Il divieto, ai sensi dell’art. 275, comma secondo bis, cod. proc. pen., di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, nel caso in cui il giudice ritenga che, all’esito del giudizio, la pena detentiva irrogata non sarà superiore a tre anni, non si estende agli arresti domiciliari o alle altre più tenui misure coercitive;
i limiti di applicabilità della misura della custodia cautelare in carcere previsti dall’art. 275, comma secondo bis, secondo periodo, cod. proc. pen. (testo introdotto dal D.L. 26 giugno 2014, n. 92, convertito con modificazioni dalla legge 11 agosto 2014, n. 117) possono essere superati dal
giudice qualora ritenga, secondo quanto previsto dal successivo comma terzo, prima parte, della norma citata, comunque inadeguata a soddisfare le esigenze cautelari ogni altra misura meno afflittiva;
il divieto, ai sensi dell’art. 275, comma secondo bis, cod. proc. pen. di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nel caso in cui il giudice abbia irrogato una pena detentiva inferiore a tre anni, non impedisce di adottare la più grave misura cautelare qualora ogni
altra misura si riveli inadeguata e gli arresti domiciliari non possono essere disposti per mancanza del luogo di esecuzione

Corte di Cassazione
sezione terza penale
sentenza n. 5840 dell’8 febbraio 2018

Presidente: RAMACCI LUCA
Relatore: DI STASI ANTONELLA
Data Udienza: 09/01/2018

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
T.C. , nato a B. il …..
avverso l’ordinanza del 03/10/2017 del Tribunale di Brescia
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott.ssa Antonella Di Stasi;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale
dott. Stefano Tocci, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 15.9.2017, il Tribunale di Brescia applicava a T.C. la misura dell’obbligo di dimora e permanenza notturna presso
l’abitazione in relazione ai delitti di detenzione a fini di spaccio di gr 225 di
mentanfetamina e coltivazione di una pianta di marijuana.
Con ordinanza del 3.10.2017, il Tribunale del riesame di Brescia, in
accoglimento dell’appello cautelare proposto dal PM, riformava la predetta
ordinanza ed applicava a T.C., in ordine ai delitti contestati, la misura
della custodia cautelare in carcere.

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