Consiglio di Stato sezione VI sentenza n. 596, del 7 gennaio 2014 FATTO e DIRITTO 1.- Il Centro italiano femminile (d’ora in avanti anche CIF) impugna la sentenza del Tribunale amministrativo regionale del Lazio 12 febbraio 2013 n. 1495, resa in forma semplificata, che ha respinto il suo ricorso avverso il decreto direttoriale del Ministero...
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Consiglio di Stato, sezione III, sentenza n. 570 del 5 febbraio 2014. In tema di interdizione antimafia disposta dal prefetto
Consiglio di Stato sezione III sentenza n. 570 del 5 febbraio 2014 FATTO e DIRITTO 1.- La società Caseificio Santa Rita aveva impugnato davanti al T.A.R. per la Campania l’interdittiva antimafia, adottata dal Prefetto di Caserta in data 14 settembre 2010, nonché la nota con la quale la Regione Campania, in data 5 ottobre 2011,...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 4 marzo 2014, n. 1018. Nel giudizio amministrativo, il divieto di integrazione della motivazione non ha carattere assoluto, in quanto non sempre i chiarimenti resi nel corso del giudizio valgono quale inammissibile integrazione postuma della motivazione: è il caso degli atti di natura vincolata di cui all'art. 21-octies, L. n. 241 del 1990, nei quali l'Amministrazione può dare anche successivamente l'effettiva dimostrazione in giudizio dell'impossibilità di un diverso contenuto dispositivo dell'atto, oppure quello concernente la possibilità di una successiva indicazione di una fonte normativa non prima menzionata nel provvedimento, quando questa, per la sua notorietà, ben avrebbe potuto e dovuto essere conosciuta da un operatore professionale
La massima 1. Nel giudizio amministrativo, il divieto di integrazione della motivazione non ha carattere assoluto, in quanto non sempre i chiarimenti resi nel corso del giudizio valgono quale inammissibile integrazione postuma della motivazione: è il caso degli atti di natura vincolata di cui all’art. 21-octies, L. n. 241 del 1990, nei quali l’Amministrazione può...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 3 marzo 2014, n. 993. A fronte di una sentenza con cui il Consiglio di Stato ha ordinato la restituzione del suolo ai legittimi proprietari, facendo comunque salvo il potere di emanare il provvedimento di acquisizione postuma, vale solo a chiarire che la condanna alla restituzione, costituente titolo esecutivo postulante la forzosa eseguibilità, è la conseguenza dell’illegittimità della pregressa apprensione e non interferisce con l’esercizio successivo del diverso ed autonomo potere di acquisizione. Non può dunque dirsi che il riferimento al successivo esercizio del potere di acquisizione sanante esaurisca il rapporto contenzioso, tanto da blindare il comportamento successivo dell’amministrazione sino a renderlo insensibile alle sopravvenienze normative, quasi come se lo stesso fosse un appendice meramente esecutiva ed automatica del giudicato
La massima 1. A fronte di una sentenza con cui il Consiglio di Stato ha ordinato la restituzione del suolo ai legittimi proprietari, facendo comunque salvo il potere di emanare il provvedimento di acquisizione postuma, vale solo a chiarire che la condanna alla restituzione, costituente titolo esecutivo postulante la forzosa eseguibilità, è la conseguenza dell’illegittimità...
