Consiglio di Stato sezione III sentenza 24 febbraio 2014, n. 870 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 2284 del 2013, proposto da: Ca.Cu. spa in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa...
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Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 24 febbraio 2014, n. 857. E’ infondata l’azione risarcitoria esperita in conseguenza dell’annullamento, in sede giurisdizionale, del provvedimento di esclusione dal concorso pubblico per l’accesso ai ruoli del personale scolastico, non configurandosi alcun danno alla professionalità né alla personalità morale. Invero, il danno non patrimoniale di carattere morale deve escludersi non integrando, il ritardo dell’assunzione, un’ipotesi di reato. Quanto al “danno alla professionalità”, esso costituisce un’espressione vaga, inidonea, di per sé, ad individuare una componente pregiudicata del patrimonio. Ne discende che tale voce di danno, al pari del danno morale, non può invocarsi a prescindere dall’allegazione, debitamente provata, della lesione di un bene costituzionalmente garantito e protetto, non dando luogo ad alcuna liquidazione automatica di danno, ulteriore rispetto a quello patrimoniale
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 24 febbraio 2014, n. 857 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 575 del 2011, proposto da: Re.Sc., rappresentata e difesa dagli avv. Gi.Gi., Do.To., con domicilio eletto presso...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 20 febbraio 2014, n. 818. L’art. 239, comma 2, del d.lgs. n. 152-2006, in caso di avvio a recupero, smaltimento rifiuti abbandonati o deposito in modo incontrollato, subordina l’attività di caratterizzazione dell’area ai fini degli eventuali interventi di bonifica e ripristino ambientale all’avvenuta rimozione del rifiuto. Ciò implica che il legislatore abbia riconosciuto l’impossibilità giuridica di una trasformazione del rifiuto abbancato in “terreno”, non più soggetto a smaltimento
Consiglio di Stato sezione V sentenza 20 febbraio 2014, n. 818 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 1313 del 2013, proposto da: Di.Qu.Te. e La. S.n.c., rappresentata e difesa dall’avv. Gu.Pi., con domicilio eletto...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 4 febbraio 2013, n. 500. Nel nostro ordinamento non è prevista alcuna ipotesi nel processo amministrativo in cui il privato possa proporre un’azione cautelare pure (cosa invece possibile nel giudizio innanzi al giudice ordinario): l’azione cautelare, nel processo amministrativo, è infatti inscindibilmente connessa alla proposizione di un ricorso vertente sulla legittimità del provvedimento impugnato. In altri termini “l’attuale sistema processuale amministrativo non ammette una domanda cautelare “pura”, ossia non agganciata a una domanda di merito
Consiglio di Stato Sezione IV Sentenza 4 febbraio 2013, n. 500 N. 00500/2014REG.PROV.COLL. N. 04700/2013 REG.RIC. REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quarta) ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso in appello nr. 4700 del 2013, proposto dal professor Michele Mario GRANDE, rappresentato e difeso dagli...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 17 febbraio 2014, n. 754. In caso di ravvisato contrasto fra una norma della CEDU e una norma interna, il giudice non può procedere alla diretta disapplicazione di quest’ultima. Ciò in quanto le norme della CEDU – nel significato loro attribuito dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, specificamente istituita per dare a esse interpretazione e applicazione (art. 32, par. 1, della Convenzione) – integrano, quali “norme interposte”, il parametro costituzionale espresso dall’art. 117, comma 1, Cost., nella parte in cui stabilisce l’obbligo per la legislazione interna di rispettare i vincoli derivanti dagli “obblighi internazionali”
CONSIGLIO DI STATO SEZIONE IV SENTENZA 17 febbraio 2014, n. 754 ORDINANZA sui seguenti ricorsi in appello: 1) nr. 5327 del 2013, proposto dal MINISTERO DELLA GIUSTIZIA, in persona del Ministro pro tempore, rappresentato e difeso ope legis dall’Avvocatura Generale dello Stato, domiciliato per legge presso la stessa in Roma, via dei Portoghesi, 12, contro la signora Elsa VERELLI,...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 17 febbraio 2014, n. 755. L’annullamento delle elezioni regionali in Piemonte
