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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 28 aprile 2014, n. 17799. La sottrazione di un minore alla potestà del genitore o dei genitori e la sua ritenzione contro la volontà del titolare o dei titolari della potestà parentale tutelano il medesimo bene giuridico incentrato sulla protezione degli interessi del minore e comportano entrambe l'assoggettamento della vittima all'esercizio di un potere illegittimo, distinguendosi solo per le modalità attraverso le quali l'autore del delitto entra in contatto con il minore ed interferisce sui suoi diritti e sulle sue situazioni soggettive, distogliendolo dalle direttive a lui impartite dal genitore o dal tutore: nel primo caso, infatti, si fa cessare de facto una determinata relazione che unisce una persona ad un determinato soggetto, nell'altra ipotesi l'autore del reato approfitta del fatto di essere venuto in contatto con il minore per una causa lecita e lo trattiene indebitamente presso di sé, ossia contro la volontà dell'altro genitore, del tutore, del curatore, o comunque di colui che eserciti una forma di vigilanza o custodia nei confronti del minore. La condotta di uno dei due coniugi deve portare ad una globale sottrazione del minore alla vigilanza dell'altro, sì da impedirgli non solo l'esercizio della funzione educativa e dei poteri inerenti all'affidamento, ma da rendere impossibile quell'ufficio che gli è stato conferito dall'ordinamento nell'interesse del minore e della società.

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza  28 aprile 2014, n. 17799 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 9 ottobre 2012 la Corte d’appello di Perugia, in parziale riforma della sentenza emessa dal Tribunale di Perugia in data 1 giugno 2007, ha dichiarato non doversi procedere nei confronti di M.F. in ordine al reato...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 8 aprile 2014, n. 15696. La Corte d'appello a conferma di quella emessa dal Giudice dell'udienza preliminare, all'esito di giudizio abbreviato, ha condannato l'ex moglie per violazione di domicilio (artt. 110, 614, comma 4, cod. pen.) per lesioni personali e danneggiamento in danno dell'ex coniuge

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza  8 aprile 2014, n. 15696 Ritenuto in fatto 1. La Corte d’appello di Palermo, con sentenza dell’1/3/2013, a conferma di quella emessa dal Giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Termini Imerese, all’esito di giudizio abbreviato, ha condannato L.D., T.R. e V.G. per violazione di domicilio (artt. 110, 614,...

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Corte di Cassazione, sezioni unite, ordinanza 7 aprile 2014, n. 8049. Rimesso alla Corte di giustizia europea il quesito se in un giudizio di divorzio fra cittadini comunitari (italiani) residenti in un diverso Stato Ue (a Londra), la giurisdizione sul mantenimento dei figli spetti al giudice della separazione, oppure a quello diverso (in questo caso inglese), davanti al quale è pendente il giudizio attinente alla responsabilità genitoriale

Suprema Corte di Cassazione sezioni unite ordinanza 7 aprile 2014, n. 8049   REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ADAMO Mario – Primo Presidente f.f. Dott. RORDORF Renato – Presidente Sez. Dott. PICCININNI Carlo – rel. Consigliere Dott. VIVALDI Roberta –...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 21 febbraio 2014, n. 8431. Non commette reato di ingiuria e minaccia l'ex marito che litiga con la moglie che non gli vuole far vedere il figlio, purchè il giudice accerti la sussistenza o la probabilità dell'esimente

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V PENALE Sentenza 21 febbraio 2014, n. 8431 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FERRUA Giuliana – Presidente – Dott. OLDI Paolo – Consigliere – Dott. ZAZA Carlo – Consigliere – Dott. SETTEMBRE Antonio – rel....