Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 7 giugno 2016, n. 23641
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Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 7 giugno 2016, n. 23641

Il domicilio di cui all’art. 624 bis c.p. è quel luogo in cui si svolge in tutto o in parte la vita privata di un individuo Suprema Corte di Cassazione sezione V penale sentenza 7 giugno 2016, n. 23641 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta...

Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 6 giugno 2016, n. 23355
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Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 6 giugno 2016, n. 23355

Non è punibile per corruzione il pubblico ufficiale che compie un atto contrario ai doveri d’ufficio che non rientra nelle competenze dell’ufficio cui lo stesso appartiene e in relazione al quale esercita o può esercitare una qualche forma di ingerenza. Per integrare il delitto di corruzione di cui all’art. 319 c.p., è necessario e sufficiente...

Corte di Cassazione, sezione IV penale, sentenza 1 giugno 2016, n. 23172
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Corte di Cassazione, sezione IV penale, sentenza 1 giugno 2016, n. 23172

La circostanza che il pedone si trovasse a gettare la spazzatura in orario vietato di conferimento dei rifiuti non rileva perché, quand’anche sussista una disciplina sulla raccolta dei rifiuti urbani, si tratta comunque di un insieme di regole non certo volte a prevenire eventi del tipo di quello che si è verificato e in ogni...

Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 30 maggio 2016, n. 22786
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Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 30 maggio 2016, n. 22786

Risponde del reato di rifiuto di atti d’ufficio (art. 328 cod. pen.) il collaboratore scolastico che non provveda alla cura di un minore disabile in una situazione di necessità ed urgenza, al di là delle mansioni specifiche attribuite, attesa la doverosità e indifferibilità dell’atto richiesto al collaboratore scolastico che emerge dal Contratto collettivo nazionale di...

Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 30 maggio 2016, n. 22719
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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 30 maggio 2016, n. 22719

Qualora la sentenza emessa dal giudice collegiale venga sottoscritta solo dall’estensore e non anche dal presidente, si è di fronte ad un’ipotesi di nullità relativa della sentenza, che deve essere tempestivamente eccepita, atteso che l’apposizione della firma del presidente del collegio ha una funzione di garanzia dal momento che attesta l’avvenuto controllo della conformità della...

Corte di Cassazione, sezione IV penale, sentenza 30 maggio 2016, n. 22717
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Corte di Cassazione, sezione IV penale, sentenza 30 maggio 2016, n. 22717

L’apprendimento insorgente da fatto del lavoratore medesimo e la socializzazione delle esperienze e della prassi di lavoro non si identificano e tanto meno valgono a surrogare le attività di informazione e di formazione prevista dalla legge   Suprema Corte di Cassazione sezione IV penale sentenza 30 maggio 2016, n. 22717 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL...

Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 27 maggio 2016, n. 22548
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Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 27 maggio 2016, n. 22548

L’idoneità degli atti, richiesta per la configurabilità del reato tentato, deve essere valutata con giudizio ex ante, tenendo conto delle circostanze in cui opera l’agente e delle modalità dell’azione, la desistenza volontaria presuppone la costanza della possibilità di consumazione del delitto, per cui, qualora tale possibilità non vi sia più, ricorre, sussistendone i presupposti, l’ipotesi...

Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 16 giugno 2016, n. 25091
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Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 16 giugno 2016, n. 25091

Il giudice dell’udienza preliminare è chiamato ad una valutazione di effettiva consistenza del materiale probatorio posto a fondamento dell’accusa, eventualmente avvalendosi dei suoi poteri di integrazione delle indagini, e, ove ritenga sussistere tale necessaria condizione minima, deve disporre il rinvio a giudizio dell’imputato, salvo che vi siano concrete ragioni per ritenere che il materiale individuato,...

Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 16 giugno 2016, n. 25080
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Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 16 giugno 2016, n. 25080

Ai fini del delitto di minaccia, l’idoneità intimidatoria di una frase pronunziata (“vieni fuori che facciamo a pugni”) – pur in astratto in grado di integrare la condotta tipizzata dall’art. 612 c.p. – deve essere valutata con riferimento al concreto contesto di riferimento   SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V PENALE SENTENZA 16 giugno 2016,...

Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza  15 giugno 2016, n. 24852
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Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 15 giugno 2016, n. 24852

In tema di restituzione in termini per proporre impugnazione, quando viene invocato lo stato di malattia come causa di forza maggiore, si richiede che lo stesso sia di tale gravità da impedire per tutta la sua durata qualsiasi attività, venendo ad incidere sulla capacità di intendere e di volere dell’interessato, al punto da impedirgli anche...