L’esimente dello stato di necessità postula il pericolo attuale di un danno grave alla persona, non scongiurabile se non attraverso l’atto penalmente illecito, e non può quindi applicarsi a reati asseritamente provocati da uno stato di bisogno economico, qualora ad esso possa comunque ovviarsi attraverso comportamenti non criminalmente rilevanti. Nella specie, la mancanza di energia...
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Corte di Cassazione, sezione IV penale, sentenza 13 febbraio 2017, n. 6635
La situazione di indigenza non è di per sé idonea ad integrare la scriminante dello stato di necessità per difetto degli elementi dell’attualità e dell’inevitabilità del pericolo, atteso che alle esigenze delle persone che versano in tale stato è possibile provvedere per mezzo degli istituti di assistenza sociale SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV PENALE...
In tema di furto applicata la scriminante dello stato di necessità: nel caso di specie il furto ha avuto per oggetto due porzioni di formaggio ed una confezione di wurstel del valore complessivo di quattro euro; l'imputato ha pagato alle casse soltanto una confezione di grissini ed ha nascosto gli altri generi alimentari sotto la giacca. Risulta altresì dalla lettura delle sentenze di merito, come l'imputato fosse soggetto privo di dimora e di occupazione. La condizione dell'imputato e le circostanze in cui è avvenuto l'impossessamento della merce dimostrano che egli si impossessò di quel poco cibo per far fronte ad una immediata ed imprescindibile esigenza di alimentarsi, agendo quindi in stato di necessità. L'accertamento, in sede di legittimità, dell'esistenza di una causa di giustificazione impone l'annullamento della sentenza impugnata perchè il fatto non costituisce reato. Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 2 maggio 2016, n. 18248.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 2 maggio 2016, n. 18248 Ritenuto in fatto Con la sentenza impugnata, la Corte d’Appello di Genova ha confermato la sentenza del Tribunale di Genova dei 24.10.13 che condannava alla pena di giustizia, previa concessione dell’attenuante di cui all’art.62 n°4 c.p. con giudizio di equivalenza sulla recidiva, O.R.,...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 2 luglio 2015, n. 28067. Una condizione di difficoltà economica non può legittimare, ai sensi dell’art. 54 c.p., un’occupazione permanente di un immobile per risolvere, in realtà, in modo surrettizio, un’esigenza abitativa, atteso che non può parlarsi di attualità del pericolo in tutte quelle situazioni non contingenti, caratterizzate da una sorta di cronicità essendo destinate a protrarsi nel tempo
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 2 luglio 2015, n. 28067 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ESPOSITO Antonio – Presidente Dott. TADDEI Margherita – Consigliere Dott. RAGO Geppino – Consigliere Dott. VERGA Giovanna – rel. Consigliere Dott. DI...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 28 gennaio 2015, n. 4163. L'esimente dello stato di necessità richiede la concreta immanenza di una situazione di grave pericolo alle persone, caratterizzata dalla indilazionabilità e dalla cogenza tali da non lasciare all'agente altra alternativa che quella di violare la legge
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 28 gennaio 2015, n. 4163 Fatto e diritto Con sentenza in data 7/5/13 la Corte di Appello di Bologna confermava la sentenza emessa dal GIP presso il Tribunale di Forlì,in data 23.11.09,nei confronti di G.I.,ritenuto responsabile del reato di cui agli artt.61 n.5-624 bis CP.per essersi impossessato della...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 21 novembre 2014, n. 48430. L'allegazione da parte dell'imputato dell'erronea supposizione della sussistenza dello stato di necessità non può basarsi su un mero criterio soggettivo, riferito al solo stato d'animo dell'agente, ma deve essere sostenuta da dati di fatto concreti, che siano tali da giustificare l'erroneo convincimento di trovarsi in tale situazione. Orbene, nel caso in oggetto, non vi sono spazi per sostenere che l'imputato abbia ragionevolmente ritenuto di versare in una situazione siffatta, laddove – come bene evidenziato dal giudice di primo grado – prima di allontanarsi dal domicilio per recarsi al Pronto Soccorso dell'ospedale, l'imputato contattava i Carabinieri al numero 112 e la centralinista lo avvisava che, allontanandosi dall'alloggio, egli avrebbe commesso il reato di evasione; ciò nonostante il ricorrente poneva in essere la condotta integrante il reato ex art. 385 cod. pen.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 21 novembre 2014, n. 48430 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 3 dicembre 2012, la Corte d’appello di Ancona ha riformato solo in punto di pena la sentenza del 22 agosto 2012, con la quale il Tribunale di Pesaro ha condannato B.D. in relazione al reato di...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 30 ottobre 2014, n. 45068. Non ricorre lo stato di necessità rilevante ex art. 54 cod. pen. in presenza della mera circostanza che un soggetto tossicodipendente versi in crisi di astinenza, trattandosi della conseguenza di un atto di libera scelta e quindi evitabile da parte dell'agente. In tema di cause di giustificazione, l'allegazione da parte dell'imputato dell'erronea supposizione della sussistenza dello stato di necessità deve basarsi non già su un mero criterio soggettivo, riferito al solo stato d'animo dell'agente, bensì su dati di fatto concreti, tali da giustificare l'erroneo convincimento in capo all'imputato di trovarsi in tale stato
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 30 ottobre 2014, n. 45068 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 9 gennaio 2013, la Corte d’Appello di L’Aquila ha confermato la sentenza del 2 dicembre 2010, con la quale il Tribunale di Teramo, Sezione distaccata di Giulianova, ha condannato alla pena di mesi sei di reclusione...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 15 ottobre 2014, n. 43078. Le condizioni per il riconoscimento dell'esimente dello stato di necessità di cui all'art. 54 cod. pen. che, per l'occupazione arbitraria di un appartamento di proprietà dello IACP, ricorre solo in presenza di un pericolo attuale di un danno grave alla persona, non coincidendo la scriminante dello stato di necessità con l'esigenza dell'agente di reperire un alloggio e risolvere i propri problemi abitativi. Questa conclusione rimane ferma anche nell'ipotesi di occupazione di un alloggio da parte di donna in gravidanza con rischio di aborto
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 15 ottobre 2014, n. 43078 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza in data 10.07.2008, il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Benevento, all’esito del disposto giudizio abbreviato, dichiarava C.E. responsabile del reato di cui agli artt. 633, 639-bis cod. pen. e la condannava alla pena...