Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 20 ottobre 2016, n. 21246
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Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 20 ottobre 2016, n. 21246

La cassazione respinge il ricorso contro la decisione della Corte d’Appello che aveva dichiarato inammissibile la domanda di risarcimento danni per l’errore di qualificazione del reato: il giudice aveva qualificato come minacce gravi le condotte che in realtà integravano lo stalking (il persecutore aveva poi ucciso la vittima). Suprema Corte di Cassazione Sezione III civile...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 7 aprile 2016, n. 6791. La responsabilità prevista dalla legge 13 aprile 1988 n. 117, ai fini della risarcibilità del danno cagionato dal magistrato nell’esercizio delle funzioni giudiziarie, è incentrata sulla colpa grave del magistrato stesso, tipizzata secondo ipotesi specifiche ricomprese nell’art. 2 della citata legge (nel testo, applicabile ratione temporis alla presente controversia, previgente alla novella di cui alla legge n. 18 del 2015), le quali sono riconducibili al comune fattore della negligenza inescusabile, che implica la necessità della configurazione di un quid pluris rispetto alla colpa grave delineata dall’art. 2236 cod. civ., nel senso che si esige che la colpa stessa si presenti come “non spiegabile”, e cioè priva di agganci con le particolarità della vicenda, che potrebbero rendere comprensibile, anche se non giustificato, l’errore del magistrato. In altri termini, i presupposti della responsabilità di cui al citato art. 2, devono ritenersi sussistenti allorquando nel corso dell’attività giurisdizionale si sia concretizzata una violazione evidente, grossolana e macroscopica della norma stessa ovvero una lettura di essa in termini contrastanti con ogni criterio logico o l’adozione di scelte aberranti nella ricostruzione della volontà del legislatore o la manipolazione assolutamente arbitraria del testo normativo o ancora lo sconfinamento dell’interpretazione nel diritto libero

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 7 aprile 2016, n. 6791 Ritenuto in fatto 1. – Con decreto reso pubblico in data 10 marzo 2014, la Corte di appello di L’Aquila ha rigettato il reclamo, proposto ai sensi della legge n. 117 del 1988 dalla P. s.r.l. avverso il decreto del Tribunale della stessa...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 15 dicembre 2015, n. 25216. La sopravvenuta abrogazione della disposizione prevista dall’articolo 5 della legge 18/2015 non esplica efficacia retroattiva, per cui l’ammissibilità della domanda di risarcimento dei danni cagionati nell’esercizio delle funzioni giudiziarie deve essere deliberata alla stregua delle disposizioni processuali vigenti al momento della sua proposizione

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 15 dicembre 2015, n. 25216 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SALME’ Giuseppe – Presidente Dott. AMENDOLA Adelaide – Consigliere Dott. AMBROSIO Annamaria – Consigliere Dott. DE STEFANO Franco – Consigliere Dott. BARRECA...