Consiglio di Stato sezione V sentenza 4 giugno 2015, n. 2757 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 3603 del 2015, proposto da: Co. S.C., rappresentato e difeso dall’avv. Lo.Le., con domicilio eletto presso Gi.Pl....
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Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 4 giugno 2015, n. 2748. Le valutazioni attinenti alla migliore tutela dell’ambiente (luogo dove il rifiuto è collocato e alla comparazione del tragitto della spedizione), assumono valenza di preminente interesse comunitario, come tali valorizzate dal regolamento CE 1013/2006, il cui art. 12 riconosce, la non conformità alla legislazione nazionale relativa alla protezione dell’ambiente quale legittima causa di obiezione alla spedizione transfrontaliera. A questo proposito, alla luce di quanto costantemente affermato dalla Corte di giustizia nel senso della preminenza del valore della tutela dell’ambiente rispetto al generale principio della circolazione delle merci (per tutte, Corte di giustizia, sentenza 9 luglio 1992, causa C-2/90), significative sono le considerazioni svolte dalla Corte costituzionale nella sentenza 14 luglio 2000, n. 281 che, nell’interpretazione delle norme di principio contenute nel decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, ha ricordato che esigenze imperative attinenti alla protezione dell’ambiente giustificano pienamente misure limitative di tale libertà di circolazione
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 4 giugno 2015, n. 2748 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 8748 del 2014, proposto da: Pu.Gm. in persona dei legali rappresentanti in carica, rappresentata e difesa dagli...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 29 maggio 2015, n. 2688. Nei giudizi avverso il silenzio il giudice amministrativo non può di regola andare oltre la declaratoria di illegittimità dell’inerzia e l’ordine di provvedere, restandogli precluso il potere di accertare direttamente la fondatezza della pretesa fatta valere dal richiedente, sostituendosi all’Amministrazione stessa. Il giudice potrà conoscere dell’accoglibilità dell’istanza solamente: a) nelle ipotesi di manifesta fondatezza, allorché siano richiesti provvedimenti amministrativi dovuti o vincolati in cui non c’è da compiere alcuna scelta discrezionale che potrebbe sfociare in diverse soluzioni e fermo restando il limite della impossibilità di sostituirsi all’Amministrazione; b) nell’ipotesi in cui l’istanza sia manifestamente infondata, sicché risulti del tutto diseconomico obbligare l’Amministrazione a provvedere laddove l’atto espresso non potrebbe che essere di rigetto
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 29 maggio 2015, n. 2688 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 8693 del 2014, proposto da: An.Ma., Da.Pr., rappresentati e difesi dall’avv. Al.Mi., con domicilio eletto presso Gi.Pe....
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 29 maggio 2015, n. 2704. La concessione di pubblico servizio rientra nella casistica di cui all’art. 119, comma 1, lett. a) c.p.a.. Ed infatti, il termine “affidamento di servizi” usato dal legislatore deve senz’altro intendersi come riferito sia agli appalti che alle concessioni di pubblico servizio, per chiare ragioni testuali e sistematiche. In ordine alle prime, perché la norma considera in modo unitario la procedura di affidamento senza operare alcuna distinzione tra appalti e concessioni di pubblici servizi, sì che essa non può che intendersi riferita anche allo “affidamento di… servizi mediante concessione”. Quanto alle ragioni sistematiche, si evidenzia come una disciplina differenziata dei due istituti si porrebbe in palese contrasto con le finalità perseguite dal legislatore, volte ad assicurare la massima speditezza nell’intera materia degli affidamenti pubblici di lavori, servizi e forniture, senza distinzione di sorta
Consiglio di Stato sezione III sentenza 29 maggio 2015, n. 2704 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 3518 del 2015, proposto da: Ri. S.a.s. di Ri., in persona del suo legale rappresentante pro tempore,...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 25 maggio 2015, n. 2589. L’esclusione dalle gare pubbliche per inaffidabilità dell’impresa concorrente per grave negligenza e malafede commessa nel corso di esecuzione di precedenti contratti pubblici può essere pronunciata in termini di automaticità soltanto quando il comportamento di deplorevole trascuratezza e slealtà sia stato posto in essere in occasione di un pregresso rapporto negoziale intercorso con la stessa stazione appaltante che indice la gara. In caso contrario, il giudizio d’inaffidabilità professionale su un’impresa partecipante a una gara pubblica è subordinato alla preventiva motivata valutazione della stazione appaltante
