Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 19 aprile 2016, n. 7719 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente Dott. VENUTI Pietro – Consigliere Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere Dott. NEGRI DELLA TORRE Paolo – Consigliere Dott. ESPOSITO...
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Sia in sede di configurabilità della giusta causa di licenziamento che in quella di proporzionalità della sanzione disciplinare, l’operazione valutativa compiuta dal giudice del merito nell’applicare le clausole generali come quella dell’art. 2119 o dell’art. 2106 cod. civ., che dettano tipiche “norme elastiche”, non sfugge ad una verifica in sede di giudizio di legittimità, sotto il profilo della correttezza del metodo seguito nell’applicazione della clausola generale, poiché l’operatività in concreto di norme di tale tipo deve rispettare criteri e principi desumibili dall’ordinamento generale, a cominciare dai principi costituzionali e della disciplina particolare – anche collettiva – in cui la fattispecie si colloca. Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 14 aprile 2016, n. 7419.
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 14 aprile 2016, n. 7419 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente Dott. VENUTI Pietro – Consigliere Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere Dott. NEGRI DELLA TORRE Paolo – Consigliere Dott. ESPOSITO...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 16 marzo 2016, n. 5226. Non sussiste incompatibilità tra il sussidio per lo svolgimento di lavori socialmente utili ed il compenso ricavato da diversa attività di lavoro subordinato, svolta a tempo parziale, con orario e modalità che non interferiscono con il lavoro socialmente utile
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 16 marzo 2016, n. 5226 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente Dott. VENUTI Pietro – Consigliere Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere Dott. NEGRI DELLA TORRE Paolo – Consigliere Dott. BALESTRIERI...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 14 marzo 2016, n. 4920. Trattamento di fine rapporto e rendimento di polizza stipulata dal datore di lavoro con una società di assicurazioni al fine di garantire in ogni caso ai dipendenti il pagamento del trattamento medesimo sono crediti diversi per fatto costitutivo e natura; per l’effetto, l’eventuale giudicato formatosi sul primo non estende i propri effetti preclusivi ex art. 2909 cod. civ. anche sul secondo
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 14 marzo 2016, n. 4920 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere Dott. MANNA Antonio – rel. Consigliere Dott. NEGRI DELLA TORRE Paolo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione lavoro, ordinanza 29 febbraio 2016, n. 3982. La previsione secondo cui il contratto di lavoro intermittente può essere concluso con riferimento a prestazioni rese da soggetti con meno di venticinque anni potrebbe violare il principio di non discriminazione in base all’età previsto dall’Unione europea. Con questa motivazione è stata sollevata questione pregiudiziale alla Corte di Giustizia UE, in vista di un potenziale conflitto tra la direttiva 2000/78 e l’articolo 34, comma 2, del Dlgs n. 276 del 2003, nella formulazione “ratione temporis” applicabile.
