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Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 25 febbraio 2015, n. 932. Il dies a quo del decorso dei termini fissati dall’art. 35, co. 18, l. 28 febbraio 1985 n. 47 (ventiquattro mesi per la formazione del silenzio-accoglimento sull’istanza di condono edilizio e trentasei mesi per la prescrizione dell’eventuale diritto delle parti del procedimento ad ottenere il pagamento dei conguagli da dare o da avere dal privato), inizia a decorrere da quando è stata presentata la domanda di condono; il decorso dei termini presuppone, in ogni caso, la completezza istruttoria della domanda di sanatoria, accompagnata in particolare dall’integrale pagamento di quanto dovuto a titolo di oblazione in prospettiva della formazione del silenzio-accoglimento; esclude la sussistenza delle condizioni per il decorso dei termini fissati dalla norma in esame, la volontà del privato di sottrarsi all’integrale pagamento di tutte le somme dovute a titolo di oblazione, come nell’ipotesi di palese sproporzione tra l’importo autoliquidato e quello effettivamente dovuto.

Consiglio di Stato sezione V sentenza 25 febbraio 2015, n. 932 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 9995 del 2005, proposto dal Comune di Potenza, in persona del sindaco pro tempore, rappresentato e difeso...

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Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 21 ottobre 2014, n. 5173. E' legittimo il diniego di condono di manufatti realizzati su zona sottoposta a vincolo paesaggistico, sul rilievo non di una mera apodittica affermazione di incompatibilità sotto il profilo paesaggistico dei manufatti de quibus, bensì di ragioni logico-giuridiche idonee a dare sufficiente contezza del disvalore paesaggistico dei manufatti in questione, come tali pienamente giustificative del diniego opposto. La circostanza ricorre nell'ipotesi in cui, sia pure in maniera stringata, l'organo preposto alla valutazione della compatibilità in questione, pone bene in evidenza come i manufatti per loro natura, consistenza e caratteristiche tipologiche, sono tali da arrecare una trasformazione dell'area sotto il profilo paesaggistico-ambientale che viceversa, proprio per voluntas del legislatore, deve essere preservata da alterazioni di sorta, laddove dette esigenze di tutela ambientale precedono addirittura l'aspetto urbanistico-edilizio

Consiglio di Stato sezione IV sentenza 21 ottobre 2014, n. 5173 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 7911 del 2011, proposto da: Lu.Ra., rappresentato e difeso dagli avv. Ma.Ve., Wa.Ma., con domicilio eletto presso...

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Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 4 agosto 2014, n. 4157. In tema di abusi edilizi, sebbene gli effetti riconducibili alle speciali cause estintive rappresentate dal condono edilizio e dalla concessione in sanatoria siano analoghi, diversi sono i meccanismi di operatività, in quanto l'estinzione del reato per il rilascio del titolo edilizio in sanatoria, a differenza del cosiddetto condono edilizio, non consegue al pagamento di una somma a titolo di oblazione, ma si fonda sul rilascio della concessione sanante da parte dell'Autorità amministrativa, previo accertamento di conformità o di non contrasto delle opere abusive non assentite agli strumenti urbanistici vigenti, approvati o anche semplicemente adottati, nel momento della realizzazione ed in quello della richiesta. In maniera più esplicita, a differenza del condono edilizio di cui agli artt. 31 e ss. della L. n. 47 del 1985 che è disciplinato da norme speciali, consegue al pagamento di una somma a titolo di oblazione, è condizionato al rilascio di un mero nulla-osta paesaggistico da parte dell'amministrazione preposta alla tutela del relativo vincolo ove esistente ed è temporalmente vincolato per l'eventuale suo rilascio al periodo previsto dal legislatore al fine della presentazione della relativa domanda, la sanatoria di cui all'art. 36 del T.U. approvato con D.P.R. n. 380 del 2001 si fonda sul rilascio di un provvedimento abilitativo sanante da parte della competente Amministrazione, sempre possibile previo accertamento di conformità o di non contrasto delle opere abusive non assentite agli strumenti urbanistici vigenti nel momento della realizzazione e in quello della richiesta, previo accertamento di compatibilità paesaggistica nelle ipotesi in cui l'area sia assoggettata a vincolo paesaggistico e che è tassativamente limitato alle sole fattispecie contemplate dalla legge

Consiglio di Stato sezione V sentenza 4 agosto 2014, n. 4157       REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 5863 del 2003, proposto da: VA.OR.OL, rappresentata e difesa dall’avv. Ca.Ra. e dall’avv. Fr.Ru.,...