Consiglio di Stato, adunanza plenaria, sentenza 25 febbraio 2014, n. 9. In merito alla tassatività delle cause di esclusione e rapporto tra ricorso principale e ricorso incidentale
CONSIGLIO DI STATO ADUNANZA PLENARIA SENTENZA 25 febbraio 2014, n. 9 SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 23 di A.P. del 2013, proposto dalla società Palumbo s.p.a., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dagli avvocati Francesco Migliarotti e Luciano Filippo Bracci, con domicilio eletto presso quest’ultimo in Roma, via del Teatro...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 24 febbraio 2014, n. 870. In tema di Sanità in merito alla distribuzione dei budget. Applicazione dei principi di logica e buona amministrazione
Consiglio di Stato sezione III sentenza 24 febbraio 2014, n. 870 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 2284 del 2013, proposto da: Ca.Cu. spa in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 24 febbraio 2014, n. 857. E’ infondata l’azione risarcitoria esperita in conseguenza dell’annullamento, in sede giurisdizionale, del provvedimento di esclusione dal concorso pubblico per l’accesso ai ruoli del personale scolastico, non configurandosi alcun danno alla professionalità né alla personalità morale. Invero, il danno non patrimoniale di carattere morale deve escludersi non integrando, il ritardo dell’assunzione, un’ipotesi di reato. Quanto al “danno alla professionalità”, esso costituisce un’espressione vaga, inidonea, di per sé, ad individuare una componente pregiudicata del patrimonio. Ne discende che tale voce di danno, al pari del danno morale, non può invocarsi a prescindere dall’allegazione, debitamente provata, della lesione di un bene costituzionalmente garantito e protetto, non dando luogo ad alcuna liquidazione automatica di danno, ulteriore rispetto a quello patrimoniale
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 24 febbraio 2014, n. 857 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 575 del 2011, proposto da: Re.Sc., rappresentata e difesa dagli avv. Gi.Gi., Do.To., con domicilio eletto presso...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 20 febbraio 2014, n. 818. L’art. 239, comma 2, del d.lgs. n. 152-2006, in caso di avvio a recupero, smaltimento rifiuti abbandonati o deposito in modo incontrollato, subordina l’attività di caratterizzazione dell’area ai fini degli eventuali interventi di bonifica e ripristino ambientale all’avvenuta rimozione del rifiuto. Ciò implica che il legislatore abbia riconosciuto l’impossibilità giuridica di una trasformazione del rifiuto abbancato in “terreno”, non più soggetto a smaltimento
Consiglio di Stato sezione V sentenza 20 febbraio 2014, n. 818 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 1313 del 2013, proposto da: Di.Qu.Te. e La. S.n.c., rappresentata e difesa dall’avv. Gu.Pi., con domicilio eletto...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 4 febbraio 2013, n. 500. Nel nostro ordinamento non è prevista alcuna ipotesi nel processo amministrativo in cui il privato possa proporre un’azione cautelare pure (cosa invece possibile nel giudizio innanzi al giudice ordinario): l’azione cautelare, nel processo amministrativo, è infatti inscindibilmente connessa alla proposizione di un ricorso vertente sulla legittimità del provvedimento impugnato. In altri termini “l’attuale sistema processuale amministrativo non ammette una domanda cautelare “pura”, ossia non agganciata a una domanda di merito
Consiglio di Stato Sezione IV Sentenza 4 febbraio 2013, n. 500 N. 00500/2014REG.PROV.COLL. N. 04700/2013 REG.RIC. REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quarta) ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso in appello nr. 4700 del 2013, proposto dal professor Michele Mario GRANDE, rappresentato e difeso dagli...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 17 febbraio 2014, n. 754. In caso di ravvisato contrasto fra una norma della CEDU e una norma interna, il giudice non può procedere alla diretta disapplicazione di quest’ultima. Ciò in quanto le norme della CEDU – nel significato loro attribuito dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, specificamente istituita per dare a esse interpretazione e applicazione (art. 32, par. 1, della Convenzione) – integrano, quali “norme interposte”, il parametro costituzionale espresso dall’art. 117, comma 1, Cost., nella parte in cui stabilisce l’obbligo per la legislazione interna di rispettare i vincoli derivanti dagli “obblighi internazionali”
CONSIGLIO DI STATO SEZIONE IV SENTENZA 17 febbraio 2014, n. 754 ORDINANZA sui seguenti ricorsi in appello: 1) nr. 5327 del 2013, proposto dal MINISTERO DELLA GIUSTIZIA, in persona del Ministro pro tempore, rappresentato e difeso ope legis dall’Avvocatura Generale dello Stato, domiciliato per legge presso la stessa in Roma, via dei Portoghesi, 12, contro la signora Elsa VERELLI,...