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In relazione alla denunzia di vizio di motivazione

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|12 febbraio 2024| n. 3787.

In relazione alla denunzia di vizio di motivazione ai sensi dell’art. 360, comma 1 n. 5 c. p. c., la motivazione apparente - che la giurisprudenza parifica, quanto alle conseguenze giuridiche, alla motivazione in tutto o in parte mancante - sussiste quando il testo della motivazione pur esistendo in senso materiale, non contenga una effettiva esposizione delle ragioni che hanno portato alla decisione. Più precisamente quando le argomentazioni adottate non consentono di ricostruire il percorso logico-giuridico sviluppato dal giudicante alla base del decisum, non potendosi lasciare all'interprete il compito di integrarla con le più varie, ipotetiche congetture. Oppure, allorquando il giudice di merito ometta di indicare gli elementi da cui ha tratto il proprio convincimento ovvero li indichi senza un'approfondita loro disamina logica e giuridica, rendendo, in questo modo, impossibile ogni accertamento sull'esattezza e sulla logicità del suo ragionamento, e ancora, nell’ipotesi in cui le argomentazioni siano svolte in modo talmente contraddittorio da non permettere di individuare la motivazione e riconoscerla come giustificazione del decisum.

Il controricorrente che si costituisce in qualità di successore della parte nel precedente grado di giudizio è tenuto a fornire la prova della propria legittimazione
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Il controricorrente che si costituisce in qualità di successore della parte nel precedente grado di giudizio è tenuto a fornire la prova della propria legittimazione

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|12 febbraio 2024| n. 3793.

In tema di giudizio di cassazione, il controricorrente che si costituisce in qualità di successore della parte nel precedente grado di giudizio è tenuto a fornire la prova della propria legittimazione, a pena di inammissibilità del controricorso, che può essere dichiarata anche d'ufficio

Ipotesi di stipulazione di un contratto a cui sia stata apposta la firma apocrifa del legale rappresentante
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Ipotesi di stipulazione di un contratto a cui sia stata apposta la firma apocrifa del legale rappresentante

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|5 febbraio 2024| n. 3265.

Nell'ipotesi di stipulazione di un contratto a cui sia stata apposta la firma apocrifa del legale rappresentante della società, non ricorre la fattispecie del falsus procurator, in quanto quest'ultima presuppone che lo stipulante abbia agito come rappresentante della parte senza esserlo - ossia che sia stato esercitato il potere rappresentativo in capo a chi ha speso il nome altrui, in difetto del suo effettivo conferimento -, e non già che questi abbia falsificato la firma della parte, apponendovi indebitamente la sua sottoscrizione, anziché la propria, con la conseguenza che, non ricorrendo i presupposti per la ratifica ex art. 1399 c.c., il contratto stesso deve ritenersi nullo per difetto del consenso.

L’exceptio inadimpleti contractus costituisce un’eccezione in senso proprio
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L’exceptio inadimpleti contractus costituisce un’eccezione in senso proprio

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|5 febbraio 2024| n. 3211.

L'exceptio inadimpleti contractus, di cui all'articolo 1460 del codice civile, costituisce un'eccezione in senso proprio, rimessa pertanto alla disponibilità e all'iniziativa del convenuto, senza che il giudice abbia il dovere di esaminarla d'ufficio. Tuttavia, essa, al pari di ogni altra eccezione, non richiede l'adozione di forme speciali o formule sacramentali, essendo sufficiente che la volontà della parte di sollevarla (onde paralizzare l'avversa domanda di adempimento) sia desumibile, in modo non equivoco, dall'insieme delle sue difese e, più in generale, dalla sua condotta processuale, secondo un'interpretazione del giudice del merito che, se ancorata a corretti canoni di ermeneutica processuale, non è censurabile in sede di legittimità.

Onorari avvocato e Foro del consumatore
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Onorari avvocato e Foro del consumatore

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|5 febbraio 2024| n. 3241.

Nelle controversie in cui l'avvocato chieda la condanna del cliente al pagamento degli onorari professionali per i giudizi di primo e secondo grado, la competenza é dell'ufficio giudiziario individuato in base al criterio del foro del consumatore, che é criterio inderogabile e prevalente su ogni altro, con la conseguenza che, nell'ipotesi in cui il giudice adito per ultimo sia la corte d'appello di distretto diverso da quello di residenza del convenuto, poichè non é possibile enucleare in via interpretativa una regola oggettivamente diversa da quella codificata dall'art. 14 del d.lgs. n. 150 del 2011, l'ufficio giudiziario competente non é quello di pari grado (corte d'appello), nel cui distretto il convenuto abbia la residenza, ma il tribunale individuato in base al criterio del foro del consumatore.

