Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 16 dicembre 2014, n. 26401 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MACIOCE Luigi – Presidente Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. DORONZO Adriana – rel. Consigliere Dott. GHINOY Paola...
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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 30 ottobre 2014, n. 23087. Nel caso di affitto di azienda, comprendente un immobile goduto in forza di un contratto di locazione, la sostituzione di un terzo nel rapporto giuridico preesistente di locazione non si verifica automaticamente ma come effetto o di un negozio separato fra cedente e cessionario dell'azienda ex art. 36 della legge n. 392/1978 o per effetto della presunzione posta dall'art. 2558 in base alla quale può ritenersi intervenuta, fino a prova contraria, una cessione del contratto di locazione se il locatore abbia accettato, direttamente in suo favore, il pagamento, da parte del cessionario dell'azienda, del canone di locazione
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 30 ottobre 2014, n. 23087 Fatto e diritto Rilevato che: 1. F.F. , con citazione del 6 giugno 2003, ha convenuto la s.n.c. Fatighenti di Andrea e Claudio Fatighenti, davanti al Giudice di pace di Cecina per ottenere la sua condanna alla refusione di 1.886,79 Euro. Ha dedotto...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 13 ottobre 2014, n. 21565. . Il cessionario risponde nei confronti del dipendente di tutte le obbligazioni precedenti che non siano prescritte
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 13 ottobre 2014, n. 21565 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. BANDINI Gianfranco – Consigliere Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico –...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 10 ottobre 2014, n. 21417. Il collegamento negoziale – cui le parti, nell'esplicazione della loro autonomia possono dar vita con manifestazioni di volonta' espresse in uno stesso contesto – non da luogo ad un nuovo ed autonomo contratto, ma e' un meccanismo attraverso il quale le parti perseguono un risultato economico unitario e complesso, realizzato non per mezzo di un singolo contratto ma attraverso una pluralita' coordinata di contratti, i quali conservano una loro causa autonoma, anche se ciascuno e' finalizzato ad un unico regolamento dei reciproci interessi. Pertanto, anche quando il collegamento determini un vincolo di reciproca dipendenza tra i contratti, ciascuno di essi si caratterizza in funzione di una propria causa e conserva una distinta individualita' giuridica. La conseguenza che se ne trae e' che, in caso di collegamento funzionale tra piu' contratti, gli stessi restano soggetti alla disciplina propria del rispettivo schema negoziale, mentre la loro interdipendenza produce una regolamentazione unitaria delle vicende relative alla permanenza del vincolo contrattuale, per cui essi "simul stabunt, simul cadent
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 10 ottobre 2014, n. 21417 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SEGRETO Antonio – Presidente Dott. TRAVAGLINO Giacomo – Consigliere Dott. CARLUCCIO Giuseppa – rel. Consigliere Dott. CIRILLO Francesco Maria – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 4 settembre 2014, n. 18675. La cessione di ramo d'azienda, prevista dall'art. 2112 del c.c., può essere invocata soltanto quanto preesista una autonomia funzionale ed organizzativa dell'area ceduta. E non certo nelle ipotesi in cui venga creato un contenitore ad hoc per trasferirvi le risorse umane considerate in eccesso
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 4 settembre 2014, n. 18675 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. DE RENZIS Alessandro – Consigliere Dott. BRONZINI Giuseppe – rel. Consigliere Dott. BERRINO Umberto – Consigliere Dott. GHINOY...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 27 maggio 2014, n. 11832. Si afferma che esattamente il giudice di merito esclude la ravvisabilita' di un ramo di azienda, oggetto di cessione ai sensi dell'articolo 2112 c.c., in un complesso di servizi – privi di struttura aziendale autonoma e preesistente – consistenti nella gestione e manutenzione di strutture informatiche ed in assistenza tecnica, che restino disomogenei per funzioni svolte e professionalita' coinvolte, non integrati tra loro e privi di coordinamento unitario. Ne' puo' assumere rilievo, al fine di ravvisare un trasferimento di ramo di azienda, la sola decisione, assunta dal soggetto cedente, di unificare alcuni beni e lavoratori, affidando a questi un'unica funzione al momento del trasferimento, in quanto la qualificazione come ramo di azienda contrasterebbe sia con le direttive comunitarie nn. 1998/50 e 2001/23, che richiedono gia' prima di quest'atto "un'entita' economica che conservi la propria identita'", ossia un assetto gia' formato, sia con gli articoli 4 e 36 Cost., che impediscono di rimettere discipline inderogabili di tutela dei lavoratori (corte cost. n. 115 del 1994) ad un mero atto di volonta' del datore di lavoro, incontrollabile per l'assenza di riferimenti oggettivi.
