Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 31 marzo 2017, n. 8320
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Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 31 marzo 2017, n. 8320

Sussiste diffamazione e, pertanto la persona offesa ha il diritto a chiederne il risarcimento in sede civile, quando le espressioni offensive siano state pronunciate in un contesto con più persone e che quindi da tale comportamento siano derivati danni all’onore e al prestigio della persona offesa Suprema Corte di Cassazione sezione III civile sentenza 31...

Corte di Cassazione, sezione VI civile, ordinanza 6 febbraio 2017, n. 3105
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Corte di Cassazione, sezione VI civile, ordinanza 6 febbraio 2017, n. 3105

Equitalia è tenuta a pagare le spese del procedimento giudiziale anche se l’illegittimità dell’azione esecutiva intrapresa è da ascrivere all’ente creditore interessato e non all’agente della riscossione Suprema Corte di Cassazione sezione VI civile ordinanza 6 febbraio 2017, n. 3105 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE...

Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 17 gennaio 2017, n. 920
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Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 17 gennaio 2017, n. 920

A norma dell’art. 170 c.p.c., dopo la costituzione delle parti in giudizio, tutte le notificazioni e comunicazioni si fanno, salvo che la legge disponga altrimenti, al procuratore costituito e nel suo domicilio, senza necessità che la parte abbia eletto domicilio presso di lui. L’art. 82 del R.D. 22.1.1934 n. 37, integra il contenuto precettivo dell’art....

Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 13 dicembre 2016, n. 25491
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Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 13 dicembre 2016, n. 25491

Esclusa la responsabilità dell’insegnante per i danni ricevuti da un alunno che, nell’uscire di classe e recarsi all’armadietto per prendere materiale didattico, è stato travolto da altro coetaneo e dal violento urto è rimasto pesantemente offeso Suprema Corte di Cassazione sezione III civile sentenza 13 dicembre 2016, n. 25491 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO...

Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 30 settembre 2016, n. 19416
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Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 30 settembre 2016, n. 19416

Obbligato a corrispondere il compenso professionale al difensore per l’opera professionale richiesta non è necessariamente colui che ha rilasciato la procura alla lite, potendo anche essere colui che abbia affidato al legale il mandato di patrocinio, anche se questo sia stato richiesto e si sia svolto nell’interesse di un terzo. Si instaura in tale ipotesi,...

Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza 19 luglio 2016, n. 14701
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Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza 19 luglio 2016, n. 14701

Dall’iscrizione alla scuola, deriva, a carico di essa, l’obbligazione di vigilare sulla sicurezza e l’incolumità dell’allievo nel tempo in cui questi fruisce della prestazione scolastica in tutte le sue manifestazioni. Tra questi c’è anche l’obbligo di vigilare sull’idoneità dei luoghi, predisponendo gli accorgimenti necessari in conseguenza del loro stato. Quindi spetta all’amministrazione scolastica dimostrare di...

Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 10 giugno 2016, n. 11905
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Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 10 giugno 2016, n. 11905

La responsabilità del prestatore di opera intellettuale nei confronti del proprio cliente per negligente svolgimento dell’attività professionale presuppone la prova del danno e del nesso causale tra la condotta del professionista ed il pregiudizio del cliente e, in particolare, trattandosi dell’attività del difensore, l’affermazione della responsabilità per colpa professionale implica una valutazione prognostica positiva circa...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 14 marzo 2016, n. 4897. Per il legittimo esercizio del diritto di cronaca, la giurisprudenza ha individuato tre condizioni: a) la verità della notizia pubblicata; b) l’interesse pubblico alla conoscenza del fatto (c.d. pertinenza); c) la correttezza formale nell’esposizione (c.d. continenza). La critica, proprio in quanto consiste nella manifestazione di un’opinione, non può che essere soggettiva e corrispondente al punto di vista di chi la esprime. Conseguentemente i giudizi critici non possono essere suscettibili di valutazioni che pretendano di ricondurli a verità oggettiva. Inoltre, il diritto di esprimere dissensi può comportare che la contrapposizione di idee si manifesti anche in modo aspro, in relazione a fatti compiuti o a giudizi espressi da altri. Peraltro, anche nella valutazione dell’esercizio del diritto di critica giornalistica, pur dovendosi riconoscere limiti più ampi rispetto a quelli fissati per il diritto di cronaca, deve ricercarsi un bilanciamento dell’interesse individuale alla reputazione con l’interesse a che non siano introdotte limitazioni alla formazione del pensiero costituzionalmente garantita. La distinzione sopra fatta tra diritto di critica e diritto di cronaca è schematica, poiché nella pratica si verifica che la esposizione di fatti determinati (cronaca) sia resa insieme alle opinioni (critica) di chi la compie, in modo da costituire allo stesso tempo esercizio di cronaca e di critica. In questi casi, in relazione a ciascun contenuto espressivo vanno applicati i corrispondenti e diversi limiti scriminanti che sono propri della cronaca e della critica. A meno che l’interprete non ritenga, con congrua motivazione, che l’articolo, valutato nel suo complesso, sia prevalentemente e significativamente esercizio del diritto di cronaca o di critica, accordando conseguentemente rilievo all’una o all’altra scriminant

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 14 marzo 2016, n. 4897 Svolgimento del processo 1. Nel 2002, il gen. De.An. convenne in giudizio i giornalisti C.M. e V.W. , il Gruppo Editoriale L’Espresso S.p.a. ed il direttore responsabile del quotidiano Repubblica, M.E. , per ottenere il risarcimento del danno da violazione del diritto all’onore...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 25 febbraio 2016, n. 3695. In caso di danno cagionato dall’alunno a se stesso, la responsabilità dell’Istituto scolastico e dell’insegnante ha natura contrattuale, atteso che, quanto all’Istituto, l’accoglimento della domanda di iscrizione determina l’instaurazione di un vincolo negoziale, dal quale sorge l’obbligo di vigilare sulla sicurezza e sull’incolumità del discepolo nel tempo in cui questi fruisce della prestazione scolastica in tutte le sue espressioni; quanto al precettore, tra insegnante e allievo si instaura, per contatto sociale, un rapporto giuridico nell’ambito del quale il primo assume anche uno specifico obbligo di protezione e vigilanza, onde evitare che l’alunno si procuri da solo un danno alla persona. Ne deriva che, nelle controversie instaurate per il risarcimento del danno da autolesione nei confronti dell’istituto scolastico dell’insegnante, è applicabile il regime probatorio imposto dall’art. 1218 c.c., sicché, mentre il danneggiato deve provare esclusivamente che l’evento dannoso si è verificato nel corso dello svolgimento del rapporto, sulla scuola incombe l’onere di dimostrare che l’evento è stato determinato da causa non imputabile né alla scuola né all’insegnante

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 25 febbraio 2016, n. 3695 Svolgimento del processo 1. Nel 2006, L.F. e C.M.P. , nella qualità di esercenti la potestà genitoriale sulla minore L.A. , convennero in giudizio il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, per ottenere la condanna al risarcimento dei danni patiti dalla minore, allora...