SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 15 dicembre 2014, n. 15075 Ritenuto in fatto Il Tribunale di Cremona, con sentenza confermata dalla Corte di appello di Brescia in data 3/10/2013, all’esito di giudizio abbreviato, ha condannato L.A. , dottore commercialista, per i reati di cui agli artt. 615-ter e 616 cod. pen., unificati dal...
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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 15 dicembre 2014, n. 52073. Il perfezionamento di un negozio, causalmente riconducibile allo schema della transazione (art. 1965 cod. civ.), che individua un titolo idoneo a giustificare la successiva erogazione di somme in favore dell'amministratore, sottraendole alla naturale destinazione al soddisfacimento delle ragioni creditorie, integra una condotta distrattiva, proprio perché pone un vincolo giuridicamente azionabile che programma una diminuzione patrimoniale, penalmente rilevante, in quanto se ne accerti l'estraneità alle finalità dell'impresa
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 15 dicembre 2014, n. 52073 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DUBOLINO Pietro – Presidente Dott. BEVERE Antonio – Consigliere Dott. MICCOLI Grazia – Consigliere Dott. GUARDIANO Alfredo – Consigliere Dott. DE MARZO...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 15 dicembre 2014, n. 52075. Accesso abusivo ad un sistema informatico per chi consulti senza permesso la casella di posta elettronica di un collega di studio. Né può invocare la scriminante dell'articolo 51 del Cp adducendo l'esercizio di un diritto, dovendosi difendere in un procedimento penale promosso proprio dalla persona spiata
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 15 dicembre 2014, n. 52075 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DUBOLINO Pietro – Presidente Dott. DE BERARDINIS Silvana – Consigliere Dott. ZAZA Carlo – Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 15 dicembre 2014, n. 52082. Quanto alla natura ingiuriosa della parola "scemo", le frasi volgari e offensive sono idonee a integrare gli estremi del reato (di oltraggio) anche se siano divenute di uso corrente in particolari ambienti perché l'abitudine al linguaggio volgare e genericamente offensivo proprio di determinati ceti sociali non toglie alle dette frasi la loro obiettiva capacità di ledere il prestigio del pubblico ufficiale, con danno della pubblica amministrazione da esso rappresentata.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 15 dicembre 2014, n. 52082 Ritenuto in fatto 1. P.D., imputato dei reati di cui agli articoli 612 e 594 del codice penale, commessi nei confronti di Perugini Francesco, è stato condannato dal giudice di pace di Ancona per il reato di ingiuria ed assolto per quello di...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 18 novembre 2014, n. 47601. Nei delitti contro la fede pubblica l'innocuità del falso non va ritenuta con riferimento all'uso che si intende fare del documento, ma solo se si esclude l'idoneità dell'atto falso ad ingannare comunque la fede pubblica. Sussiste, pertanto, il falso innocuo solo quando esso si riveli in concreto inidoneo a ledere l'interesse tutelato dalla genuinità dei documenti e cioè quando non abbia la capacità di conseguire uno scopo antigiuridico, nel senso che l'infedele attestazione (nel falso ideologico) o la compiuta alterazione (nel falso materiale) appaiano del tutto irrilevanti ai fini del significato dell'atto e del suo valore probatorio e, pertanto, inidonee al conseguimento delle finalità che con l'atto falso si intendevano raggiungere; in tal caso, infatti, la falsità non esplica effetti sulla funzione documentale che l'atto è chiamato a svolgere, che è quella di attestare i dati in esso indicati, con la conseguenza che l'innocuità non deve essere valutata con riferimento all'uso che dell'atto falso venga fatto
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 18 novembre 2014, n. 47601 Fatti e diritto 1. Con sentenza pronunciata l’1.7.2013 la corte di appello di Milano confermava la sentenza con cui il tribunale di Milano, in composizione monocratica, in data 28.10.2009, aveva condannato L.P., imputato del delitto di cui all’art. 483, c.p., in relazione agli...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 3 ottobre 2014, n. 41190. Non integra il reato di ingiuria, né quello di minaccia, augurare ad altri la morte. Stessa cosa dicasi per l'assicurazione che in caso di incidente stradale si ometterà ogni soccorso
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 3 ottobre 2014, n. 41190 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DUBOLINO Pietro – Presidente Dott. BEVERE Antonio – Consigliere Dott. FUMO Maurizi – rel. Consigliere Dott. SETTEMBRE Antonio – Consigliere Dott. MICHELI...
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