Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 30 aprile 2014, n. 9498 Osserva In un procedimento di divorzio, tra B.M. e R.A., la Corte d’Appello di Venezia, con sentenza in data 13/05/2011, in riforma della sentenza del Tribunale di Verona, escludeva l’assegno in favore della moglie. Ricorre per cassazione la B.. Resiste con controricorso il...
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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 28 aprile 2014, n. 17799. La sottrazione di un minore alla potestà del genitore o dei genitori e la sua ritenzione contro la volontà del titolare o dei titolari della potestà parentale tutelano il medesimo bene giuridico incentrato sulla protezione degli interessi del minore e comportano entrambe l'assoggettamento della vittima all'esercizio di un potere illegittimo, distinguendosi solo per le modalità attraverso le quali l'autore del delitto entra in contatto con il minore ed interferisce sui suoi diritti e sulle sue situazioni soggettive, distogliendolo dalle direttive a lui impartite dal genitore o dal tutore: nel primo caso, infatti, si fa cessare de facto una determinata relazione che unisce una persona ad un determinato soggetto, nell'altra ipotesi l'autore del reato approfitta del fatto di essere venuto in contatto con il minore per una causa lecita e lo trattiene indebitamente presso di sé, ossia contro la volontà dell'altro genitore, del tutore, del curatore, o comunque di colui che eserciti una forma di vigilanza o custodia nei confronti del minore. La condotta di uno dei due coniugi deve portare ad una globale sottrazione del minore alla vigilanza dell'altro, sì da impedirgli non solo l'esercizio della funzione educativa e dei poteri inerenti all'affidamento, ma da rendere impossibile quell'ufficio che gli è stato conferito dall'ordinamento nell'interesse del minore e della società.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 28 aprile 2014, n. 17799 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 9 ottobre 2012 la Corte d’appello di Perugia, in parziale riforma della sentenza emessa dal Tribunale di Perugia in data 1 giugno 2007, ha dichiarato non doversi procedere nei confronti di M.F. in ordine al reato...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 11 aprile 2014, n. 8580. L'introduzione, con la Legge n. 54 del 2006, del regime giuridico generale dell'affido condiviso, favorendo anche l'esercizio concreto della bigenitorialita', ha indotto, nell'ipotesi di una pregressa destinazione a casa familiare di un'ampia porzione immobiliare o di piu' unita' abitative, ove tale soluzione fosse consentita dal grado di conflittualita' coniugale a operare un godimento frazionata del bene immobile, fondato su una suddivisione di fatto della disponibilita' dell'abitazione familiare in modo da consentire ai minori la conservazione non solo dell'habitat domestico ma anche della vicinanza e del rapporto pressoche' quotidiano con i genitori.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 11 aprile 2014, n. 8580 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 1 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI PALMA Salvatore – Presidente Dott. CRISTIANO Magda – Consigliere Dott. SCALDAFERRI Andrea – Consigliere Dott. BISOGNI Giacinto – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 23 aprile 2014, n. 17691. Ai fini della configurabilità del delitto di violazione degli obblighi di assistenza familiare, il soggetto obbligato in sede di separazione legale dei coniugi non ha la facoltà di sostituire, di sua iniziativa, la somma di denaro stabilita dal giudice civile a titolo di contributo per il mantenimento della prole con "cose" o "beni" che, secondo una sua scelta arbitraria, meglio corrispondano alle esigenze del minore beneficiario, quali computer o capi di abbigliamento
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 23 aprile 2014, n. 17691 Ritenuto in fatto e considerato in diritto 1. Con la sentenza sopra indicata la Corte di appello di Palermo confermava la pronuncia di primo grado del 01/03/2012 con la quale il Tribunale della stessa città aveva condannato alla pena di giustizia R.C. in...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 16 aprile 2014, n. 8875. L'esercizio del potere di disporre indagini patrimoniali avvalendosi della polizia tributaria, che costituisce una deroga alle regole generali sull'onere della prova, rientra nella discrezionalità del giudice di merito; l'eventuale omissione di motivazione sul diniego di esercizio del relativo potere, pertanto, non è censurabile in sede di legittimità, ove, sia pure per implicito, tale diniego sia logicamente correlabile ad una valutazione sulla superfluità dell'iniziativa per ritenuta sufficienza dei dati istruttori acquisiti
