La prescrizione sulla specifica approvazione scritta delle clausole vessatorie
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La prescrizione sulla specifica approvazione scritta delle clausole vessatorie

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|24 novembre 2023| n. 32731.

La prescrizione sulla specifica approvazione scritta delle clausole vessatorie per il contraente in adesione è rispettata quando a tali clausole sia data autonoma e separata collocazione nel testo delle condizioni generali del contratto e quando le clausole stesse siano seguite da una distinta sottoscrizione del contraente in adesione, con la conseguenza che, a tal fine, non è sufficiente che la singola clausola risulti evidenziata nel contesto del contratto, allorché la sottoscrizione sia stata unica, e non rileva, in contrario, la collocazione della clausola immediatamente prima della sottoscrizione o la sua stampa in caratteri tipografici evidenziati.

Il diritto dell’appaltatore al corrispettivo viene ad esistenza con l’accettazione dell’opera
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Il diritto dell’appaltatore al corrispettivo viene ad esistenza con l’accettazione dell’opera

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|22 novembre 2023| n. 32512.

In tema di appalto, la previsione di cui all'art. 1665, comma 5, c.c. - secondo cui il diritto dell'appaltatore al corrispettivo viene ad esistenza con l'accettazione dell'opera da parte del committente -, è derogabile dalle parti le quali, nell'esercizio della propria autonomia negoziale, possono subordinare la nascita di tale diritto alla consegna e presa in carico del bene da parte del committente.

Quando è automaticamente configurabile la fattispecie del condominio parziale “ex lege”
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Quando è automaticamente configurabile la fattispecie del condominio parziale “ex lege”

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|22 novembre 2023| n. 32475.

In tema di condominio negli edifici, è automaticamente configurabile la fattispecie del condominio parziale "ex lege" tutte le volte in cui un bene risulti, per le sue obiettive caratteristiche strutturali e funzionali, destinato al servizio e/o al godimento in modo esclusivo (dunque, non solo prevalente) di una parte soltanto dell'edificio in condominio, che rimane oggetto di un autonomo diritto di proprietà, venendo in tal caso meno il presupposto per il riconoscimento di una contitolarità necessaria di tutti i condomini su quella parte ex art. 1117 cod. civ. Il fondamento normativo che limita in tal senso la proprietà di cose, servizi ed impianti dell'edificio si rinviene nell'art. 1123, comma 3, cod. civ. e verificare se una parte di fabbricato rientri o meno tra quelle necessarie all'uso comune agli effetti dell'art. 1117 cod. civ., ovvero appartenga ad un unico condominio complesso costituito da più fabbricati che, seppur indipendenti, hanno in comune alcune parti, suppone valutazioni in fatto sottratte al giudizio di legittimità

Decorrenza del termine quinquennale di prescrizione del diritto al risarcimento del danno derivante da reato
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Decorrenza del termine quinquennale di prescrizione del diritto al risarcimento del danno derivante da reato

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|22 novembre 2023| n. 32474.

Ai fini della decorrenza del termine quinquennale di prescrizione del diritto al risarcimento del danno derivante da reato, nei casi previsti dall'art. 2947, comma 3, seconda parte, c.c., nella nozione di sentenza irrevocabile deve ritenersi compresa anche quella pronunciata a seguito di patteggiamento, rispetto alla quale trova pur sempre attuazione la ratio, propria della disposizione citata, di escludere l'effetto - più favorevole per il danneggiato - dell'applicazione del termine prescrizionale più ampio, nei casi in cui il procedimento penale non abbia avuto un esito fausto per il danneggiato.

Vendita di beni di consumo e l’onere di provare l’esistenza dei vizi che le giustifichino
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Vendita di beni di consumo e l’onere di provare l’esistenza dei vizi che le giustifichino

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|22 novembre 2023| n. 32514.

In tema di vendita di beni di consumo, il compratore che esercita l'azione di risoluzione del contratto o di riduzione del prezzo ha l'onere di provare l'esistenza dei vizi che le giustifichino, non essendo applicabili alle azioni edilizie le agevolazioni probatorie di cui all'art. 132, comma 3, c.cons.

