La condotta di disturbo anche se condotta in un lasso di tempo brevissimo che abbia però ingenerato nella vittima uno stato d’ansia, integra il reato di stalking Suprema Corte di Cassazione sezione V penale sentenza 13 settembre 2016, n. 38089 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE...
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Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 15 luglio 2016, n. 30353
La condotta penalmente rilevante, prevista dal reato di cui all’art. 734 bis cod. pen. (divulgazione delle generalità o dell’immagine di persona offesa da atti di violenza sessuale), consiste nel portare a conoscenza di un numero indeterminato di persone le generalità o l’immagine della vittima, senza il suo consenso, attraverso delle modalità che comunque consentano di...
Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 16 giugno 2016, n. 25062
Le statuizioni civili pronunciate nel giudizio di merito sopravvivono all’intervenuta abrogazione della rilevanza penale del fatto il cui accertamento le ha giustificate Suprema Corte di Cassazione sezione V penale sentenza 16 giugno 2016, n. 25062 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:...
Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 7 giugno 2016, n. 23592
Quando sussistono i diversi ingiurie e minacce può essere riconosciuta, anche, la sussistenza dell’aggravante ex art. 3 D. Lgs. n. 122/1993, nel caso di comportamenti posti in essere in danno di donne magrebine indicativi di una sua spiccata avversione per le persone di fede musulmana Suprema Corte di Cassazione sezione V penale sentenza 7...
Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 7 giugno 2016, n. 23641
Il domicilio di cui all’art. 624 bis c.p. è quel luogo in cui si svolge in tutto o in parte la vita privata di un individuo Suprema Corte di Cassazione sezione V penale sentenza 7 giugno 2016, n. 23641 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta...
Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 9 giugno 2016, n. 24065
Non integra il reato di diffamazione l’affermazione offensiva, caratterizzata da preconcetti e luoghi comuni, che non consenta l’individuazione specifica ovvero riferimenti inequivoci a circostanze e fatti di notoria conoscenza attribuibili ad un determinato individuo, giacché il soggetto passivo del reato deve essere individuabile, in termini di affidabile certezza, dalla stessa prospettazione oggettiva dell’offesa, quale si...
Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 18 maggio 2016, n. 20696.
Può configurarsi il concorso tra il reato di atti persecutori e quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, giacché quest’ultimo certamente contempla un bene giuridico diverso, in quanto finalizzato a tutelare l’interesse dello Stato ad impedire che la privata violenza si sostituisca all’esercizio della funzione giurisdizionale in occasione dell’insorgere di una controversia. Infatti, ciò che...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 10 maggio 2016, n. 19447.
La consunzione (o sussidiarietà) si ha quando per identità, se non del preciso bene giuridico tutelato, degli scopi prevalenti perseguiti dalle norme concorrenti, lo scopo della norma che prevede un reato minore sia chiaramente assorbito da quello relativo ad un reato più grave, il quale esaurisca il significato antigiuridico del fatto, sicché appaia con evidenza...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 2 marzo 2016, n. 8638. Tenuto conto del principio generale del favor conciliationis, cui è improntato il sistema normativo che regola il procedimento penale dinanzi al Giudice di Pace, e che esso è collocabile nell’ambito del più ampio principio della ragionevole durata dei processi, la mancata comparizione del querelante – previamente e chiaramente avvisato del fatto che l’eventuale successiva assenza possa essere interpretata come volontà di non perseguire nell’istanza di punizione – integra gli estremi della remissione tacita, sempre che lo stesso querelante abbia personalmente ricevuto detto avviso, non sussistano manifestazioni di segno opposto e nulla induca a dubitare che si tratti di perdurante assenza dovuta a libera e consapevole scelta
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 2 marzo 2016, n. 8638 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SAVANI Piero – Presidente Dott. CATENA Rossella – Consigliere Dott. MICCOLI Grazia – rel. Consigliere Dott. SCARLINI Enrico V.S. – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 12 novembre 2015, n. 45230. Nonostante non sia pacifico se il giudice di pace possa auto-assegnarsi un termine diverso e maggiore di quello di quindici giorni per il deposito della motivazione (art. 32 D. Lgs. 28.8.2000, n. 274), qualora agisca in tal senso, senza notificare l’avviso di deposito della motivazione stessa, la proposizione dell’impugnazione nei termini di legge sana la nullità derivante dall’omissione, avvalendosi l’impugnante della facoltà al cui esercizio l’atto omesso e nullo era preordinato
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 12 novembre 2015, n. 45230 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LOMBARDI Alfredo – Presidente Dott. BEVERE Antonio – Consigliere Dott. DE BERARDINIS Silvana – Consigliere Dott. MICCOLI Grazi – rel. Consigliere Dott....