Va accolta la richiesta di revoca anticipata della misura di sicurezza dell’espulsione in attesa della protezione sussidiaria, nei confronti di un soggetto che sta espiando una pena per violazione delle norme sugli stupefacenti, se nel suo paese ci sono sistematiche violazioni dei diritti umani Sentenza 26 ottobre 2017, n. 49242 Data udienza 18 maggio 2017...
Tag: tribunale di sorveglianza
Corte di Cassazione, sezione prima penale, sentenza 30 ottobre 2017, n. 49793. Per spazio minimo individuale del detenuto in cella va intesa la superficie della camera detentiva fruibile dal singolo detenuto occupante la cella ed idonea al movimento
Per spazio minimo individuale del detenuto in cella va intesa la superficie della camera detentiva fruibile dal singolo detenuto occupante la cella ed idonea al movimento: con conseguente necessità di detrarre dalla complessiva superficie non solo lo spazio destinato ai servizi igienici e quello occupato dagli arredi fissi ma anche quello occupato dal letto; Nel...
Corte di Cassazione, sezione I penale, sentenza 1 febbraio 2017, n. 4899
Il Tribunale di Sorveglianza – alle prese con un detenuto gravemente malato – deve tenere sempre presente le sue condizioni di salute e solo allora prendere una decisione, non potendosi acriticamente riprendere le motivazioni di altro Tribunale di Sorveglianza secondo cui la volontà del detenuto di non sottoporsi a intervento chirurgico fosse un semplice escamotage...
Corte di Cassazione, sezione I penale, sentenza 1 settembre 2016, n. 36329
Ai fini della concessione del permesso, non è necessario il verificarsi di un singolo grave evento, unico e irripetibile, ma è sufficiente anche una grave situazione cronica perdurante nel tempo, quale la grave malattia psichica di un familiare Suprema Corte di Cassazione sezione I penale sentenza 1 settembre 2016, n. 36329 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 dicembre 2015, n. 48654. In tema di contravvenzione agli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, la prescrizione di non associarsi abitualmente alle persone che hanno subito condanne o sono sottoposte a misure di prevenzione o di sicurezza non va intesa nel senso letterale che l’espressione ha nella legislazione penale, con il richiamo a profili di comunanza di vita e di interessi, ma deve essere riferita esclusivamente alla nozione di pericolosità sociale che qualifica la materia delle misure di prevenzione. Ne consegue che, ai fini della configurabilità della citata contravvenzione, non è richiesta la costante e assidua relazione interpersonale, ben potendo la reiterata frequentazione essere assunta a sintomo univoco dell’abitualità di tale comportamento; né vale a scriminare la condotta violativa l’eventuale legame di parentela o affinità tra l’agente e la persona frequentata non convivente
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 9 dicembre 2015, n. 48654 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 4.4.2014, la Corte di Appello di Firenze confermava la decisione resa in data 18.5.2010, con la quale il Tribunale della sede aveva condannato R. A., sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 2 settembre 2015, n. 35784. Non può farsi luogo al differimento facoltativo dell’esecuzione della pena ai sensi dell’art. 147, primo comma, n. 2 cod. pen. quando il condannato si rifiuti, senza plausibile giustificazione, di sottoporsi ai necessari interventi sanitari e l’infermità da cui è affetto è curata con terapia medica, non risolutiva, ma regolarmente effettuata in regime di detenzione. Nel caso di specie laa motivazione finale dei Tribunale di sorveglianza, che ha ritenuto sussistente anche la condizione ostativa della pericolosità del condannato quale esponente di spicco della criminalità organizzata campana, costituisce argomentazione ultronea, atteso che l’accertamento della condizione aggiuntiva di non pericolosità dei condannato prevista dall’art.147 ult.comma cod.pen. è richiesta solo in caso di ritenuta sussistenza dei presupposti previsti dall’art.147 comma 1 n.2 cod.pen. per il differimento facoltativo della esecuzione della pena, presupposti esclusi dal Tribunale di sorveglianza nel caso in esame
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 2 settembre 2015, n. 35784 Ritenuto in fatto R.E., detenuto in espiazione della pena dell’ergastolo per i delitti di omicidio volontario e violazione della legge sulle armi aggravati ai sensi dell’art.7 legge n.203 del 1991, presentava istanza di differimento facoltativo della pena per grave infermità ai sensi dell’art.147...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 1 giugno 2015, n. 23443. Il giudice che rigetta una richiesta di sospensione dell’esecuzione della pena per grave infermità deve dare conto della scelta con una motivazione compiuta e non generica, al fine di consentire la verifica dei passaggi logici della scelta effettuata. Nel caso di specie, la Cassazione ha annullato l’ordinanza emessa dal tribunale di sorveglianza che aveva rigettato la richiesta dei domiciliari avanzata da un detenuto che aveva subito un doppio trapianto di cornea con conseguente perdita di funzionalità dell’occhio sinistro, a causa delle cure inadeguate nel regime detentivo. Il tribunale nella motivazione non aveva indicato la patologia subita dal detenuto, né fatto riferimento concreto al contenuto della relazione sanitaria
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 1 giugno 2015, n. 23443 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. LOCATELLI Giuseppe – Consigliere Dott. LA POSTA Lucia – rel. Consigliere Dott. BONI Monica – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 10 aprile 2015, n. 14843. Il giudizio sulla revoca è sì rimesso alla discrezionalità del tribunale di sorveglianza, ma lo stesso è tenuto a giustificare l’uso del potere affidatogli, non essendo ammesso alcun automatismo, spiegando le ragioni per le quali le violazioni di legge o di prescrizioni possano considerarsi indici dell’allontanamento dalle finalità dell’istituto
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 10 aprile 2015, n. 14843 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GIORDANO Umberto – Presidente Dott. NOVIK Adet Toni – Consigliere Dott. TARDIO Angela – Consigliere Dott. BONITO F. Maria S. – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 20 febbraio 2015, n. 7884. Nelle materie relative alle richieste di riabilitazione, avverso il provvedimento reso dal tribunale di sorveglianza è prevista, ai sensi dell’art. 667, comma quarto, cod. proc. pen., solo la facoltà di proporre opposizione innanzi al medesimo tribunale, sicché come tale deve essere riqualificato l’eventuale ricorso per cassazione proposto avverso il suddetto provvedimento, nel rispetto del principio generale della conservazione degli atti giuridici e del “favor impugnationis”, con conseguente trasmissione degli atti al giudice competente
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 20 febbraio 2015, n. 7884 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. NOVIK Adet Toni – Consigliere Dott. TARDIO Angela – rel. Consigliere Dott. BONITO Francesco M. – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 8 gennaio 2015, n. 315. A seguito dell'introduzione del D.L. 146/2013 (c.d. "Svuota carceri"), il reclamo va proposto al Tribunale di sorveglianza
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I PENALE sentenza 8 gennaio 2015, n. 315 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CHIEFFI Severo – Presidente – Dott. CAVALLO Aldo – Consigliere – Dott. LOCATELLI Giuseppe – Consigliere – Dott. MAGI Raffaello –...
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