In materia di spese processuali la compensazione

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|24 gennaio 2022| n. 1950.

In materia di spese processuali la compensazione è subordinata alla presenza di gravi ed eccezionali ragioni che il giudice è tenuto ad indicare esplicitamente nella motivazione della sentenza.

Ordinanza|24 gennaio 2022| n. 1950. In materia di spese processuali la compensazione

Data udienza 4 novembre 2021

Integrale

Tag/parola chiave: Spese di giustizia – Processo tributario – Intimazione pagamento contributi consortili – Controversia – Carenza di legittimazione passiva – Per alienazione immobile – Compensazione spese di lite – Mancanza di specifica motivazione

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TRIBUTARIA

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHINDEMI Domenico – Presidente

Dott. PAOLITTO Liberato – Consigliere

Dott. BALSAMO Milena – rel. Consigliere

Dott. DELL’ORFANO Antonella – Consigliere

Dott. CIRESE Marina – Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA
sul ricorso 12232/2015 proposto da:
(OMISSIS), nella qualita’ di erede di (OMISSIS), elettivamente domiciliato in Roma Piazza Cavour presso la Cancelleria della Corte di Cassazione, rappresentato e difeso dall’Avvocato (OMISSIS);
– ricorrente –
contro
(OMISSIS) Spa;
– intimato –
e contro
Consorzio Generale Di Bonifica (OMISSIS), elettivamente domiciliato in (OMISSIS) presso lo studio dell’avvocato (OMISSIS) che lo rappresenta e difende unitamente agli avvocati (OMISSIS), (OMISSIS);
– controricorrente incidentale –
avverso la sentenza n. 9727/2014 della COMM.TRIB.REG., CAMPANIA, depositata il 10/11/2014;
udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del 04/11/2021 dal Consigliere Dott. BALSAMO MILENA.

FATTI DI CAUSA

1. (OMISSIS) chiedeva, sulla base di un solo motivo, la cassazione della sentenza n. 9727/07/14, depositata il 10.11.2014, con la quale la Commissione tributaria regionale della Campania rigettava l’appello proposto dalla contribuente (OMISSIS) (madre dell’attuale ricorrente) avverso la decisione di primo grado, che, nell’accogliere il ricorso, aveva disposto la compensazione delle spese, in considerazione del potere discrezionale del giudice tributario nel valutare le gravi ed eccezionali ragioni di cui all’articolo 92 c.p.c., comma 2, come modificato dalla L. n. 263 del 2009, sostenendo che gli argomenti posti a fondamento della decisione di merito – vale a dire la carenza di legittimazione passiva del ricorrente, il quale aveva alienato nell’anno 2005 il fondo per il quale gli era stato intimato il pagamento dei contributi consortili per l’anno 2008 – lasciavano trasparire le ragioni per le quali erano state compensate le spese.
Il Consorzio Generale di bonifica (OMISSIS) del Volturno resiste con controricorso e ricorso incidentale.

