In tema di efficacia a fini pensionistici dei periodi non lavorati in caso di part time verticale, il diritto dei lavoratori, in part time verticale ciclico, all’inclusione anche dei periodi non lavorati nell’anzianita’ contributiva, incidendo la contribuzione ridotta sulla misura della pensione e non sulla durata del rapporto di lavoro
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In tema di efficacia a fini pensionistici dei periodi non lavorati in caso di part time verticale, il diritto dei lavoratori, in part time verticale ciclico, all’inclusione anche dei periodi non lavorati nell’anzianita’ contributiva, incidendo la contribuzione ridotta sulla misura della pensione e non sulla durata del rapporto di lavoro

Corte di Cassazione, sezione lavoro, ordinanza 10 aprile 2018, n. 8772. In tema di efficacia a fini pensionistici dei periodi non lavorati in caso di part time verticale, il diritto dei lavoratori, in part time verticale ciclico, all’inclusione anche dei periodi non lavorati nell’anzianita’ contributiva, incidendo la contribuzione ridotta sulla misura della pensione e non...

Per le professioni sanitarie, la carenza del titolo abilitativo specifico e della relativa iscrizione all’albo producono la totale illiceita’ dello svolgimento di fatto di mansioni superiori e rendono inesigibile il diritto alla corrispondente maggiore retribuzione ai sensi dell’articolo 2126 c.c..
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Per le professioni sanitarie, la carenza del titolo abilitativo specifico e della relativa iscrizione all’albo producono la totale illiceita’ dello svolgimento di fatto di mansioni superiori e rendono inesigibile il diritto alla corrispondente maggiore retribuzione ai sensi dell’articolo 2126 c.c..

Corte di Cassazione, sezione lavoro, ordinanza 10 aprile 2018, n. 8784. Per le professioni sanitarie, la carenza del titolo abilitativo specifico e della relativa iscrizione all’albo producono la totale illiceita’ dello svolgimento di fatto di mansioni superiori e rendono inesigibile il diritto alla corrispondente maggiore retribuzione ai sensi dell’articolo 2126 c.c.. Ordinanza 10 aprile 2018,...

In materia di spese processuali, la condanna di piu’ parti soccombenti al pagamento in solido puo’ essere pronunciata non solo quando vi sia indivisibilita’ o solidarieta’ del rapporto sostanziale, ma pure nel caso in cui sussista una mera comunanza di’ interessi, che puo’ desumersi anche dalla semplice identita’ delle questioni sollevate e dibattute
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In materia di spese processuali, la condanna di piu’ parti soccombenti al pagamento in solido puo’ essere pronunciata non solo quando vi sia indivisibilita’ o solidarieta’ del rapporto sostanziale, ma pure nel caso in cui sussista una mera comunanza di’ interessi, che puo’ desumersi anche dalla semplice identita’ delle questioni sollevate e dibattute

Corte di Cassazione, sezione sesta civile, ordinanza 10 aprile 2018, n. 8832. In materia di spese processuali, la condanna di piu’ parti soccombenti al pagamento in solido puo’ essere pronunciata non solo quando vi sia indivisibilita’ o solidarieta’ del rapporto sostanziale, ma pure nel caso in cui sussista una mera comunanza di’ interessi, che puo’...

La previsione nella contrattazione collettiva della recidiva quale ipotesi di giustificato motivo del licenziamento non esclude la valutazione del giudice sulla gravità della violazione contestata.
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La previsione nella contrattazione collettiva della recidiva quale ipotesi di giustificato motivo del licenziamento non esclude la valutazione del giudice sulla gravità della violazione contestata.

Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 10 aprile 2018, n. 8779. La previsione nella contrattazione collettiva della recidiva quale ipotesi di giustificato motivo del licenziamento non esclude la valutazione del giudice sulla gravità della violazione contestata. Sentenza 10 aprile 2018, n. 8779 Data udienza 16 gennaio 2018 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA...

La qualifica dirigenziale non esprime piu’ una posizione lavorativa inserita nell’ambito di una “carriera” e caratterizzata dallo svolgimento di determinate mansioni, bensi’ esclusivamente l’idoneita’ professionale del dipendente, che tale qualifica ha conseguito mediante il contratto di lavoro stipulato all’esito della prevista procedura concorsuale.
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La qualifica dirigenziale non esprime piu’ una posizione lavorativa inserita nell’ambito di una “carriera” e caratterizzata dallo svolgimento di determinate mansioni, bensi’ esclusivamente l’idoneita’ professionale del dipendente, che tale qualifica ha conseguito mediante il contratto di lavoro stipulato all’esito della prevista procedura concorsuale.

Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 9 aprile 2018, n. 8674. Nel lavoro pubblico alle dipendenze di un ente locale, alla qualifica dirigenziale corrisponde soltanto l’attitudine professionale all’assunzione di incarichi dirigenziali di qualunque tipo e non consente, percio’ – anche in difetto della espressa previsione di cui al Decreto Legislativo n. 165 del 2001, articolo...

Gli sgravi contributivi previsti dalla L. 23 dicembre 1998, n. 448, articolo 3, comma 5
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Gli sgravi contributivi previsti dalla L. 23 dicembre 1998, n. 448, articolo 3, comma 5

Corte di Cassazione, sezione lavoro, ordinanza 9 aprile 2018, n. 8680. Gli sgravi contributivi previsti dalla L. 23 dicembre 1998, n. 448, articolo 3, comma 5, hanno lo scopo di favorire lo sviluppo delle imprese operanti nel Mezzogiorno e l’effettiva occupazione di nuovi dipendenti, per cui e’ condizione per il loro riconoscimento, ai sensi dell’articolo...

Nel caso degli invii multipli, a mezzo lettera raccomandata, diretti allo stesso destinatario, la prova della consegna è fornita dall’addetto al recapito
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Nel caso degli invii multipli, a mezzo lettera raccomandata, diretti allo stesso destinatario, la prova della consegna è fornita dall’addetto al recapito

Corte di Cassazione, sezione sesta civile, ordinanza 9 aprile 2018, n. 8643. Nel caso degli invii multipli, a mezzo lettera raccomandata, diretti allo stesso destinatario, la prova della consegna è fornita dall’addetto al recapito e ciò, in particolare, nei casi nei quali la sottoscrizione di ciascun avviso di ricevimento contestualmente alla consegna risulti eccessivamente onerosa....

L’ordinanza che dichiara l’incompetenza del Giudice adito ha natura decisoria e, pertanto, il Giudice che la pronuncia ha l’obbligo di condannare la parte soccombente alla rifusione delle spese di lite.
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L’ordinanza che dichiara l’incompetenza del Giudice adito ha natura decisoria e, pertanto, il Giudice che la pronuncia ha l’obbligo di condannare la parte soccombente alla rifusione delle spese di lite.

Corte di Cassazione, sezione sesta civile, ordinanza 9 aprile 2018, n. 8611. L’ordinanza che dichiara l’incompetenza del Giudice adito ha natura decisoria e, pertanto, il Giudice che la pronuncia ha l’obbligo di condannare la parte soccombente alla rifusione delle spese di lite. Ordinanza 9 aprile 2018, n. 8611 Data udienza 11 gennaio 2018 REPUBBLICA ITALIANA...

Quando il giudice abbia pronunziato l’ordine di integrazione del contraddittorio in causa inscindibile e la parte onerata non vi abbia provveduto, ovvero vi abbia ottemperato solo parzialmente, evocando in giudizio soltanto alcuni dei litisconsorti pretermessi, non può essere assegnato un nuovo termine
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Quando il giudice abbia pronunziato l’ordine di integrazione del contraddittorio in causa inscindibile e la parte onerata non vi abbia provveduto, ovvero vi abbia ottemperato solo parzialmente, evocando in giudizio soltanto alcuni dei litisconsorti pretermessi, non può essere assegnato un nuovo termine

Corte di Cassazione, sezione sesta civile, ordinanza 9 aprile 2018, n. 8639. Quando il giudice abbia pronunziato l’ordine di integrazione del contraddittorio in causa inscindibile e la parte onerata non vi abbia provveduto, ovvero vi abbia ottemperato solo parzialmente, evocando in giudizio soltanto alcuni dei litisconsorti pretermessi, non può essere assegnato un nuovo termine per...

In caso di mancato rispetto degli obblighi informativi da parte della banca, non sussiste un concorso di colpa dell’investitore, anche se abituale, per non essersi informato sulla rischiosità dei titoli
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In caso di mancato rispetto degli obblighi informativi da parte della banca, non sussiste un concorso di colpa dell’investitore, anche se abituale, per non essersi informato sulla rischiosità dei titoli

Corte di Cassazione, sezione prima civile, ordinanza 10 aprile 2018, n. 8751. In caso di mancato rispetto degli obblighi informativi da parte della banca, non sussiste un concorso di colpa dell’investitore, anche se abituale, per non essersi informato sulla rischiosità dei titoli. Ordinanza 10 aprile 2018, n. 8751 Data udienza 9 ottobre 2017 REPUBBLICA ITALIANA...