Suprema Corte di Cassazione
sezione VI
ordinanza 27 ottobre 2014, n. 22737
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE SESTA CIVILE
SOTTOSEZIONE 2
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. BIANCHINI Bruno – Presidente
Dott. PROTO Cesare Antonio – Consigliere
Dott. CORRENTI Vincenzo – Consigliere
Dott. FALASCHI Milena – Consigliere
Dott. SCALISI Antonino – rel. Consigliere
ha pronunciato la seguente:
ORDINANZA
sul ricorso 25285/2013 proposto da:
(OMISSIS) SRL (OMISSIS), in persona del legale rappresentante, elettivamente domiciliata in (OMISSIS), presso lo studio dell’avvocato (OMISSIS), che la rappresenta e difende unitamente all’avvocato (OMISSIS) giusta mandato in calce al ricorso;
– ricorrente –
contro
(OMISSIS);
– intimata –
avverso la sentenza n. 863/2012 del TRIBUNALE di PISA del 18/07/2012, depositata il 04/08/2012;
udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del 17/09/2014 dal Consigliere Relatore Dott. ANTONINO SCALISI;
udito l’Avvocato (OMISSIS) difensore della ricorrente che si riporta agli scritti.
Il Giudice di Pace, con sentenza n. 2305/09 rigettava l’opposizione.
Avverso tale sentenza proponeva appello la societa’ (OMISSIS) srl lamentando essenzialmente l’erroneita’ e la contraddittorieta’ della motivazione per aver ritenuto come provato l’incarico professionale all’avvocato (OMISSIS) da parte del legale rappresentante della societa’ (OMISSIS).
Il Tribunale di Pisa con sentenza n. n. 863 del 2012, rigettava l’appello e confermava la sentenza impugnata. Secondo il Tribunale di Pisa la decisione del Giudice di Pace andava confermata posto che era stato evidenziato come alcuni incaricati della (OMISSIS) in data 5 luglio 2004 si recarono presso lo studio del legale (OMISSIS) al fine di far esaminare allo stesso un atto di citazione per una causa gia’ pendente dinnanzi al Tribunale di Pisa.
Successivamente seguiva una missiva da parte del legale alla (OMISSIS) srl con la quale l’avvocato (OMISSIS) invitava la societa’ a prendere contatti con lo studio legale al fine di formalizzare l’incarico professionale.
Per quanto, poi, non sia effettivamente seguito il conferimento formale dell’incarico non vi era dubbio che il professionista aveva impegnato il proprio tempo e le proprie competenze professionali.
La cassazione di questa sentenza e’ stata chiesta dalla societa’ (OMISSIS) con ricorso affidato a due motivi. L’avv. (OMISSIS) in questa fase non ha svolto attivita’ giudiziale.
Considerato che: 1.- La societa’ Immobiliare srl lamenta:
a) Con il primo motivo la violazione e falsa applicazione dell’articolo 112 c.p.c., e dell’articolo 360, n. 3, per vizio di ultra petizione su fatto controverso e decisivo.
Secondo la ricorrente il Tribunale di Pisa non avrebbe tenuto presente che la stessa attrice aveva dichiarato di avere svolta solamente attivita’ prodromica all’incarico chiedendo poi compenso per attivita’ giudiziale che non si mai effettuata.
b) Con il secondo motivo la violazione dell’articolo 360, n. 5, per omesso esame circa un fatto controverso e decisivo per il giudizio. Secondo la ricorrente il Tribunale di Pisa non avrebbe prestato alcuna attenzione alle diverse prospettazioni fatte dall’avv. (OMISSIS) omettendo un accurato esame delle diverse ricostruzioni della stessa, in particolare sul fatto controverso dell’affidamento dell’incarico dell’accettazione dello stesso e dell’attivita’ che nel caso di avvenuta accettazione non risulta sia stata svolta dalla controparte.
1.1.- Entrambi i motivi, che vanno esaminati congiuntamente per l’innegabile connessione che esiste tra gli stessi, sono infondati e non solo perche’ si risolvono nella richiesta di una nuova e diversa valutazione delle risultanze istruttorie non proponibile nel giudizio di legittimita’ se, come nel caso in esame, la valutazione effettuata dal Giudice del merito non presenta vizi logici o giuridici, ma, anche perche’ il Tribunale non ha omesso di valutare tutti i dati e/o, comunque, i dati essenziali, acquisiti agli atti del giudizio. In particolare il Giudice di Pace prima e il Tribunale dopo hanno avuto modo di chiarire che in data 5 luglio 2004 incaricati della (OMISSIS) si recavano presso lo studio del legale (OMISSIS) al fine di fare esaminare un atto di citazione per una causa gia’ pendete dinanzi al Tribunale di Pisa. E, di piu’, il Tribunale ha avuto modo di chiarire che non si tratto’ di un mero colloquio informativo ma vennero sottoposti all’attenzione del legale atti giudiziali ancora in possesso in copia dell’Avvocato (OMISSIS) e prodotti in giudizio, al fine di ottenere un parere ed in vista di un futuro mandato professionale. Emerge con chiarezza, dunque, la sussistenza di un rapporto professionale tra la societa’ (OMISSIS) e il legale (OMISSIS) e il conferimento di un incarico, dalla societa’ (OMISSIS) al legale (OMISSIS), avente ad oggetto un parere professionale in merito ad una causa gia’ pendente presso il Tribunale di Pisa.
Pertanto correttamente il Tribunale ha ritenuto che il professionista avendo impegnato il proprio tempo e le proprie competenze professionali andava compensato secondo il tariffario forense.
In definitiva, si propone il rigetto del ricorso.
Tale relazione veniva comunicata al PM ed ai difensori delle parti costituite.
Il Collegio, condivide argomenti e proposte contenute nella relazione ex articolo 380 bis c.p.c., alla quale non sono stati mossi rilievi critici. Evidenzia, altresi’, che il ricorso difetta, comunque, di autosufficienza dato che il ricorrente, pur facendo riferimento ad una prova testimoniale ha omesso di indicare i capitoli di prova non ammessi funzionali alla dimostrazione della propria difesa.
In definitiva, il ricorso va rigettato: Non occorre provvedere alla liquidazione delle spese del presente giudizio di cassazione dato che l’avv. (OMISSIS), regolarmente intimato, in questa fase non ha svolto attivita’ giudiziale.
Il Collegio, ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002, articolo 13, comma 1 quater, da atto che sussistono i presupposti per il versamento da parte dei ricorrenti, dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello dovuto per il ricorso principale a norma dello stesso articolo 13, comma 1 bis.
Ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002, articolo 13, comma 1 quater, da atto che sussistono i presupposti per il versamento da parte del ricorrente, dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello dovuto per il ricorso principale a norma dello stesso articolo 13, comma 1 bis.
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