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 25 maggio 2015, n. 2589 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso in appello n. 671 del 2015, proposto da Bu. s.p.a., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dagli...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 22 maggio 2015, n. 2562. In materia di contratti della P.A., ogni questione relativa al recesso esercitato nel corso del rapporto contrattuale riguarda l’esercizio di diritti potestativi iscrivibili nell’autotutela di diritto privato, con conseguente radicamento della giurisdizione del giudice ordinario. Tale principio è applicabile anche al recesso dai contratti di fornitura o servizi, di cui all’art. 1, comma 13, del d.l. 6 luglio 2012, n. 95, convertito in legge 7 agosto 2012, n. 135
Consiglio di Stato sezione V sentenza 22 maggio 2015, n. 2562 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 6804 del 2014, proposto da: En. S.r.l., rappresentato e difeso dall’avv. Fr.Sc., con domicilio eletto presso Fr.Sc....
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 29 maggio 2015, n. 2691. E’ noto che i Piani Territoriali Paesaggistici, in quanto solo settoriali, hanno la specifica funzione di predeterminare in astratto criteri, condizioni e modalità per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica in zone già sottoposte a vincolo, nel senso di rendere unitaria, nell’ambito loro propria, la tutela e la salvaguardia dei valori paesistici di zone determinate, senza finalità di generalizzata programmazione d’uso del territorio
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 29 maggio 2015, n. 2691 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso n. 9146/2012 RG, proposto dalla Al. s.p.a., corrente in Roma, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dagli...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 29 maggio 2015, n. 2692. Presupposto per la liquidazione del compenso spettante al Commissario ad acta è l’espletamento diligente, puntuale ed integrale dell’incarico svolto nell’ambito dei parametri di legittimità segnati dalla sentenza ottemperanda e con la diligenza segnata da una accurata e convincente, o quanto meno verosimile e plausibile, lettura ed attuazione della stessa sentenza.
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 29 maggio 2015, n. 2692 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 1814 del 2013, proposto da: Pa.Ca., rappresentato e difeso dall’avv. Gi.Ma., con domicilio eletto presso Segreteria Sezionale...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 29 maggio 2015, n. 2697. Il potere di ordinanza contingibile e urgente presuppone necessariamente situazioni non tipizzate dalla legge di pericolo effettivo, la cui sussistenza deve essere suffragata da una istruttoria adeguata e da una congrua motivazione, ed in ragione delle quali si giustifica la deviazione dal principio di tipicità degli atti amministrativi e la possibilità di derogare alla disciplina vigente, stante la configurazione residuale, quasi di chiusura, di tale tipologia provvedimentale
Consiglio di Stato sezione III sentenza 29 maggio 2015, n. 2697 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 7191 del 2009, proposto da: Il. s.p.a., società incorporante Nu. s.p.a., in persona del legale rappresentante...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 29 maggio 2015, n. 2699. La disciplina di maggior favore accordata dall’art. 5, comma 5, del D.Lgs. n. 286 del 1998, benché riferita dalla lettera della norma a colui che abbia usufruito di una procedura di ricongiungimento familiare, deve essere applicata, per necessità logico-giuridica, in tutti i casi in cui vi sia un nucleo familiare la cui composizione corrisponda a quella che, ove necessario, darebbe titolo ad una procedura di ricongiungimento, non rilevando in contrario che tale procedura in effetti non vi sia stata, essendosi il nucleo familiare costituito o ricostituito senza aver dovuto ricorrervi
Consiglio di Stato sezione III sentenza 29 maggio 2015, n. 2699 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 2483 del 2014, proposto da: Xu.He., rappresentato e difeso dagli avv. Pa.Pe., Ma.An., con domicilio eletto presso...