CONSIGLIO DI STATO sezione III SENTENZA 7 aprile 2014, n. 1630 SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 4065 del 2010, proposto da: Loredana V., Adele V., Laura V., tutte rappresentate e difese dall’Avv. Lorenzo Tizzi, con domicilio eletto presso l’Avv. Bruno Aguglia in Roma, via Cicerone, n. 44; contro Ministero dell’Interno, in persona...
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Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 24 marzo 2014, n. 1446. Il rapporto tra la normativa generale in tema di accesso e quella particolare dettata in materia di contratti pubblici non va posto in termini di accentuata differenziazione, ma piuttosto di complementarietà, nel senso che le disposizioni (di carattere generale e speciale) contenute nella disciplina della legge n. 241 del 1990 devono trovare applicazione tutte le volte in cui non si rinvengono disposizioni derogatorie (e quindi dotate di una specialità ancor più elevata in ragione della materia) nel Codice dei contratti, le quali trovano la propria ratio nel particolare regime giuridico di tale settore dell’ordinamento
CONSIGLIO DI STATO sezione V SENTENZA 24 marzo 2014, n. 1446 SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 5113 del 2013, proposto Quadrifoglio Servizi Ambientali Area Fiorentina s.p.a., rappresentata e difesa dall’avv. Andrea Grazzini, con domicilio eletto presso lo studio dell’avv. Gustavo Visentini in Roma, Piazza Barberini n. 12 contro Società Longo Veicoli Industriali...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 20 febbraio 2014, n. 798. Dal lunedì al venerdì le cancellerie giudiziarie non possono non essere aperte al pubblico se non per cinque ore consecutive. L’unica discrezionalità che residua in capo all’Amministrazione, si ripete, consiste nell’individuazione dell’ora d’inizio e, conseguentemente, di quella finale; ma sempre di cinque ore di apertura quotidiana deve trattarsi.
Consiglio di Stato Sezione IV Sentenza 20 febbraio 2014, n. 798 N. 00798/2014REG.PROV.COLL. N. 01307/2013 REG.RIC. REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quarta) ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 1307 del 2013, proposto da: Ordine Degli Avvocati Di Roma, rappresentato e...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 19 marzo 2014, n.1344. Le consulenze tecniche non sono lo strumento per ricercare il vero valore di mercato (atteso che questo è determinabile unicamente solo con l’effettiva messa in vendita del bene) ma servono unicamente a simulare il possibile comportamento delle parti coinvolti, qualora se ne presentassero le condizioni. È quindi un profilo ordinario, anzi ontologico, dell’azione di stima che questa fondi le sue valutazioni su situazioni non esattamente sovrapponibili a quella in esame, ma paragonabili sotto profili diversi. Sicché, le diversità delle situazioni prese in considerazione, non rappresentano un profilo patologico dell’azione dello stimatore, fino a che non viene provato che tra gli elementi presi a sostegno e quelli da valutare non vi fossero profili di somiglianza
La massima 1. Le consulenze tecniche non sono lo strumento per ricercare il vero valore di mercato (atteso che questo è determinabile unicamente solo con l’effettiva messa in vendita del bene) ma servono unicamente a simulare il possibile comportamento delle parti coinvolti, qualora se ne presentassero le condizioni. È quindi un profilo ordinario, anzi ontologico,...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 17 marzo 2014, n.1312. L’art. 1, comma 13, del d.l. n. 135 del 2012, non corrisponde all’attribuzione di una potestà, che consente all’Amministrazione – già parte di un rapporto contrattuale a regolazione civilistica – di intervenire ab extra sul rapporto stesso in forma e modalità autoritativa, in modo tale da svincolarsi dagli obblighi contrattuali assunti per affermate esigenze di interesse pubblico. Non confermano tale indirizzo, infatti, né il testo, né la ratio della norma in esame: il primo, in quanto assegna in modo esplicito all’Amministrazione un “diritto” di recesso e la seconda, coincidente con la possibilità di ottenere prestazioni “migliorative”, in base ai parametri delle convenzioni stipulate da Consip, viene perseguita con una fattispecie di recesso unilaterale del contratto, che costituisce mera specificazione di quanto comunque consentito al committente, nell’ambito dei contratti di appalto, a norma dell’art. 1671 Cod. civ.
