Le misure contemplate dall’art. 31, commi 3 e 4-bis, del d.P.R. n. 380 del 2001, rivestono carattere chiaramente sanzionatorio e, come tali, esigono, per la loro valida applicazione, l’ascrivibilità dell’inottemperanza alla colpa del destinatario dell’ingiunzione rimasta ineseguita, in ossequio ai canoni generali ai quali deve obbedire ogni ipotesi di responsabilità. Sennonchè, nell’ipotesi di immobile sottoposto...
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Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 13 maggio 2016, n. 1951.
In tema di abusi edilizi, l’acquisizione al patrimonio del Comune dell’area sulla quale insiste la costruzione, pur differenziandosi dalla stretta e immediata misura ripristinatoria insita nell’ordine di demolizione, partecipa della stessa natura reale di tale sanzione, in quanto concorre a rendere effettiva l’efficacia ripristina tria dell’ordine giuridico violato. E’ evidente che non si tratta di...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 10 marzo 2016, n. 9949. In tema di reati edilizi, e specificamente in materia di ripristino o demolizione dello stato dei luoghi anteriore alla realizzazione del fabbricato abusivo, l’ordine di demolizione previsto dall’art. 31, ultimo comma, d.P.R. n. 380/2001 costituisce atto dovuto, espressivo di un potere autonomo e non meramente suppletivo del giudice penale. Esso pertanto, ferma restando l’esigenza di coordinamento in fase esecutiva, non si pone in rapporto alternativo con l’ordine omologo impartito dalla pubblica amministrazione.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 10 marzo 2016, n. 9949 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza emessa il 2 marzo 2015 il Tribunale di Napoli, Sezione distaccata di Ischia, in funzione di giudice dell’esecuzione, rigettava l’istanza di revoca o annullamento dell’ingiunzione a demolire proposta da D.S.G. . Il Tribunale osservava che non era...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 7 luglio 2015, n. 3366. L’annullamento in sede giurisdizionale del titolo ad aedificandum (seppur a seguito di D.I.A.) implica sia la illiceità delle opere edilizie realizzate in base ad esso, sia l’obbligo del Comune di dare esecuzione al giudicato, adottando, o riprendendo, i provvedimenti consequenziali. In tale contesto, sebbene non debba necessariamente procedersi alla demolizione delle opere realizzate (come prescrive l’art. 31, D.P.R. n. 380 del 2001) e vi sia una gamma articolata di possibili soluzioni, l’extrema ratio dell’ordine di demolizione e di remissione in pristino non è sinonimo di illegittimità di procedervi ogni qual volta non sia possibile né sanare i vizi, né conservare il manufatto a cagione dell’insormontabile distonia, degli uni e dell’altro, con lo stato dei luoghi e con le prescrizioni di zona
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 7 luglio 2015, n. 3366 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA ex artt. 38 e 60 c.p.a., sul ricorso n. 4136/2015 RG, proposto dalla TR. s.r.l., corrente in Pescara, in persona del legale...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 1 dicembre 2014, n. 49991. Deve essere considerata illegittima la condanna alla demolizione del manufatto, nel caso in cui siano state abbattute mura perimetrali in contrasto con il permesso a effettuare semplici lavori di ristrutturazione.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 1 dicembre 2014, n. 49991 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – rel. Consigliere Dott. SCARCELLA...