Mantenimento del figlio minore e la quantificazione del contributo dovuto dai genitori deve osservare un principio di proporzionalità
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Mantenimento del figlio minore e la quantificazione del contributo dovuto dai genitori deve osservare un principio di proporzionalità

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|22 novembre 2023| n. 32466.

In tema di mantenimento del figlio minore, la quantificazione del contributo dovuto dai genitori deve osservare un principio di proporzionalità, che postula una valutazione comparata dei loro redditi, oltre alla considerazione delle esigenze attuali del minore e del tenore di vita da lui goduto, sicché, una volta accertata, in sede di procedimento di revisione o modifica dell'assegno, la riduzione delle entrate patrimoniali del genitore non collocatario nonché la sopravvenuta nascita di altro figlio al cui mantenimento egli debba contribuire, il giudice è tenuto a procedere alla nuova quantificazione del contributo in parola, tenendo conto anche delle risorse della madre convivente e delle necessità correnti del minore di età.

Il contratto atipico di mantenimento o di vitalizio alimentare o assistenziale
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Il contratto atipico di mantenimento o di vitalizio alimentare o assistenziale

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|22 novembre 2023| n. 32439.

Il contratto atipico di mantenimento o di vitalizio alimentare o assistenziale), con cui il vitaliziante si obbliga, in corrispettivo dell'alienazione di un bene, a prestare al vitaliziato mantenimento ed assistenza vita natural durante, è caratterizzato al momento della sua conclusione dall’alea inerente sia alla durata della vita del vitaliziato, sia alla entità delle prestazioni a carico del vitaliziante, le quali tuttavia, proprio in quanto negoziabili come corrispettivo, sono necessariamente suscettibili di valutazione economica, così da comparare secondo dati omogenei, in termini di presumibile equivalenza o, al contrario, di palese sproporzione, la capitalizzazione della rendita reale del bene trasferito e la capitalizzazione delle rendite e delle utilità periodiche dovute nel complesso dal vitaliziante.

Risultanze della consulenza e critiche specifiche avanzate dai consulenti di parte e dai difensori
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Risultanze della consulenza e critiche specifiche avanzate dai consulenti di parte e dai difensori

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|20 novembre 2023| n. 32069.

Qualora nei confronti delle risultanze della consulenza tecnica d'ufficio siano state avanzate critiche specifiche e circostanziate, sia dai consulenti di parte che dai difensori, il giudice del merito, per non incorrere nel vizio ex art. 360, comma 1, n. 5 c.p.c., è tenuto a spiegare in maniera puntuale e dettagliata le ragioni della propria adesione all'una o all'altra conclusione.

Condominio ed il divieto di sopraelevazione per inidoneità delle condizioni statiche dell’edificio
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Condominio ed il divieto di sopraelevazione per inidoneità delle condizioni statiche dell’edificio

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|21 novembre 2023| n. 32281.

Il divieto di sopraelevazione per inidoneità delle condizioni statiche dell'edificio, previsto dall'art. 1127, comma 2, cod. civ., va interpretato non nel senso che la sopraelevazione è vietata soltanto se le strutture dell'edificio non consentono di sopportarne il peso, ma nel senso che il divieto sussiste anche nel caso in cui le strutture sono tali che, una volta elevata la nuova fabbrica, non consentano di sopportare l'urto di forze in movimento quali le sollecitazioni di origine sismica. Pertanto, qualora le leggi antisismiche prescrivano particolari cautele tecniche da adottarsi, in ragione delle caratteristiche del territorio, nella sopraelevazione degli edifici, esse sono da considerarsi integrative dell'art. 1127, comma 2, cod. civ., e la loro inosservanza determina una presunzione di pericolosità della sopraelevazione che può essere vinta esclusivamente mediante la prova, incombente sull'autore della nuova fabbrica, che non solo la sopraelevazione, ma anche la struttura sottostante sia idonea a fronteggiare il rischio sismico

L’Accomandante nel giudizio promosso da una società in accomandita è capace di testimoniare
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L’Accomandante nel giudizio promosso da una società in accomandita è capace di testimoniare

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|21 novembre 2023| n. 32229.

Il socio accomandante, nel giudizio promosso da una società in accomandita semplice, è capace di testimoniare, purché non abbia, di fatto, l'amministrazione della società.