REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE SECONDA CIVILE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. CARRATO Aldo – Presidente
Dott. PAPA Patrizia – Consigliere
Dott. FORTUNATO Giuseppe – rel. Consigliere
Dott. BESSO MARCHEIS Chiara – Consigliere
Dott. ROLFI Federico – Consigliere
ha pronunciato la seguente:
ORDINANZA
sul ricorso iscritto al n. 6484/2022 R.G. proposto da:
(OMISSIS), rappresentato e difeso in proprio nonche’ dagli avv.ti (OMISSIS), e (OMISSIS), con domicilio in (OMISSIS);
– ricorrente –
contro
(OMISSIS) S.R.L., in persona del legale rappresentante p.t., rappresentata e difesa dall’avv. (OMISSIS), con domicilio in (OMISSIS);
– controricorrente –
avverso l’ordinanza del Tribunale di Latina, pubblicata in data 25.1.2022;
Udita la relazione svolta nella Camera di consiglio del giorno 10.5.2023 dal Consigliere Dott. Giuseppe Fortunato.
Il presupposto necessario ai fini della decorrenza del termine triennale
RAGIONI IN FATTO E IN DIRITTO DELLA DECISIONE
1. Con ordinanza del 25.1.2022, il Tribunale di Latina ha dichiarato prescritto il diritto al compenso richiesto con ricorso Decreto Legislativo n. 150 del 2011, ex articolo 14, dall’avv. (OMISSIS) per la difesa della (OMISSIS) s.r.l. in un procedimento instaurato ai sensi dell’articolo 700 c.p.c., volto alla riconsegna di un autocarro.
Con riferimento ai temi dibattuti nel presente giudizio di legittimita’, il giudice di merito ha ritenuto che la societa’ avesse ritualmente eccepito la prescrizione presuntiva, sostenendo di aver pagato l’intero importo dovuto, e che fosse decorso il termine triennale dalla definizione del giudizio, non essendo documentato alcun atto interruttivo.
La cassazione dell’ordinanza e’ chiesta dall’avv. (OMISSIS) con ricorso in due motivi; la (OMISSIS) s.r.l. resiste con controricorso.
2. Il primo motivo denuncia la violazione dell’articolo 2956 c.c., n. 2, articoli 2957, 2959, 2935, 2941, 2942 c.c., articoli 112, 115, 702 bis c.p.c., l’omesso esame di fatto decisivo e vizio di motivazione, ai sensi dell’articolo 360 c.p.c., comma 1, nn. 3 e 5, per aver il Tribunale dichiarato la prescrizione del diritto al compenso, omettendo di considerare che la societa’ aveva contestato il conferimento dell’incarico alle pagg. 2-9 della comparsa di costituzione, sollevando una difesa incompatibile con l’eccezione di prescrizione presuntiva che, pertanto, era inammissibile.
Il secondo motivo denuncia la violazione dell’articolo 2956 c.c., n. 2 e articoli 10, 24, 35, 36, 41 e 53 Cost., ai sensi dell’articolo 360 c.p.c., comma 1, n. 3, sostenendo che il credito azionato in giudizio ascendeva ad Euro 6.596,66 e che, non avendo la cliente indicato in che modo l’avesse versato, doveva presumersi che il pagamento fosse avvenuto per contanti, circostanza resa non credibile per il fatto che, ai sensi del Decreto Legislativo n. 231 del 2007, articolo 49, tale modalita’ solutoria era vietata per versamenti superiori ad Euro 5.000,00.
2.1. Il primo motivo e’ ammissibile e fondato.
Sotto il primo profilo, contrariamente a quanto eccepito nel controricorso, la censura individua correttamente le questioni sottoposte al vaglio di legittimita’, richiama in modo pertinente le norme violate, con compiuta descrizione delle vicende processuali che rilevano ai fini della decisione.
2.2. L’articolo 2956 c.c., n. 2, dispone che il diritto dei professionisti per il compenso dell’opera prestata e per il rimborso delle spese si prescrive nel termine di tre anni.
La norma si fonda sulla presunzione di adempimento dell’obbligazione e implica il riconoscimento dell’esistenza del credito nella stessa misura richiesta dal creditore.
Al fine di superare tale presunzione gli unici mezzi idonei sono, quanto alla posizione del debitore opponente, l’ammissione di non avere estinto l’obbligazione, e, quanto a quella del creditore, il deferimento al debitore del giuramento decisorio (Cass. 11195/2007; Cass. 19240/2004; Cass. 785/1998).
L’eccezione e’ incompatibile con le difese che presuppongono il mancato pagamento del credito o la sua stessa sussistenza, poiche’ in tal modo si ammette, implicitamente, che l’obbligazione non e’ stata estinta; in tal caso l’eccezione di prescrizione presuntiva va disattesa (Cass. 17595/2019; Cass. 2977/2016; Cass. 26986/2013; Cass. 23751/2018).
L’ammissione di non aver estinto il debito da parte del debitore (che comporta il rigetto dell’eccezione di prescrizione presuntiva) puo’ risultare anche per implicito dalla contestazione dell’entita’ della somma richiesta (Cass. 31105/2001; Cass. 9467/2001; Cass. 4015/2002; 12771/2012; Cass. 11911/2014).
Nel caso in esame, il Tribunale ha affermato che il conferimento dell’incarico e il suo espletamento non erano contestati e che la societa’ aveva eccepito l’intervenuta prescrizione presuntiva del credito del credito nonche’, in ogni caso, la sua insussistenza, avendo la societa’ integralmente saldato il debito, facendo quindi anche riferimento alle plurime contestazioni sollevate nella comparsa di costituzione, di cui da’ atto il ricorso.
La pronuncia ha, pero’, concluso che l’eccezione di prescrizione presuntiva era stata correttamente proposta con la deduzione dell’intervenuto pagamento, confermativo del contenuto sostanziale dell’eccezione stessa (cfr. l’ordinanza impugnata a pag. 2), non considerando l’incompatibilita’ tra la pur rilevata negazione del credito, da parte della societa’ resistente, e l’eccezione di prescrizione presuntiva.
La contestazione del credito era stata effettivamente svolta sia riguardo all’an che alla congruita’ del quantum (cfr. ricorso, pag. 7-8, ove e’ riportato il contenuto delle pagg. 2-9 della comparsa di costituzione), assumendo che il difensore non aveva provato quale impegno avesse profuso, anche in termini di tempo, la diligenza impiegata e i risultati ottenuti (comparsa pagg. 2 e 8); aveva eccepito la totale infondatezza in fatto delle pretesa (pag. 3) e l’inesistenza del credito (pag. 6), deduzioni difensive incompatibili con l’ammissione, implicita nell’eccezione de qua, che il debito era stato estinto.
3. In definitiva, va accolto il primo motivo, con assorbimento del secondo.
L’ordinanza e’ cassata in relazione al motivo accolto, con rinvio della causa al Tribunale di Latina, in diversa composizione, anche per la pronuncia sulle spese di legittimita’.
P.Q.M.
accoglie il primo motivo di ricorso, dichiara assorbito il secondo, cassa l’ordinanza impugnata e rinvia la causa al Tribunale di Latina, in diversa composizione, anche per la pronuncia sulle spese di legittimita’.