CONSIGLIO DI STATO sezione VI sentenza 17 marzo 2014, n.1312 SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 4287 del 2013, proposto dal Ministero per i beni e le attività culturali, rappresentato e difeso per legge dall’Avvocatura generale dello Stato e presso la medesima domiciliato in Roma, via dei Portoghesi, 12; contro Sisma s.r.l., rappresentata e difesa...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 10 marzo 2014, n. 1084. L'art. 33, comma 4, d.P.R. n. 380/2201, dispone che "Qualora le opere siano state eseguite su immobili, anche se non vincolati, compresi nelle zone omogenee A, di cui al decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444, il dirigente o il responsabile dell'ufficio richiede all'amministrazione competente alla tutela dei beni culturali ed ambientali apposito parere vincolante circa la restituzione in pristino o la irrogazione della sanzione pecuniaria di cui al precedente comma. Qualora il parere non venga reso entro novanta giorni dalla richiesta il dirigente o il responsabile provvede autonomamente". Nel caso specifico d'immobili anche non vincolati situati nelle zone omogenee A, oggetto di ristrutturazioni non consentite, il legislatore ha perciò ritenuto che in ordine alla sanzione dev'essere prioritariamente ponderata la scelta tra quella della restituzione in pristino e quella pecuniaria. Quanto alla valutazione della scelta, la mancata espressione del parere da parte della Soprintendenza, per l'inutile decorso del relativo termine,non muta la ratio ispiratrice della norma
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 10 marzo 2014, n. 1084 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso r.g.a.n. 8210/2012, proposto dalla s.r.l. Do., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dagli avvocati Fe.Te., Ri.Ol. e...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza n. 1072 del 7 marzo 2014. La responsabilità solidale, che è garanzia di buona esecuzione dell’appalto, può sussistere solo in quanto la impresa ausiliaria sia collegata contrattualmente al concorrente tant’è che l’art. 49 prescrive l’allegazione, già in occasione della domanda di partecipazione, del contratto di avvalimento mentre tale vincolo contrattuale diretto con il concorrente e con la stazione appaltante non sussiste nel caso in cui sia lo stesso ausiliario che ricorre ai requisiti posseduti da terzi
Consiglio di Stato sezione III sentenza n. 1072 del 7 marzo 2014 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Terza) ha pronunciato la presente SENTENZA (…) DIRITTO 1. Il Consorzio Ricorrente si doleva in primo grado del fatto che la ati aggiudicataria, facente capo alla società CONTROINTERESSATA, dovesse...
Consiglio di Stato, sezione IV, ordinanza 12 marzo 2014, n. 1059. Respinto la richiesta di sospensione in favore dell'OUA, in merito alla mediazione
CONSIGLIO DI STATO Sezione IV Ordinanza 12 marzo 2014, n. 1059 Per ottenere chiarimenti ai sensi dell’art. 112, comma 5 c.p.a. in ordine all’ordinanza di questa sezione n. 607/2014 del 12/2/2014 emessa su appello avverso l’ordinanza cautelare del T.A.R. LAZIO – ROMA: SEZIONE I n. 04872/2013, resa tra le parti, concernente determinazione criteri e modalità...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 5 marzo 2014, n. 1036. Una rettifica delle previsioni del piano urbanistico comunale adottato/approvato è ammissibile solo in presenza di un errore materiale che abbia inciso nella fase di redazione e/o assemblaggio dei diversi atti che formano lo strumento urbanistico, senza che lo stesso abbia influito sulla scelta urbanistica sottostante, dovendo la divergenza esistente tra previsioni solo apparentemente diverse dello strumento pianificatorio essere risolvibile per mezzo dell’individuazione, sulla base di un vincolato procedimento logico, di una soluzione univoca che s’imponga in modo manifesto ed immediato dalla lettura della documentazione del piano, senza dover ricorrere ad alcuna attività di interpretazione della volontà dell’amministrazione deliberante
La massima 1. Ai fini dell’inquadramento di un atto amministrativo non assume rilievo dirimente l’autoqualificazione datane dall’amministrazione emanante, dovendosi invece aver riguardo al suo contenuto sostanziale ed alla funzione da esso perseguita. 2. L’istituto della rettifica consiste nella eliminazione di errori ostativi o di errori materiali in cui l’amministrazione sia incappata, di natura non invalidante...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza n. 563 del 5 febbraio 2014. In tema di corresponsione della indennità di qualificazione
Consiglio di Stato sezione III sentenza n. 563 del 5 febbraio 2014 FATTO e DIRITTO 1. Con il ricorso proposto avanti al T.A.R. per la Campania i sig.ri L. B.e M. R. M., – già dipendenti della ex U.S.L. 42 dal mese di febbraio 1982, successivamente transitati nei ruoli della A.S.L. Napoli 1 con la qualifica...