Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 12 febbraio 2014, n. 9689 LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GIORDANO Umberto – Presidente – Dott. TARDIO Angela – Consigliere – Dott. BONITO F. Maria S. – Consigliere – Dott. CASA Filippo – Consigliere – Dott. ROCCHI Giacomo – rel. Consigliere...
Categoria: Diritto Penale e Procedura Penale
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 2 aprile 2014, n. 15152. Rimodulate le pene a seguito della dichiarazione di anticostituzionalità dell’art. 4-bis, d.l. n. 272/2005 per gli imputati rei di aver coltivato 213 piante di canapa indiana, idonee alla produzione di marijuana per migliaia di singole dosi droganti
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 2 aprile 2014, n. 15152 1. Con il ministero dei rispettivi difensori i tre imputati indicati in epigrafe impugnano per cassazione la sentenza in data 20.3.2013 della Corte di Appello di Catanzaro, che ha confermato la decisione, resa all’esito di giudizio abbreviato, con cui il G.I.P. del Tribunale...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza del 21 marzo 2014 n. 13215. L'adesione del difensore di fiducia all'astensione collettiva degli avvocati dalle udienze, perché possa ritenersi legittima, deve essere comunicata al giudice procedente secondo quanto prevede l'art. 3 del “Codice di autoregolamentazione delle astensioni dalle udienze degli avvocati”; perciò, la dichiarazione di adesione all'astensione, ove non sia comunicata (personalmente o tramite sostituto) in udienza, deve essere comunicata con atto scritto nella cancelleria del giudice procedente almeno due giorni prima della data stabilità per l'udienza e non oltre l'orario di chiusura dell'ufficio
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza del 21 marzo 2014 n. 13215 IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE ha pronunciato la seguente: SENTENZA sul ricorso proposto da: R.G., n. il (OMISSIS); avverso la sentenza della Corte di Appello di Napoli del 12.12.2011; Sentita la relazione del Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 18 marzo 2014, n. 12736. La linea di demarcazione tra la fattispecie di estorsione aggravata e quella di concussione, tra loro in rapporto di genere a specie, è ravvisabile nel rapporto di oggettiva causalità tra la qualifica di pubblico uffciale e il comprortamento abusivo; nella prima ipotesi è un requisito indefettibile, mentre nella seconda può essere solo occasionale
Suprema CORTE DI CASSAZIONE sezione II sentenza 18 marzo 2014, n. 12736 Fatto 1. Con ordinanza del 08/10/2013, il Tribunale del Riesame di Brescia annullò la misura cautelare degli arresti domiciliari applicata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale della medesima città a Z.E. , indagata per i seguenti reati: 1.1. capo sub B)...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 2 aprile 2014, n. 15143. Se è vero che l'elemento oggettivo del delitto di maltrattamenti in famiglia non presuppone che gli atti di vessazione siano ripetuti per un tempo prolungato, , occorre peraltro che la condotta vessatoria sia reiterata per un lasso di tempo che giustifichi il convincimento del giudice di merito circa una volontà da parte dell'agente di una sopraffazione sistematica diretta a rendere dolorosa la convivenza della persona della famiglia, dato che l'elemento psicologico del delitto in esame richiede per l'appunto l'accertamento di una intenzione di avvilimento e sopraffazione della vittima, così da ricondurre ad unità i vari episodi di aggressione alla sfera morale e materiale di quest'ultima
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 2 aprile 2014, n. 15143 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza in epigrafe, la Corte di appello di Palermo confermava la sentenza in data 9 febbraio 2011 del Tribunale di Licata, appellata da C.F. , limitatamente all’affermazione di responsabilità penale per il reato continuato di cui agli...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 18 ottobre 2013, n. 43083. È responsabile ai sensi dell'art. 113 cod. pen. di cooperazione nel delitto colposo l'agente il quale, trovandosi a operare in una situazione di rischio da lui immediatamente percepibile, pur non rivestendo alcuna posizione di garanzia, contribuisca con la propria condotta cooperativa all'aggravamento del rischio, fornendo un contributo causale giuridicamente apprezzabile alla realizzazione dell'evento, ancorché la condotta del cooperante in sé considerata, appaia tale da non violare alcuna regola cautelare, essendo sufficiente l'adesione intenzionale dell'agente all'altrui azione negligente, imprudente o inesperta, assumendo così sulla sua azione il medesimo disvalore che, in origine, è caratteristico solo dell'altrui comportamento