La definizione di “strada” che comporta l’applicabilità della disciplina del relativo codice
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La definizione di “strada” che comporta l’applicabilità della disciplina del relativo codice

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|5 febbraio 2024| n. 3251.

La definizione di "strada", che comporta l'applicabilità della disciplina del relativo codice, non dipende dalla natura, pubblica o privata, della proprietà di una determinata area, bensì dalla sua destinazione ad uso pubblico, che ne giustifica la soggezione alle norme del codice della strada per evidenti ragioni di ordine pubblico e sicurezza collettiva.

Il potere di riduzione della penale ad equità
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Il potere di riduzione della penale ad equità

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|5 febbraio 2024| n. 3297.

Il potere di riduzione della penale ad equità, attribuito al giudice dall'art. 1384 c.c., può essere esercitato d'ufficio anche quando la penale è stata spontaneamente pagata perché i rimedi contrattuali sono esperibili anche dopo che il contratto è stato eseguito, salva la prescrizione.

Decorrenza indicazione dello specifico termine di prescrizione quale eccezione in senso lato
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Decorrenza indicazione dello specifico termine di prescrizione quale eccezione in senso lato

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|5 febbraio 2024| n. 3267.

La deduzione relativa all'applicabilità di uno specifico termine di prescrizione - nella specie, quello indicato all'art. 2947, comma 3, c.c. - integra una controeccezione in senso lato, il cui rilievo può avvenire anche d'ufficio, nel rispetto delle preclusioni assertive di cui all'art. 183 c.p.c. qualora sia fondata su nuove allegazioni di fatto; laddove, invece, sia basata su fatti storici già allegati entro i termini di decadenza propri del processo ordinario di cognizione, la sua proposizione è ammissibile nell'ulteriore corso del giudizio di primo grado, di appello e, con il solo limite della non necessità di accertamenti di fatto, di cassazione.

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Prova presuntiva il giudice è tenuto ad ammettere solo presunzioni gravi precise e concordanti

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|5 febbraio 2024| n. 3205.

In tema di prova presuntiva, il giudice è tenuto, ai sensi dell'articolo 2729 del codice civile, ad ammettere solo presunzioni "gravi, precise e concordanti", laddove il requisito della "precisione" è riferito al fatto noto, che deve essere determinato nella realtà storica, quello della "gravità" al grado di probabilità della sussistenza del fatto ignoto desumibile da quello noto, mentre quello della "concordanza", richiamato solo in caso di pluralità di elementi presuntivi, richiede che il fatto ignoto sia - di regola - desunto da una pluralità di indizi gravi, precisi e univocamente convergenti nella dimostrazione della sua sussistenza, e ad articolare il procedimento logico nei due momenti della previa analisi di tutti gli elementi indiziari, onde scartare quelli irrilevanti, e nella successiva valutazione complessiva di quelli così isolati, onde verificare se siano concordanti e se la loro combinazione consenta una valida prova presuntiva (cosiddetta convergenza del molteplice), non raggiungibile, invece, attraverso un'analisi atomistica degli stessi. Ne consegue che la denuncia, in cassazione, di violazione o falsa applicazione del citato articolo 2729 del codice civile, ai sensi dell'articolo 360, comma 1, n. 3, del Cpc, può prospettarsi quando il giudice di merito affermi che il ragionamento presuntivo può basarsi su presunzioni non gravi, precise e concordanti ovvero fondi la presunzione su un fatto storico privo di gravità o precisione o concordanza ai fini dell'inferenza dal fatto noto della conseguenza ignota e non anche quando la critica si concreti nella diversa ricostruzione delle circostanze fattuali o nella mera prospettazione di una inferenza probabilistica diversa da quella ritenuta applicata dal giudice di merito o senza spiegare i motivi della violazione dei paradigmi della norma.

L’eccezione di tardività del disconoscimento della scrittura privata è rimessa alla disponibilità della parte
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L’eccezione di tardività del disconoscimento della scrittura privata è rimessa alla disponibilità della parte

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|5 febbraio 2024| n. 3214.

L’eccezione di tardività, ai sensi degli articoli 214 e 215 cod. proc. civ., del disconoscimento della scrittura privata è rimessa alla disponibilità della parte che ha prodotto il documento in quanto unica ad avere interesse a valutare l’utilità di un accertamento positivo della provenienza