Suprema CORTE DI CASSAZIONE sezione I SENTENZA 1 luglio 2014, n. 28222 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza in data 30.10.2012 la Corte d’Appello di Bari, in parziale riforma della sentenza pronunciata il 27.06.2011 dal Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Trani all’esito di giudizio abbreviato, appellata da C.G. , ha...
Categoria: Sezioni Diritto
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza del 23 luglio 2014, n. 16759. Quando sia accertata in concreto la colpa di uno dei conducenti, mentre nulla sia possibile stabilire in merito alla correttezza della condotta tenuta dall'altro, il giudice di legittimità ammette che la colpa accertata in concreto da uno dei conducenti possa concorrere con la colpa presunta dell'altro ai sensi dello art. 2054 secondo comma del codice civile
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 23 luglio 2014, n. 16759 Svolgimento del processo 1. Con citazione dinanzi al giudice di pace di ROMA DEL 9 GIUGNO 2003, D.S. , quale proprietario del ciclomotore condotto da D.R. , conveniva la conducente dell’auto Nissan Micra, S.M.S. e la assicuratrice FONDIARIA Sai,...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 7 luglio 2014, n. 15452. Il locatore che chiede in giudizio lo sfratto per morosità non può poi avvalersi della clausola compromissoria contenuta nel contratto che deferisce agli arbitri le controversie insorte
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 7 luglio 2014, n. 15452 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SALME’ Giuseppe – Presidente Dott. PICCININNI Carlo – Consigliere Dott. CAMPANILE Pietro – rel. Consigliere Dott. MERCOLINO Guido – Consigliere Dott. LAMORGESE...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 8 luglio 2014, n. 29934. Il giudice deve opportunamente giustificare, anche in sede di sentenza di applicazione di pena concordata, la liquidazione che si allontani dai parametri ministeriali.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 8 luglio 2014, n. 29934 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PALLA Stefano – Presidente Dott. PISTORELLI Luc – rel. Consigliere Dott. POSITANO Gabriele – Consigliere Dott. DEMARCHI ALBENGO P.G. –...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza del 24 luglio 2014, n. 16951. Se è vero che la morte di uno dei coniugi determina la cessazione della materia del contendere nel giudizio di separazione e di divorzio in conseguenza del venir meno, per ragioni naturali, dello status, in quanto tale intrasmissibile agli eredi, una situazione diversa si determina nel caso in cui la sentenza dichiarativa della cessazione degli effetti civili del matrimonio sia già stata pronunciata e il giudizio di legittimità prosegue, anche unicamente, per la determinazione dell'assegno.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 24 luglio 2014, n. 16951 Fatto e diritto Rilevato che: 1. Il Tribunale di Savona, con sentenza del 18 novembre – 25 novembre 2005, ha dichiarato la cessazione degli effetti civili del matrimonio concordatario fra P.T. e Ba.An. e ha rimesso la causa in istruttoria per la...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 24 luglio 2014, n. 16971. In tema di spazi adibiti a parcheggi la speciale normativa urbanistica (art. 41-sexies della legge 17 agosto 1942, n. 1150, aggiunto dall'art. 18 della legge 6 agosto 1967, n. 765, e modificato dall'art. 9 della legge 23 aprile 1989, n. 122, ed art. 26, quarto comma, della legge 28 febbraio 1985, n. 47) prescrive un vincolo pubblicistico che viene poi individuato con il provvedimento amministrativo che stabilisce la destinazione di una determinata area a parcheggio in misura proporzionale alla cubatura totale del fabbricato (1 mq per ogni 20 mc di costruzione) con un nesso pertinenziale tra gli spazi asserviti e l'intero edificio. Il diritto reale di uso spetta nei limiti in cui, secondo il rapporto stabilito dalla legge n. 765 del 1967, l'area sia gravata del vincolo di destinazione posto al servizio del fabbricato (e sia stata in effetti realizzata), non operando per gli spazi eventualmente in eccesso rispetto al suddetto rapporto proporzionale; gli atti compiuti dai privati sono affetti da nullità qualora siano compiuti in violazione di tale diritto.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 24 luglio 2014, n. 16971 Svolgimento del processo 1.- L.M. conveniva davanti al Tribunale di Palermo M.G. , esponendo che: era assegnataria, quale socia della cooperativa “La Carrubbella” s.r.l., unitamente al proprio fratello F. , di un lotto di terreno, sito nel fondo C. in territorio di (…),...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 24 luglio 2014, n. 16801. La violazione dell'obbligo, posto dall'art. 330, primo comma, cod. proc. civ., di eseguire la notificazione dell'impugnazione alla controparte non direttamente, ma nel domicilio eletto, determina una nullità che è sanata ex tunc per raggiungimento dello scopo solo ove la parte si sia costituita in giudizio
