In ordine all’ignoranza inevitabile della legge penale la giurisprudenza ha elaborato tre criteri: il criterio oggettivo; il criterio soggettivo; il criterio misto. Il criterio oggettivo è basato su una marcata spersonalizzazione, nel senso che esso opera laddove debba ritenersi che qualsiasi consociato, in quella determinata situazione di tempo, di luogo ed operativa, sarebbe incappato nell’ignoranza...
Categoria: Diritto Penale e Procedura Penale
Corte di Cassazione, sezione IV penale, sentenza 1 luglio 2016, n. 27059
Il principio di affidamento, nel campo della circolazione stradale, non può operare allorquando vi sia la ragionevole prevedibilità ed evitabilità in concreto della condotta del terzo o della vittima da parte del soggetto attivo. (Fattispecie in cui il comportamento della persona offesa nell’eseguire a forte velocità il sorpasso del veicolo condotto dall’imputato, per quanto sicuramente...
Corte di Cassazione, sezione I penale, sentenza 28 giugno 2016, n. 26779
Ai fine dell’esclusione dell’imputabilità, i disturbi della personalità possono indurre infermità di mente, pur quando non siano inquadrabili nelle categorie delle malattie mentali in senso stretto, purché si tratti di disturbi di consistenza, intensità e gravità tali da incidere concretamente sulla capacità di intendere e di volere e sempre che ricorra un legame eziologico tra...
Corte di Cassazione, sezione I penale, sentenza 28 giugno 2016, n.26776
Il reato di molestia ex art. 660 cod. pen. realizzato con telefonate e SMS si configura laddove il comportamento sia connotato dalla caratteristica della petulanza, ossia da quel modo di agire pressante, ripetitivo, insistente, indiscreto e impertinente che finisce, per il modo stesso in cui si manifesta, per interferire sgradevolmente nella sfera della quiete e...
Corte di Cassazione, sezione II penale, sentenza 23 giugno 2016, n. 26266
In presenza di nomina dell’avvocato di fiducia fatta dall’interessato valida e tempestiva, con la designazione di un legale d’ufficio si lede il diritto di difesa Suprema Corte di Cassazione sezione II penale sentenza 23 giugno 2016, n. 26266 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli...
Corte di Cassazione, sezione II penale, sentenza 23 giugno 2016, n. 26301
Il solo possesso di un’ingente quantità di denaro nel momento di entrare in Italia non giustifica l’accusa di riciclaggio, ma comporta la violazione della normativa valutaria (dlgs 195/2008) con la conseguente applicazione del sequestro. Gli atti devono essere poi trasmessi all’ufficio delle dogane per l’adozione dei provvedimenti di competenza. Se l’ufficio non adotta alcun provvedimento...
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 27 giugno 2016, n. 26638
A proposito “del tempo trascorso dalla commissione del reato” di cui all’articolo 292 del codice di rito, lettera c), nella formulazione allora vigente, che esso esprime la necessita’ di un impegno motivazionale crescente, per via dell’ordinario affievolimento delle esigenze cautelari che corrisponde alla maggiore distanza cronologica dai fatti – e’ stato quindi sostenuto che il...
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 27 giugno 2016, n. 26631
Essendo l’elezione di domicilio atto personalissimo dell’indagato, che non ammette equipollenti, la stessa deve essere integrata da una consapevole ed esplicita manifestazione di volonta’ della persona che la effettua: volonta’, il cui primo e rilevante indice dimostrativo non puo’ che essere costituito dalla sottoscrizione del documento che tale volonta’ contiene ed esteriorizza. Precisato che la...
Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 27 giugno 2016, n. 26745
Il diritto di critica si differenzia dal diritto di cronaca poiché non si concretizza nella narrazione di fatti – come quest’ultimo – ma nell’espressione di un’opinione, che come tale non può pretendersi rigorosamente obbiettiva, posto che la critica, per sua natura, non può che essere fondata su una interpretazione, necessariamente soggettiva, di fatti e comportamenti....
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 4 luglio 2016, n. 27392
La regola di giudizio compendiata nella formula “al di là di ogni ragionevole dubbio” impone di pronunciare condanna a condizione che il dato probatorio acquisito lasci fuori soltanto eventualità remote, pur astrattamente formulabili e prospettabili come possibili “in rerum natura”, ma la cui effettiva realizzazione, nella fattispecie concreta, risulti priva del benché minimo riscontro nelle...