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro ordinanza 29 febbraio 2016, n. 3982 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente Dott. NAPOLETANO Giuseppe – rel. Consigliere Dott. MANNA Antonio – Consigliere Dott. NEGRI DELLE TORRE Paolo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 8 marzo 2016, n. 4509. In caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, il datore di lavoro che adduca a fondamento del licenziamento la soppressione del posto di lavoro cui era addetto il lavoratore licenziato, ha l’onere di provare non solo che al momento del licenziamento non sussisteva alcuna posizione di lavoro analoga a quella soppressa, ma anche di aver prospettato al lavoratore licenziato, senza ottenerne il consenso, la possibilità di un suo impiego in mansioni inferiori rientranti nel suo bagaglio professionale, purché tali mansioni inferiori siano compatibili con l’assetto organizzativo aziendale insindacabilmente stabilito dall’imprenditore
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 8 marzo 2016, n. 4509 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente Dott. VENUTI Pietro – Consigliere Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere Dott. NEGRI DELLA TORRE Paolo – Consigliere Dott. LORITO...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 21 marzo 2016, n. 5523. L’esercizio da parte del lavoratore del diritto di critica delle decisioni aziendali, sebbene sia garantito dagli art. 21 e 39 Costituzione, incontra i limiti della correttezza formale che sono imposti dall’esigenza, anch’essa costituzionalmente garantita (art. 2 Cost.), di tutela della persona umana, sicché, ove tali limiti siano superati, con l’attribuzione all’impresa datoriale od ai suoi rappresentanti di qualità apertamente disonorevoli, di riferimenti volgari e infamanti e di deformazioni tali da suscitare il disprezzo e il dileggio, il comportamento del lavoratore può costituire giusta causa di licenziamento, pur in mancanza degli elementi soggettivi ed oggettivi costitutivi della fattispecie penale della diffamazione
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 21 marzo 2016, n. 5523 Svolgimento del processo Con la sentenza n. 791 pubblicata il 29.7.2014, la Corte d’appello dì Torino rigettava il reclamo proposto da F.L. avverso la sentenza del Tribunale della stessa sede che aveva confermato l’ordinanza resa in sede di cognizione sommaria nel procedimento ex...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 9 marzo 2016, n. 4635. La causa del patto di prova consiste nella tutela dell’interesse comune alle due parti del rapporto di lavoro, in quanto diretto ad attuare un esperimento nel quale sia il datore di lavoro che il lavoratore possono verificare la reciproca convenienza del contratto. Ciò comporta che il medesimo patto deve ritenersi invalido ove tale verifica, per le specifiche mansioni, sia già avvenuta in virtù delle prestazioni precedentemente rese dallo stesso lavoratore per un congruo lasso di tempo
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 9 marzo 2016, n. 4635 Svolgimento del processo La Corte d’appello di Brescia, con sentenza depositata il 29 febbraio 2012, ha confermato la decisione di primo grado, che aveva dichiarato inefficace il licenziamento intimato a E.C. da Poste Italiane s.p.a. per mancato superamento del periodo di prova. La...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 15 marzo 2016, n. 5052. Presupposto indefettibile – oltre a quello dell’anzianità contributiva – affinché possa essere erogata la pensione di anzianità è che il rapporto di lavoro dipendente da cui deriva sia cessato
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO SENTENZA 15 marzo 2016, n. 5052 Motivi della decisione 1- Preliminarmente ex art. 335 c.p.c. si riuniscono i ricorsi in quanto aventi ad oggetto la medesima sentenza. 2- Con unico motivo il ricorso principale denuncia violazione e falsa applicazione dell’art. 3 co. io legge n. 421/92, dell’art. 10 co....
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 10 marzo 2016, n. 4695. In tema di licenziamento, la valutazione della gravità dei fatto non va operata in astratto, ma con riferimento agli aspetti concreti afferenti alla natura e alla qualità del singolo rapporto, alla posizione delle parti, al grado di affidabilità richiesto dalle singole mansioni, nonché alla portata soggettiva dei fatto, ossia alle circostanze dei suo verificarsi, ai motivi e all’intensità dell’elemento intenzionale e di quello colposo. La gravità dell’inadempimento deve essere valutata nel rispetto della regola generale della “non scarsa importanza” dì cui all’art. 1455 c.c., sicchè la sussistenza in concreto di una giusta causa di licenziamento va accertata in relazione sia della gravità dei fatti addebitati al lavoratore – desumibile dalla loro portata oggettiva e soggettiva, dalle circostanze nelle quali sono stati commessi nonché dall’intensità dell’elemento intenzionale -, sia della proporzionalità tra tali fatti e la sanzione inflitta
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 10 marzo 2016, n. 4695 Svolgimento del processo La Corte d’appello di Milano, con sentenza depositata il 29 agosto 2012, ha confermato la decisione di primo grado, che aveva rigettato la domanda proposta da C.M. nei confronti di Surflex s.r.l., volta ad ottenere la declaratoria di illegittimità del...