.c., quando l'istanza di definizione del giudizio dopo la formulazione della proposta sia stata fatta in modo irrituale, il Collegio fissato in adunanza camerale definisce il giudizio in conformità alla proposta per ragioni di rito impedienti la discussione su di essa, con piena applicazione del terzo comma della citata disposizione.

La sentenza d’appello motivata “per relationem”
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La sentenza d’appello motivata “per relationem”

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|15 novembre 2023| n. 31869.

La sentenza d’appello può essere motivata “per relationem”, purché il giudice del gravame dia conto, sia pur sinteticamente, delle ragioni della conferma in relazione ai motivi di impugnazione ovvero della identità delle questioni prospettate in appello rispetto a quelle già esaminate in primo grado, sicché dalla lettura della parte motiva di entrambe le sentenze possa ricavarsi un percorso argomentativo esaustivo e coerente, mentre va cassata la decisione con cui la corte territoriale si sia limitata ad aderire alla pronunzia di primo grado in modo acritico senza alcuna valutazione di infondatezza dei motivi di gravame (Nel caso di specie, relativo ad un giudizio avente ad oggetto una domanda di condanna al pagamento di un indennizzo assicurativo, nel rigettare il ricorso, la Suprema Corte ha riaffermato l’enunciato principio ritenendo che la motivazione della sentenza resa dalla corte del merito oggetto di impugnazione avesse, nella circostanza, soddisfatto le predette condizioni).

Il documento privo di firma digitale allegato a una PEC può essere disconosciuto
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Il documento privo di firma digitale allegato a una PEC può essere disconosciuto

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|20 novembre 2023| n. 32165.

Il documento privo di firma digitale, allegato a una PEC, può essere disconosciuto ai sensi dell'art. 214 c.p.c., dal momento che la funzione di certificazione della PEC, consistente nell'attestazione dell'invio del messaggio da parte del mittente e della sua ricezione da parte del destinatario, non si estende al contenuto del documento allegato.