SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I CIVILE sentenza 9 febbraio 2015, n. 2400 Svolgimento del processo Con il decreto impugnato la Corte d’Appello di Roma, confermando la pronuncia di primo grado, ha rigettato la domanda proposta da A.A. e P.G.D.S. finalizzata a poter procedere alle pubblicazioni di matrimonio da loro richieste e negate dall’ufficiale...
Categoria: Cassazione civile 2015
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 23 gennaio 2015, n. 1238. Il terzo titolare di diritto autonomo legittimato all'opposizione ordinaria ai sensi dell'articolo 404 del Cpc, comma 1°, non può, al fine di incidere sull'efficacia del titolo, proporre opposizione ex articolo 615 del Cpc neppure se sia detentore materiale del bene, ma può far valere la sua situazione per bloccare l'esecuzione (o esecutività del titolo) esclusivamente con l'opposizione ordinaria, nel cui ambito, ai sensi dell'articolo 407 del Cpc, potrà ottenere la sospensione dell'esecutività della sentenza
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 23 gennaio 2015, n. 1238 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROVELLI Luigi Antonio – Primo Presidente f.f. Dott. ROSELLI Federico – Presidente di sez. Dott. RORDORF Renato – Presidente di sez. Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 febbraio 2015, n. 2405. Nel caso di parole straniere utilizzate come marchio denominativo, al fine di valutare la validità del marchio sotto il profilo della capacità distintiva, si deve accertare il grado di diffusione e comprensione del significato della parola nel territorio nel quale è chiesta la registrazione del marchio, anche con riferimento alla destinazione e ad ogni altra caratteristica del prodotto; deve valutarsi come descrittivo il segno che presenti con il prodotto un nesso sufficientemente concreto e diretto, in quanto divenuto parte del patrimonio linguistico comune in quel territorio e quindi capace di richiamarlo in maniera diretta e immediata nella percezione di un consumatore medio normalmente avveduto ed informato
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 9 febbraio 2015, n. 2405 Motivi della decisione 1.- Nell’unico motivo di ricorso la società Mec deduce la violazione degli artt. 18, lett. b), della legge marchi (21 giugno 1942 n. 929) e 13 c.p.i. (d. lgs. 10 febbraio 2005 n. 30) e vizio di motivazione,...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 29 gennaio 2015, n. 1726. Spetta al giudice il controllo di legalità della proposta di concordato preventivo in ogni fase del procedimento di omologazione e dunque anche l’accertamento della compatibilità delle sue modalità di attuazione con le norme giuridiche vigenti. La “fattibilità giuridica” costituisce pertanto imprescindibile condizione di ammissibilità del concordato, la cui mancanza, comportando l’impossibilità di dare esecuzione alla proposta, può e deve essere rilevata d’ufficio dal giudice indipendentemente dalle eventuali preclusioni già verificatesi a carico delle parti
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 29 gennaio 2015, n. 1726 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RORDORF Renato – Presidente Dott. DI AMATO Sergio – Consigliere Dott. DIDONE Antonio – Consigliere Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 28 gennaio 2015, n. 1625. Perché la c.d. clausola marciana possa conseguire l'effetto di superare i profili di possibile illiceità del lease back
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 28 gennaio 2015, n. 1625 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RORDORF Renato – Presidente Dott. DI AMATO Sergio – Consigliere Dott. DIDONE Antonio – Consigliere Dott. SCALDAFERRI Andrea – Consigliere Dott. NAZZICONE Loredana...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 29 gennaio 2015, n. 1724. Dopo il fallimento, il fallito che mantiene capacità giuridica e capacità di agire, può, con efficacia verso il fallimento, destinare le somme ricevute quale corrispettivo di una sua attività al pagamento delle passività incontrate per generare il reddito e, quanto al residuo netto, al mantenimento suo e della sua famiglia. Dall’efficacia verso il fallimento della destinazione attribuita dal fallito alle somme ricevute quale corrispettivo di una sua attività al pagamento delle passività incontrate per generare il reddito e, quanto al residuo netto, al mantenimento suo e della sua famiglia. Dall’efficacia verso il fallimento della destinazione attribuita dal fallito alle somme ricevute discende logicamente l’efficacia dei pagamenti ricevuti dal fallito stesso
