Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 6 aprile 2016, n. 13750 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. CARCANO Domenico – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere Dott. SCALIA Laura...
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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 17 marzo 2016, n. 11441. Ferme restando le sanzioni amministrative di cui al d.l. n. 49/2003, conv. con modif. dalla l. n. 119/2003, non precluse dal principio di specialità di cui alla l. n. 689/1981, risponde di truffa aggravata chi costituisce una cooperativa priva di strutture e beni, facendola apparire come intermediario tra “soci-produttori” ed “acquirenti finali trasformatori” e non versa all’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA) quanto dovuto per l’eccesso di produzione di latte rispetto ai contingenti di quote assegnati
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 17 marzo 2016, n. 11441 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROTUNDO Vincenzo – Presidente Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere Dott. SCALIA Laura...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza del 23 marzo 2016, n. 12391. Il mero rifiuto di ottemperare ai provvedimenti giudiziali previsti dall’art. 388 c.p., comma 2, non costituisce comportamento elusivo penalmente rilevante, a meno che l’obbligo imposto non sia coattivamente ineseguibile, richiedendo la sua attuazione la necessaria collaborazione del soggetti, obbligato. L’interesse tutelato dall’art. 388 c.p., comma 2, non è infatti l’autorità in sè delle decisioni giurisdizionali, bensì l’esigenza costituzionale di effettività della giurisdizione. Allorchè si tratti dell’esecuzione di un provvedimento giurisdizionale adottato in sede di separazione dei coniugi sulle modalità di visita del figlio minore del genitore non affidatario, l’elusione, e quindi, come chiarito dalla Corte di legittimità, la frustrazione dell’altrui legittima pretesa, si attua anche attraverso una mera omissione o rifiuto del genitore affidatario del bambino a chè lo stesso trascorra con l’altro genitore il periodo prestabilito
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza del 23 marzo 2016, n. 12391 LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente – Dott. CARCANO Domenico – Consigliere – Dott. VILLONI Orlando – Consigliere – Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere – Dott. SCALIA Laura – rel....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 1 marzo 2016, n. 8389. In tema di confisca di prevenzione poiché la pericolosità sociale qualificata oltre ad essere presupposto della confisca stessa è anche misura temporale del suo ambito applicativo, il giudice di merito che la disponga, in difetto di perspicui dati indiziari che riscontrino una dilatazione temporale della prima destinata a ricomprendere l’intero percorso di vita del proposto, è tenuto a circoscriverla al periodo in cui si è avuta la manifestazione di pericolosità, debitamente valorizzando le relative condotte
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 1 marzo 2016, n. 8389 Ritenuto in fatto 1. Con decreto in data 5 febbraio 2015, la Corte di appello di Bari, in accoglimento dell’impugnativa proposta da C.R. e da B.A. avverso il decreto del Tribunale del 12 giugno 2013, ha ridotto la misura personale della sorveglianza speciale...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 22 gennaio 2016, n. 3048. Il pubblico ufficiale o la persona incaricata di un pubblico servizio, che, violando i doveri inerenti alle funzioni o al servizio, o comunque abusando della sua qualità, rivela notizie di ufficio, le quali debbano rimanere segrete, o ne agevola in qualsiasi modo la conoscenza” (art. 326, comma primo, cod. pen.) risulta infatti integrato da un dolo generico, che consiste nella coscienza e volontà di rivelare notizie o di agevolarne la loro conoscenza da parte di terzi, nella consapevolezza del loro carattere segreto e della violazione dei loro doveri di funzione. Per gli indicati contenuti quindi l’intento dell’agente non è quello di recare danno al privato che pertanto patisce per la descritta condotta di eventuali pregiudizi non in via diretta, ma quale riflessa conseguenza destinata a rilevare ai fini della risarcibilità derivante da reato, ma non a legittimare il privato stesso all’esercizio dei poteri processuali destinati ad incidere sulle sorti dell’azione penale (artt. 408, 409, 410 cod. proc. pen.).
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 22 gennaio 2016, n. 3048 Ritenuto in fatto 1. Con provvedimento adottato de plano in data 18 settembre 2014, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli ha disposto l’archiviazione del procedimento iscritto a carico di V.R. , sostituto Procuratore presso il Tribunale di Salerno, per...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 30 novembre 2015, n. 47302. Il giudice della cautela, chiamato ad esprimersi, ai sensi dell’art. 275, comma 2-bis, secondo periodo, cod. proc. pen., in via prognostica, sulla pena detentiva da irrogarsi all’esito del giudizio al fine di escludere l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere ove la pena risulti contenuta nella misura non superiore ai tre anni, deve condurre il proprio sindacato discrezionale, tenendo conto di tutti gli indici sintomatici della gravità del reato e della capacità a delinquere previsti dall’art. 133 cod. pen.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 30 novembre 2015, n. 47302 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROTUNDO Vincenzo – Presidente Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere Dott. SCALIA Laura – rel. Consigliere Dott. BASSI...