In materia di spese processuali la compensazione

RAGIONI DELLA DECISIONE

2.Con l’unico motivo del ricorso principale, si lamenta violazione degli articoli 91 e 92 c.p.c.. ex articolo 360 c.p.c., nn. 3) e 5), per avere i giudici regionali confermato la correttezza della compensazione delle spese di lite del primo grado, ancorche’ non si ricorresse in ipotesi di soccombenza reciproca ne’ in ipotesi di gravi ed eccezionali ragioni che potessero consentire la compensazione delle spese di lite.
In particolare, deduce il ricorrente che il giudice deve esporre in modo argomentato le motivazioni che sorreggono la statuizione di compensazione delle spese, la quale e’ subordinata alla presenza di gravi ed eccezionali ragioni che il decidente deve esplicitamente indicare nella motivazione della sentenza a tenore dell’articolo 92 c.p.c..
3.Con ricorso incidentale, il Consorzio lamenta la violazione degli articoli 156 e 160 c.p.c., ai sensi dell’articolo 360 c.p.c., nn. 3), 4) e 5); per avere il decidente omesso di esaminare l’eccezione sollevata nelle controdeduzioni in appello relativa alla carenza della preventiva autorizzazione del consiglio dell’ordine che consente al legale di provvedere direttamente alla notifica degli atti, secondo le modalita’ previste dalla L. n. 890 del 1982 oppure mediante posta elettronica certificata, avendo l’avvocato della contribuente provveduto alla notifica diretta del ricorso originario.
4. In via preliminare occorre esaminare il ricorso incidentale; esso e’ destituito di fondamento.
L’attivita’ di notificazione svolta dagli avvocati, ai sensi della L. n. 53 del 1994, in mancanza dei requisiti prescritti dalla legge stessa, e’ nulla e non inesistente; tale nullita’ e’ sanata solo dalla rituale e tempestiva costituzione dell’intimato e, quindi, dall’accertato raggiungimento dello scopo della notificazione stessa. (Cass. n. 11466 del 15/06/2020).
Ebbene, nella fattispecie, risulta, come evincibile dal ricorso in appello che – contrariamente a quanto affermato dal Consorzio – il legale procedeva alla notifica diretta ai sensi della normativa citata, menzionando l’autorizzazione preventiva del C.O.A. di S.M. C.V. del 4 marzo 2005.
Considerando che, ai fini della validita’ della notifica diretta ex lege n. 53 del 1994, e’ sufficiente la menzione della prescritta autorizzazione, la cui sussistenza e’ peraltro agevolmente accertabile dalla controparte, deve concludersi che la notifica del ricorso originario da parte del difensore del contribuente si e’ svolta nel rispetto delle norme di legge.
5.Quanto al ricorso principale, si osserva quanto segue.
Prima ancora di verificare se le ragioni ravvisate dalla CTR della Campania siano ascrivibili ad una delle due ipotesi tipiche previste dalla norma teste’ citata, occorre rilevare che, con sentenza del 19 aprile 2018, n. 77, la Corte costituzionale ha dichiarato costituzionalmente illegittimo l’articolo 92 c.p.c., comma 2, nella parte in cui non consente, nelle ipotesi di soccombenza totale, di compensare parzialmente o per intero le spese di lite anche ove ricorrano gravi ed eccezionali ragioni, diverse da quelle tipizzate dal legislatore. Gli effetti della pronuncia di illegittimita’ costituzionale retroagiscono fino al momento dell’introduzione nell’ordinamento della norma dichiarata illegittima. Pertanto, l’apprezzamento della sussistenza del vizio denunciato con il ricorso dev’essere fatto con riferimento alla situazione normativa determinata dalla pronuncia di incostituzionalita’. Va dunque affermato il seguente principio di diritto: “Poiche’ gli effetti della dichiarazione di incostituzionalita’ retroagiscono alla data di introduzione nell’ordinamento del testo di legge dichiarato costituzionalmente illegittimo, nel caso in cui con un ricorso per cassazione sia denunciata – ai sensi dell’articolo 360 c.p.c., comma 1, n. 4 – la violazione dell’articolo 92 c.p.c., comma 2, (nel testo modificato dal Decreto Legge 12 settembre 2014, n. 132, articolo 13, comma 1, convertito, con modificazioni, nella L. 10 novembre 2014, n. 162), che la Corte costituzionale, con sentenza 19 aprile 2018, n. 77, ha dichiarato costituzionalmente illegittimo nella parte in cui non prevede che il giudice possa compensare le spese tra le parti, parzialmente o per intero, anche qualora sussistano altre analoghe gravi ed eccezionali ragioni, la valutazione della fondatezza o meno del ricorso deve farsi con riferimento alla situazione normativa determinata dalla pronuncia di incostituzionalita’, essendo irrilevante che la decisione impugnata o addirittura la stessa proposizione del ricorso siano anteriori alla pronuncia del Giudice delle leggi”.
Siffatta disposizione, nella parte in cui permette la compensazione delle spese di lite allorche’ concorrano “gravi ed eccezionali ragioni”, costituisce “una norma elastica, quale clausola generale che il legislatore ha previsto per adeguarla ad un, dato contesto storico-sociale o a speciali situazioni, non esattamente ed efficacemente determinabili “a priori”, ma da specificare in via interpretativa da parte del giudice del merito, con un giudizio censurabile in sede di legittimita’, in quanto fondato su norme giuridiche” (cfr. Cass. n. 2883/2014; n. 21157 del 07/08/2019).

 

In materia di spese processuali la compensazione

 

Nel caso in esame, in assenza di una reciproca soccombenza, occorre valutare se la compensazione delle spese di lite sia stata operata in presenza delle ragioni di “gravita’ ed eccezionalita’” normativamente previste; il giudice e’ tenuto, infatti, ad indicare esplicitamente nella motivazione della sentenza la presenza delle gravi ed eccezionali ragioni che impongono la compensazione delle spese processuali (Sez. 6 – 3, Ordinanza n. 15413 del 2011).
Nella fattispecie, deve rilevarsi che la sentenza impugnata non esplicita le ragioni poste a fondamento della decisione impugnata, tant’e’ che i giudici di appello si limitano ad affermare apoditticamente che “gli argomenti posti a base della decisione di merito di primi giudici lasciano chiaramente trasparire le ragioni per le quali e’ stata decisa la compensazione delle spese”.
6. La mancata specifica motivazione in ordine alle gravi ed eccezionali ragioni che consentono la compensazione comporta un vizio di violazione di legge al quale consegue la cassazione della decisione impugnata con rinvio della causa, anche per le spese di questa fase, alla CTR della Campania che, in diversa composizione, nel decidere nuovamente della vertenza, si atterra’ al principio di diritto sopra richiamato.

 

In materia di spese processuali la compensazione

 

P.Q.M.

La Corte accoglie il ricorso principale, rigettando quello proposto in via incidentale; cassa la sentenza impugnata e rinvia alla CTR della Campania, in diversa composizione, anche per la regolamentazione delle spese del presente giudizio.
Ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002, articolo 13, comma 1 quater, da’ atto della sussistenza dei presupposti per il versamento da parte del ricorrente in via incidentale dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato, pari a quello dovuto per il ricorso, a norma dello stesso articolo 13, comma 1 bis ove dovuto.

 

In caso di diffusione omettere le generalità e gli altri dati identificativi dei soggetti interessati nei termini indicati.

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