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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 15 gennaio 2016, n. 655. I crediti iscritti a ruolo ed azionati da società concessionarie per la riscossione seguono, nel caso di avvenuta dichiarazione di fallimento del debitore, l’iter procedurale prescritto per gli altri crediti concorsuali dagli artt. 92 e ss. l. fall., legittimandosi la domanda di ammissione al passivo, se del caso su riserva, sulla base del solo ruolo, senza che occorra la previa notifica della cartella esattoriale al curatore

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 15 gennaio 2016, n. 655 Fatto e diritto E’ stata depositata la seguente relazione: 1) II Tribunale di Bari, con decreto del 23.4.014, ha in massima parte accolto l’opposizione ex art. 98 I. fall. proposta da Equitalia Sud s.p.a.. per ottenere l’ammissione allo stato passivo dei Fallimento della...

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Corte di Cassazione, sezione VI, 8 gennaio 2016, n. 535. Il reato previsto dall’art. 570, secondo comma n. 2, c.p. ha come presupposto necessario l’esistenza di un’obbligazione alimentare ai sensi del codice civile, ma non assume carattere meramente sanzionatorio del provvedimento del giudice civile; ed invero, l’inosservanza, anche parziale, non importa automaticamente l’insorgere del reato, di tal che, per configurare l’ipotesi delittuosa in esame, occorre che gli aventi diritto all’assegno alimentare versino in stato di bisogno, che l’obbligato ne sia a conoscenza e che lo stesso sia in grado di fornire i mezzi di sussistenza. In altri termini, ai fini della configurabilità del reato previsto dall’art. 570, comma secondo, n. 2, c.p., nell’ipotesi di corresponsione parziale dell’assegno stabilito in sede civile per il mantenimento, il giudice penale deve accertare se tale condotta abbia inciso apprezzabilmente sulla disponibilità dei mezzi economici che il soggetto obbligato è tenuto a fornire ai beneficiari, tenendo inoltre conto di tutte le altre circostanze del caso concreto, ivi compresa la oggettiva rilevanza del mutamento di capacità economica intervenuta, in relazione alla persona del debitore, mentre deve escludersi ogni automatica equiparazione dell’inadempimento dell’obbligo stabilito dal giudice civile alla violazione della legge penale

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 8 gennaio 2016, n. 535 Ritenuto in fatto Con provvedimento del 25 settembre 2014, in parziale riforma dell’impugnata sentenza del Tribunale di Udine del 20 aprile 2011, la Corte d’appello di Trieste, concesse le circostanze attenuanti generiche, ha rideterminato la pena inflitta a M.A. in quella di mesi...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 19 gennaio 2016, n. 807. Se la variazione del domicilio eletto non avviene nel corso dell’udienza, essa deve essere resa nota in un atto indirizzato alla controparte. È, pertanto, valida anche la nuova elezione di domicilio contenuta nella comparsa conclusionale, poiché la controparte ne ha legale conoscenza attraverso il deposito in cancelleria

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 19 gennaio 2016, n. 807 I fatti rilevanti della causa e le ragioni della decisione Con il primo motivo il ricorrente deduce l’omessa pronuncia per erronea interpretazione dell’art.345 cod.proc.civ., nel testo anteriore alla legge n.353 del 1990, avendo errato la sentenza impugnata ove ha trascurato che era possibile...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 21 dicembre 2015, n. 50169. In caso di sequestro probatorio, il relativo dissequestro può essere chiesto ed accordato soltanto perché il vincolo non è più necessario ai fini della raccolta delle prove. Il giudice delle indagini preliminari non può ordinare il rilascio per motivi che attengono alla «legittimità del provvedimento», in quanto la competenza a decidere sulla fondatezza del fumus del reato contestato è riservata in via esclusiva al tribunale del riesame

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 21 dicembre 2015, n. 50169 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ESPOSITO Antonio – Presidente Dott. DAVIGO Piercamillo – Consigliere Dott. DIOTALLEVI Giovanni – Consigliere Dott. RAGO Geppino – Consigliere Dott. VERGA Giovanna...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 21 dicembre 2015, n. 50102. Il legale rappresentante della società, imputato per il reato sul quale si basa la responsabilità dell’ente, non può nominare come suo difensore di fiducia lo stesso legale destinato a seguire la difesa della persona giuridica nel procedimento che la coinvolge, perché in conflitto di interessi. Se ciò accade, il giudizio è viziato per violazione del diritto di difesa dell’ente e deve ripartire dal primo grado

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 21 dicembre 2015, n. 50102 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FUMO Maurizio – Presidente Dott. SABEONE Gerardo – Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – Consigliere Dott. PISTORELLI Luc – rel. Consigliere Dott. DEMARCHI...