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE sezione IV SENTENZA 18 ottobre 2013, n. 43083 Svolgimento del processo 1. – Con sentenza resa in data 6.3.2012, il tribunale di Mantova, sezione distaccata di Castiglione delle Stiviere, ha condannato R.M. e N.G. alla pena di un anno e sei mesi di reclusione ciascuno, oltre al risarcimento dei danni...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 4 febbraio 2014, n. 5467. In tema di reati finanziari non costituisce forza maggiore, tale da escludere il dolo, il fatto che l'impresa versi in una situazione di crisi finanziaria. Infatti, il debito verso il fisco relativo al versamento delle ritenute è collegato con quello della erogazione degli emolumenti ai collaboratori: ogni qualvolta il sostituto d'imposta effettua tali erogazioni, insorge, quindi, a suo carico l'obbligo di accantonare le somme dovute all'Erario, organizzando le risorse disponibili in modo da poter adempiere all'obbligazione tributaria
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III PENALE Sentenza 4 febbraio 2014, n. 5467 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente – Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere – Dott. DI NICOLA Vito – rel. Consigliere – Dott. GAZZARA...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 1 aprile 2014, n. 14992. L'autorizzazione data a chi si trovi sottoposto agli arresti domiciliari di allontanarsi dal luogo di detenzione (per accudire alle necessarie esigenze di vita quotidiana attraverso l'espletamento dell'attività lavorativa ) trova nei riferimenti cronologici segnati dal Giudice della cautela, ai sensi dell'art 284 comma III cpp, un limite invalicabile in senso temporale essendo i relativi ambiti da rispettare imposti al fine di scongiurare strumentalizzazioni di tale maggiore possibilità di movimento elidendo le possibilità di verifica del rispetto degli obblighi correlati allo stato detentivo
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 1 aprile 2014, n. 14992 Fatto e diritto 1. B.S., tramite i fiduciari, propone ricorso per Cassazione avverso la sentenza della Corte di appello di Catania con la quale è stata data conferma integrale alla condanna alla pena di giustizia resa in primo grado dal Tribunale di Siracusa...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 1° aprile 2014, n. 14956. Il reato di violenza è integrato anche in presenza di una condotta che, pur caratterizzata da un fugace contatto corporeo con la vittima, sia finalizzata a soddisfare l'impulso sessuale del reo. Nel caso di specie, il minore ha percepito l'invasività del "solletico" all'addome, non rilevando la circostanza che il reo abbia tolto la mano che stava inequivocabilmente dirigendosi verso il "pisellino", condotta che connotava sessualmente in maniera inequivoca il gesto posto in essere dal ricorrente all'indirizzo del minore.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 1° aprile 2014, n. 14956 Ritenuto in fatto 1. Il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di BRESCIA ha proposto ricorso avverso la sentenza della Corte d’appello di BRESCIA, emessa in data 4/04/2013, depositata in data 12/04/2013, con cui, in parziale riforma della sentenza emessa dal tribunale di...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 2 aprile 2014, n. 15149. Condannato, con le attenuanti generiche, alla pena di due mesi di reclusione, condizionalmente sospesa, oltre al risarcimento dei danni in favore della parte civile, in quanto responsabile del reato di cui all'art. 571 cod. pen., per avere abusato dei mezzi di correzione o di disciplina in danno dell'alunno della terza classe della scuola elementare, consistititi nel costringerlo a girare carponi in aula alla presenza degli altri alunni e ad emettere suoni simili a grugniti, poichè il piccolo alunno aveva indirizzato un suono di dileggio con la bocca
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 2 aprile 2014, n. 15149 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza in epigrafe, la Corte di appello di Palermo confermava la sentenza in data 24 maggio 2011 del Tribunale di Palermo, sezione distaccata di Bagheria, appellata da S.F., condannato, con le attenuanti generiche, alla pena di due...