Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 4 novembre 2014, n. 23426 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RUSSO Libertino Alberto – Presidente Dott. SESTINI Danilo – Consigliere Dott. SCARANO Luigi A. – Consigliere Dott. CIRILLO Francesco Maria – Consigliere Dott....
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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 4 settembre 2014, n. 36920. In presenza di una condotta altamente imprudente e deliberatamente rischiosa della vittima – consistente nel guidare una motoslitta ad alta velocità per superare depressioni profonde del terreno non facilmente visibili – deve essere escluso il nesso causale tra la condotta omissiva addebitata al proprietario del terreno, non recintato e aperto al pubblico, e l'evento, perché la condotta della vittima rappresenta una condizione sopravvenuta da sola sufficiente a determinare l'evento.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV SENTENZA 4 settembre 2014, n. 36920 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza dell’11/3/2010 il G.u.p. del Tribunale di Campobasso, all’esito di giudizio abbreviato, dichiarava C.R. responsabile del delitto p. e p. dagli artt. 40, comma 2, e 589 cod. pen. a lui ascritto, quale legale rappresentante della Intur S.p.a.,...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 17 ottobre 2013, n. 42656. In materia di responsabilità medica nella ricostruzione del nesso eziologico non può assolutamente prescindersi dall’individuazione di tutti gli elementi concernenti la causa dell’evento; solo conoscendo in tutti i suoi aspetti fattuali e scientifici il momento iniziale e la successiva evoluzione della malattia è poi possibile analizzare la condotta (omissiva) colposa addebitata al sanitario per effettuare il giudizio controfattuale e verificare se, ipotizzandosi come realizzata la condotta dovuta, l’evento lesivo sarebbe stato evitato “al di là di ogni ragionevole dubbio”.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 17 ottobre 2013, n. 42656 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza in data 27 gennaio 2012, la Corte d’appello di Bologna, in riforma della sentenza del Tribunale di Ravenna in data 30 gennaio 2008 appellata dal PM e dalla parte civile nei confronti dell’imputato M.M. , dichiarava non...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 18 luglio 2013 n. 17573. Nel giudizio avente ad oggetto il risarcimento del danno da attività medico – chirurgica, l’attore deve infatti provare l’esistenza del nesso eziologico
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 18 luglio 2013 n. 17573 Svolgimento del processo P..D.F. convenne in giudizio davanti al Tribunale di Pisa l’Azienda Ospedaliera Pisana esponendo che durante un lancio con paracadute era rimasto vittima di un infortunio alla gamba destra; che, trasportato al pronto soccorso, riscontrata una frattura, gli era stata praticata...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 29 gennaio 2013, n. 4489. Nel caso di patologie multifattoriali, cioè riconducibili ad una pluralità di possibili fattori causali, il giudice non può ricercare il legame eziologico, necessario per la tipicità del fatto
La massima 1. Il rapporto causale va riferito non solo al verificarsi dell’evento prodottosi, ma anche e soprattutto alla natura e ai tempi dell’offesa, sì che dovrà riconoscersi il rapporto eziologico non solo nei casi in cui sia provato che la condotta omessa avrebbe evitato il prodursi dell’evento verificatosi, ma anche nei casi in cui...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 18 giugno 2012, n. 9927. Esistenza di un nesso causale tra il comportamento dei sanitari ed il danno subito da una signora (contagio da HIV) per essersi vista limitare le sue aspettative di vita
La massima Il nesso causale è regolato dal principio di cui agli artt. 40 e 41 cod. pen., per il quale un evento è da considerare causato da un altro se il primo non si sarebbe verificato in assenza del secondo, nonché dal criterio della cosiddetta causalità adeguata, sulla base del quale, all’interno della serie...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 7 giugno 2012, n.22037. In tema di nesso causale, il giudice di merito deve formulare giudizi sulla scorta di generalizzazioni causali congiunte con l’analisi delle contingenze fattuali proprie della fattispecie concreta.
La massima In tema di nesso causale, il giudice di merito deve formulare giudizi sulla scorta di generalizzazioni causali congiunte con l’analisi delle contingenze fattuali proprie della fattispecie concreta. Ne consegue che la motivazione deve ritenersi esente da vizi, e,dunque, sussistente il nesso causale tra la condotta e l’evento, quando sulla base di una legge...
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