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 24 luglio 2014, n. 16801 Fatto e diritto Ritenuto che, pronunciando nel contraddittorio tra Z.G. ed il Condominio (…), il Tribunale di Padova, con sentenza in data 22 giugno 2010, ha dichiarato cessata la materia del contendere con riguardo all’impugnazione della delibera di nomina dell’ing. M.S. amministratore del...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 23 luglio 2014, n. 16740. Non sono revocabili le rimesse effettuate dal terzo fideiussore sul conto corrente dell'imprenditore, quando risulti che, attraverso la rimessa, il terzo non ha posto la somma nella disponibilità giuridica e materiale del debitore, ma – senza utilizzare una provvista del debitore e senza rivalersi nei suoi confronti prima del fallimento – ha adempiuto in qualità di terzo fideiussore l'obbligazione di garanzia nei confronti della banca creditrice. Né la modalità del pagamento determina, di per sé, l'acquisizione della disponibilità della somma da parte del titolare del conto corrente, perché essa è soltanto contabile ed è priva di autonomia rispetto all'estinzione del debito da parte del terzo, né la violazione della par condicio creditorum.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 23 luglio 2014, n. 16740 Svolgimento del processo 1. La Corte d’appello di Venezia ha accolto l’appello proposto da Veneto Banca scpa (ora Veneto Banca Holding scpa e prima ancora Veneto Banca scarl) avverso la sentenza del Tribunale di Vicenza con la quale era stata, a...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza del 24 luglio, n. 3927. Sussiste la giurisdizione del G.A. nelle controversie aventi ad oggetto la graduatoria redatta a conclusione della procedura concorsuale indetta per la costituzione di rapporti parasubordinati, involgendo detto contenzioso valutazioni discrezionali (comparazione di titoli con attribuzione di punteggi e graduatoria finale) da parte dell'Amministrazione procedente nel conferimento degli incarichi. Nel caso in cui il rapporto di lavoro con una pubblica amministrazione sia qualificabile come rapporto di lavoro (rectius: di parasubordinazione), le controversie attinenti alla fase che precede la stipula della convenzione o del contratto, ove si riferiscano all'esercizio di un potere discrezionale della Pubblica Amministrazione, rientrano nella giurisdizione di legittimità del giudice amministrativo, quale giudice naturale dell’esercizio del potere pubblicistico, che deve essere esercitato nel rispetto della normativa che disciplina tale attività amministrativa e che si sostanzia nella valutazione dei titoli e delle eventuali incompatibilità dei candidati e che culmina nella formazione della graduatoria. Al contrario, le controversie attinenti, una volta stipulata la convenzione o il contratto, allo svolgimento (o alla risoluzione) del rapporto di lavoro rientrano nella giurisdizione del giudice ordinario, atteso che il rapporto stesso, da ricondurre nell'ambito della categoria della parasubordinazione, attribuisce al lavoratore veri e propri diritti soggettivi.
CONSIGLIO DI STATo sezione V SENTENZA 24 luglio 2014, n.3927 SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 38 del 2014, proposto da: Rosanna Alagia, rappresentata e difesa dall’avv. Salvatore Lacerra, con domicilio eletto presso l’avv. Biagio Sole in Roma, via Salaria, 290; contro Regione Basilicata, rappresentata e difesa dall’avv. Maurizio Roberto Brancati, con domicilio eletto...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza luglio 2014, n. 29556. Nel caso di sospensione dei termini di fase della custodia cautelare, disposta in base all'art. 304, comma 2 c.p.p. nell'ipotesi di dibattimento o di giudizio abbreviato particolarmente complesso relativo ai reati previsti dall'art. 407, comma 2, lett. a), il limite del doppio del termine di fase (previsto dal comma 6 dell'art. 304) non può essere ulteriormente superato in forza del n. 3-bis dell'art. 303, comma 1, lett. b) che prevede (sempre nel caso di processi per i delitti di cui all'art. 407, comma 2, lett. a) un ulteriore aumento fino a sei mesi del termine di fase da imputarsi o alla fase precedente (qualora il temrine di quella fase non sia stato completamente utilizzato) ovvero ai termini di cui alla lett. d) del medesimo art. 303 (relativo al giudizio di legittimità).
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE S.U.P. Sentenza 7 luglio 2014, n. 29556 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza in data 25 luglio 2013 il Tribunale di Napoli, in accoglimento dell’appello proposto ex art. 310 cod. proc. pen. da G.S. avverso l’ordinanza in data 14 maggio 2013 della Corte di appello di Napoli – che aveva rigettato...