CONSIGLIO DI STATO SEZIONE V SENTENZA 17 febbraio 2014, n. 755 SENTENZA ex artt. 38 e 60 cod. proc. amm.; sul ricorso numero di registro generale 556 del 2014, proposto dalla Regione Piemonte, in persona del Presidente pro tempore, rappresentata e difesa dall’avv. Angelo Clarizia, con domicilio eletto presso il suo studio in Roma, via...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 14 febbraio 2014, n. 727. In ordine allo scioglimento per infiltrazioni mafiose, la comunicazione dell’avvio del procedimento non è necessaria, trattandosi di un’attività di natura preventiva e cautelare, per la quale non vi è necessità di alcuna partecipazione, anche per il tipo di interessi coinvolti, che non concernono, se non indirettamente, persone, ma la complessiva rappresentazione operativa dell’ente locale e, quindi, in ultima analisi, gli interessi dell’intera collettività comunale. Rileva, al riguardo, il carattere straordinario della misura che, nell’ipotesi di una concreta minaccia ai beni primari appartenenti a tutta la collettività, quali quelli rappresentati dall’ordine e dalla sicurezza pubblica, che lo scioglimento ex art. 143 del d. lgs. 267/2000 è volto a tutelare, giustifica una immediata reazione dell’ordinamento, mediante un intervento rapido e deciso
La massima 1. In ordine allo scioglimento per infiltrazioni mafiose, la comunicazione dell’avvio del procedimento non è necessaria, trattandosi di un’attività di natura preventiva e cautelare, per la quale non vi è necessità di alcuna partecipazione, anche per il tipo di interessi coinvolti, che non concernono, se non indirettamente, persone, ma la complessiva rappresentazione operativa...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 5 febbraio 2014, n. 574. L’azione promossa contro il silenzio rifiuto dell’amministrazione tende all’accertamento dell’illegittimità del comportamento omissivo della stessa quale violazione dell’obbligo di pronunciarsi in modo espresso sull’accoglibilità o meno di una domanda che ad essa è stata avanzata. L’Amministrazione è, infatti, tenuta ad adottare un provvedimento motivato sulle istanze volte ad ottenere l’esercizio di un potere che l’ordinamento le ha attribuito e ciò anche quando eventualmente ritenga di dover respingere le domande presentate (fatto salvo il caso di domande manifestamente prive di fondamento o sulle quali ha già provveduto), anche al fine di consentire agli interessati di poter utilizzare tutti gli strumenti che l’ordinamento ha previsto per la tutela delle loro ragioni
Consiglio di Stato sezione III sentenza 5 febbraio 2014, n. 574 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 7674 del 2013, proposto dalla: Regione Campania, in persona del Presidente p.t., rappresentato e difeso dall’avv. Ma.Im.,...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 29 gennaio 2014, n. 461. La legge subordina l’accessibilità del documento amministrativo ad un interesse diretto, concreto e attuale, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale è chiesto l’accesso. L’interesse (diretto, concreto ed attuale) è dunque riferito al documento del quale si chiede l’ostensione; la “corrispondenza” è da intendersi invece quale nesso di strumentalità o anche semplicemente connessione con una situazione giuridica che l’ordinamento protegge attraverso la concessione di strumenti di tutela (non importa se essi siano giurisdizionali od amministrativi)
La massima 1. La legge subordina l’accessibilità del documento amministrativo ad un interesse diretto, concreto e attuale, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale è chiesto l’accesso. L’interesse (diretto, concreto ed attuale) è dunque riferito al documento del quale si chiede l’ostensione; la “corrispondenza” è da intendersi invece quale nesso...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 4 febbraio 2014, n. 530. La previsione dell’art. 87, comma 3, D.Lgs. n. 104 del 2010 in relazione al dimezzamento dei termini processuali nel giudizio in materia di silenzio, si applica anche alla notifica dell’appello, poiché atto non compreso tra quelli per la cui notificazione restano confermati i termini ordinari che sono individuati espressamente, nella stessa disposizione, nel ricorso introduttivo, nel ricorso incidentale e nei motivi aggiunti. All’uopo, invero, non può sostenersi la riconduzione dell’atto di appello alla nozione di ricorso introduttivo, in quanto relativa al ricorso di primo grado
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 4 febbraio 2014, n. 530 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 5204 del 2013, proposto dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, in persona del Ministro pro tempore,...