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 29 gennaio 2015, n. 1724 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RORDORF Renato – Presidente Dott. DI AMATO Sergio – rel. Consigliere Dott. DIDONE Antonio – Consigliere Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria –...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 27 gennaio 2015, n. 1495. La convivenza come coniugi, protrattasi per almeno tre anni dalla data di celebrazione del matrimonio concordatario regolarmente trascritto, connotando nell'essenziale l’istituto del matrimonio nell’ordinamento italiano, è ostativa alla dichiarazione di efficacia nella Repubblica Italiana delle sentenze definitive di nullità di matrimonio pronunciate dai tribunali ecclesiastici, per qualsiasi vizio genetico del matrimonio accertato e dichiarato dal giudice ecclesiastico nell’ordine canonico nonostante la sussistenza di detta convivenza coniugale. Peraltro la proposizione di un ricorso congiunto, volto a ottenere il riconoscimento dell’efficacia nel nostro ordinamento di una sentenza di nullità del matrimonio canonica pronunciata dal tribunale ecclesiastico, esclude l’interferenza della condizione ostativa costituita dalla convivenza. Si tratta infatti di un’eccezione in senso stretto, rimessa esclusivamente alla disponibilità della parte che vuole farla valere e con la prevalenza da dare alla «consapevole concorde manifestazione di volontà delle parti»
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 27 gennaio 2015, n. 1495 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FORTE Fabrizio – Presidente Dott. DOGLIOTTI Massimo – Consigliere Dott. CAMPANILE Pietro – Consigliere Dott. DE CHIARA Carlo – Consigliere Dott. ACIERNO Maria...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 28 gennaio 2015, n. 1631. L’assegno divorzile non deve essere necessariamente definito su quello corrisposto a titolo di separazione, ma occorre valutare tutti i nuovi elementi di fatto dai quali desumere la permanenza o meno dei presupposti economici della corresponsione dell’assegno. Nella specie, l’ex marito chiedeva di rivedere non solo il quantum da corrispondere alla ex moglie, ma anche la sussistenza dell’esigenza della corresponsione dell’assegno, vista la nuova convivenza e il nuovo lavoro della ex moglie
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 28 gennaio 2015, n. 1631 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LUCCIOLI Maria Gabriella – Presidente Dott. GIANCOLA Maria Cristina – Consigliere Dott. CAMPANILE Pietro – Consigliere Dott. LAMORGESE Antonio – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 22 gennaio 2015, n. 1205. Il mandato apposto in calce (come nel caso di specie) o a margine del ricorso per cassazione e' per sua natura mandato speciale, senza che occorra per la sua validita' alcuno specifico riferimento al giudizio in corso ed alla sentenza contro la quale si rivolge, poiche' in tal caso la specialita' del mandato e' deducibile dal fatto che la procura al difensore forma materialmente corpo con il ricorso od il controricorso al quale essa si riferisce. E’ riconosciuto valore probatorio alla dichiarazione sostitutiva dell'atto notorio esclusivamente nei rapporti con la pubblica amministrazione e nei relativi procedimenti amministrativi, ma siffatto valore viene negato nell'ambito del giudizio civile, caratterizzato dal principio dell'onere della prova, atteso che la parte non puo' derivare da proprie dichiarazioni elementi di prova a proprio favore, al fine del soddisfacimento dell'onere di cui all'articolo 2697 cod. civ.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 22 gennaio 2015, n. 1205 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 3 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FINOCCHIARO Mario – Presidente Dott. AMENDOLA Adelaide – Consigliere Dott. AMBROSIO Annamaria – rel. Consigliere Dott. FRASCA Raffaele – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 5 febbraio 2015, n. 2087. In materia di diffamazione a mezzo stampa, in caso di mancata ottemperanza da parte del danneggiante all'ordine del giudice di pubblicare la sentenza su uno o più giornali, il danneggiato ha la facoltà, e non l'obbligo, di provvedere autonomamente a tale pubblicazione a sua cura e spese. Il mancato esercizio di tale facoltà non integra violazione del dovere di attivarsi secondo correttezza al fine di evitare il danno, previsto dall'art. 1227 secondo comma c.c., in quanto tale comportamento corrisponde ad un apprezzabile sacrificio che va oltre i limiti della ordinaria diligenza. Ne consegue che, in caso di mancata ottemperanza da parte del danneggiale all'ordine di pubblicazione della sentenza impartito dal giudice, il diritto del danneggiato al risarcimento del danno derivante dalla mancata pubblicazione non può essere ridotto o escluso per non aver provveduto autonomamente a richiedere la pubblicazione
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 5 febbraio 2015, n. 2087 Ritenuto in fatto C.U. , F.G. e F.L. , rispettivamente moglie e figlie dell’avv. F.F. , citarono in giudizio la Poligrafici Editoriale s.p.a. per ottenere il risarcimento dei danni derivanti dal mancato adempimento dell’obbligo di pubblicare su alcuni quotidiani a diffusione nazionale il...