SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 21 settembre 2015, n. 38281 RITENUTO IN FATTO A.L. e T.M. sono stati condannati dal Tribunale di Torre Annunziata alla pena di giustizia perchè ritenuti colpevoli del reato di cui all’art. 378 c.p. loro ascritto. Interposto appello, la Corte di Appello di Napoli ha confermato la decisione assunta...
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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 21 settembre 2015, n. 38307. La persona danneggiata, pur costituita parte civile, che non sia anche persona offesa non è legittimata a proporre ricorso per cassazione avverso la sentenza di non luogo a procedere, essendo tale impugnazione destinata alla tutela esclusiva degli interessi penalistici della persona offesa
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 21 settembre 2015, n. 38307 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza impugnata il Gip del Tribunale di Verona ha dichiarato ex art. 425 cod.proc.pen. non doversi procedere nei confronti di P.A. avuto riguardo al reato allo stesso ascritto, ricondotto all’egida di cui all’art. 373 cod.pen., concludendo per...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 3 agosto 2015, n. 33999. Mettere in circolazione il proprio mezzo sottoposto a sequestro amministrativo fa scattare solo la sanzione amministrativa senza alcuna ripercussione penale. Non viene commesso pertanto il reato previsto dall’articolo 334 del codice penale per chi, disinteressandosi della misura cautelare reale, metta in moto l’auto e ci giriLa condotta potrebbe integrare l’ipotesi delittuosa in quanto viene elusa la finalità sanzionatoria che è rappresentata dallo stop del mezzo. Tuttavia nel caso la legge speciale, rappresentata dall’articolo 213 del codice della strada, viene fatta prevalere su quella generale dettata come ricordato dall’articolo 334 del codice penale.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 3 agosto 2015, n. 33999 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente Dott. CARCANO Domenic – Consigliere Dott. FIDELBO Giorgio – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuel – Consigliere Dott. PATERNO’...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 13 febbraio 2015, n. 6483. Nell'individuazione dei reati rispetto ai quali è applicabile l'istituto della sospensione del procedimento con messa alla prova (cosiddetta probation) di cui all'articolo 168-bis del Cp avendo riguardo al mero riferimento edittale («reati puniti … con la pena edittale detentiva non superiore al massimo a quattro anni, sola, congiunta o alternativa alla pena pecuniaria …»), deve considerarsi unicamente la pena massima prevista per ciascuna ipotesi di reato, prescindendo dal rilievo che nel caso concreto potrebbe assumere la presenza della contestazione di una circostanza aggravante, comprese quelle a effetto speciale
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 13 febbraio 2015, n. 6483 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente Dott. LANZA Luigi – Consigliere Dott. FIDELBO Giorgio – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierlui – Consigliere Dott. PATERNO’ RADDUSA...