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 16 aprile 2014, n. 8875 Ragioni di fatto e di diritto della decisione 1.- Il Tribunale di Roma, con sentenza del 18.5.2006, ha pronunciato la separazione personale dei coniugi P.M. e M.V. , ha affidato il figlio minore Ma. al padre, assegnando al medesimo la casa familiare di...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 9 aprile 2014 n. 15898 del 09 aprile 2014. Non ogni inadempimento dell'obbligo di mantenimento si traduce in una violazione della legge penale. Per integrare il reato proprio di chi fa «mancare i mezzi di sussistenza ai figli minori», non è infatti sufficiente una breve «autoriduzione» dell'assegno, decisa peraltro a seguito delle mutate condizioni economiche
Testo integrale Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 9 aprile 2014 n. 15898 del 09 aprile 2014
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 7 aprile 2014, n. 8057. Il difensore che abbia svolto attività di assistenza, anche soltanto formale, a favore di entrambi i coniugi nel procedimento di separazione è considerato difensore di entrambi i coniugi anche in assenza di una prova del conferimento formale dell'incarico. L'assistenza, anche solo formale, a favore di entrambi i coniugi nel corso del giudizio di separazione è sufficiente per far scattare il divieto sancito dall'art. 51, primo canone, del codice deontologico forense del 17 aprile 1997, divieto ora ripresto dall'art. 68, quarto comma, del codice deontologico forense attualmente vigente
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Sentenza 7 aprile 2014, n. 8057 Ritenuto in fatto 1. – Il Consiglio dell’ordine degli avvocati di Roma in data 8 giugno 2010 ha inflitto all’Avv. M.T. la sanzione disciplinare della censura, avendolo ritenuto responsabile della violazione dell’art. 51 del codice deontologico per avere difeso F.D. nei...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 8 aprile 2014, n. 15696. La Corte d'appello a conferma di quella emessa dal Giudice dell'udienza preliminare, all'esito di giudizio abbreviato, ha condannato l'ex moglie per violazione di domicilio (artt. 110, 614, comma 4, cod. pen.) per lesioni personali e danneggiamento in danno dell'ex coniuge
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 8 aprile 2014, n. 15696 Ritenuto in fatto 1. La Corte d’appello di Palermo, con sentenza dell’1/3/2013, a conferma di quella emessa dal Giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Termini Imerese, all’esito di giudizio abbreviato, ha condannato L.D., T.R. e V.G. per violazione di domicilio (artt. 110, 614,...
Corte di Cassazione, sezioni unite, ordinanza 7 aprile 2014, n. 8049. Rimesso alla Corte di giustizia europea il quesito se in un giudizio di divorzio fra cittadini comunitari (italiani) residenti in un diverso Stato Ue (a Londra), la giurisdizione sul mantenimento dei figli spetti al giudice della separazione, oppure a quello diverso (in questo caso inglese), davanti al quale è pendente il giudizio attinente alla responsabilità genitoriale
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite ordinanza 7 aprile 2014, n. 8049 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ADAMO Mario – Primo Presidente f.f. Dott. RORDORF Renato – Presidente Sez. Dott. PICCININNI Carlo – rel. Consigliere Dott. VIVALDI Roberta –...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 21 febbraio 2014, n. 8431. Non commette reato di ingiuria e minaccia l'ex marito che litiga con la moglie che non gli vuole far vedere il figlio, purchè il giudice accerti la sussistenza o la probabilità dell'esimente
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V PENALE Sentenza 21 febbraio 2014, n. 8431 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FERRUA Giuliana – Presidente – Dott. OLDI Paolo – Consigliere – Dott. ZAZA Carlo – Consigliere – Dott. SETTEMBRE Antonio – rel....