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 27 maggio 2014, n. 11832 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. VENUTI Pietro – Consigliere Dott. MAROTTA Caterina – Consigliere Dott. TRICOMI Irene – Consigliere Dott. BUFFA Francesco –...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 18 marzo 2014, n. 12740. Integra il reato di appropriazione indebita la condotta consistente nella mera interversione del possesso, che sussiste anche nel caso di una detenzione qualificata, conseguente all'esercizio di un potere di fatto sulla cosa, al di fuori della sfera di sorveglianza del titolare
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 18 marzo 2014, n. 12740 Fatto e diritto 1. Con ordinanza del 24/10/2013, il Tribunale del Riesame di Roma, in accoglimento dell’appello proposto dal Pubblico Ministero avverso il decreto con il quale, in data 17/09/2013, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale della medesima città, aveva rigettato l’istanza...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 5 marzo 2014, n. 5087. Ai fini della disciplina del possesso e dell'usucapione, l'azienda, quale complesso dei beni organizzati per l'esercizio dell'impresa, deve essere considerata come un bene distinto dai singoli componenti, suscettibile di essere unitariamente posseduto e, nel concorso degli altri elementi indicati dalla legge, usucapito
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 5 marzo 2014, n. 5087 Svolgimento del processo 1. Con atto di citazione del 19 luglio 1997, B.F. , premesso di essere unico erede dello zio B.F. senior, fu M. , deceduto il (omissis) , nel cui asse ereditario era compresa un’azienda farmaceutica in (…), da lui gestita...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 6 novembre 2013, n. 24990. Nel caso in cui sia disposta la chiusura di un settore o ramo d’azienda, tenuto conto che, ai fini dell’applicazione dei criteri di scelta dettati dall’art. 5 legge n. 223/91, la comparazione dei lavoratori da avviare alla mobilità può essere effettuata avendo riguardo soltanto ai lavoratori addetti al settore o al ramo interessato dalla chiusura o dalla ristrutturazione e non a quelli addetti all’intero complesso organizzativo e produttivo, qualora si accerti che queste riguardino effettivamente in via esclusiva detto settore o ramo d’azienda ed esauriscano in tale ambito i loro effetti, dovendosi giudicare della completezza delle informazioni esclusivamente sotto il profilo funzionale di consentire il controllo sindacale sulla effettività della scelta di cessare l’attività, insindacabile nel merito
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 6 novembre 2013, n. 24990 Svolgimento del processo Con sentenza del 13.1 – 31.3.2010 la Corte d’Appello di Roma rigettò il gravame proposto da M.S. avverso la pronuncia di prime cure che aveva respinto l’impugnazione del licenziamento collettivo intimatogli dalla Hospital Appia srl (oggi, a seguito di successive...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 8 marzo 2013, n.5845. In tema di avviamento applicabile la fattispecie d’inadempimento descritta nell’art. 1497 c.c.
La massima 1. Non essendo l’avviamento un bene compreso nell’azienda, e del quale si possa ipotizzare un vizio nel senso in cui tale nozione è intesa nell’art. 1490 c.c. in tema di vizi della cosa venduta, ma soltanto una qualità immateriale dell’azienda, che può essere dedotta in contratto e dar luogo alla fattispecie d’inadempimento descritta...