Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|14 giugno 2021| n. 16776.
Il mutuo fondiario ed il limite di finanziabilità.
Avendo riguardo al mutuo fondiario, il limite di finanziabilità fissato dall’articolo 38, comma 2, del decreto legislativo n. 385 del 1993, è elemento essenziale del contenuto del contratto e il suo mancato rispetto ne determina la nullità (con possibilità, tuttavia, di conversione in ordinario finanziamento ipotecario ove ne sussistano i relativi presupposti) e costituisce un limite inderogabile all’autonomia privata in ragione della natura pubblica dell’interesse tutelato, volto a regolare il quantum della prestazione creditizia al fine di favorire la mobilizzazione della proprietà immobiliare e agevolare e sostenere l’attività di impresa.
Ordinanza|14 giugno 2021| n. 16776. Il mutuo fondiario ed il limite di finanziabilità
Data udienza 10 giugno 2021
Integrale
Tag/parola chiave: Fallimento – Opposizione allo stato passivo – Credito fondiario – Limite dell’80% – Superamento – Iscrizioni ipotecarie – Ammissione al passivo – Contratto – Invalidità – Il mutuo fondiario ed il limite di finanziabilità
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE PRIMA CIVILE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. GENOVESE Francesco Antonio – Presidente
Dott. VANNUCCI Marco – Consigliere
Dott. FERRO Massimo – rel. Consigliere
Dott. NAZZICONE Loredana – Consigliere
Dott. CAPRIOLI Maura – Consigliere
ha pronunciato la seguente:
ORDINANZA
sul ricorso n.r.g. 22843/2017 proposto da:
FALLIMENTO (OMISSIS) S.P.A., IN LIQUIDAZIONE, in persona del curatore p.t., rappresentata e difesa dall’avv. (OMISSIS), (OMISSIS), con domicilio eletto presso lo studio dell’avv. (OMISSIS), in (OMISSIS), come da procura in calce all’atto;
– ricorrente –
contro
(OMISSIS) s.p.a., (mandataria di (OMISSIS) S.R.L., cessionaria dei crediti da (OMISSIS) s.p.a.), in persona del procuratore speciale, rappresentato e difeso dall’avv. (OMISSIS), (OMISSIS), con domicilio eletto presso lo studio in (OMISSIS), come da procura in calce all’atto;
– controricorrente –
per la cassazione del decreto Trib. Catania 25.8.2017, n. 5148/2017, in R.G. 5723/2015
udita la relazione della causa svolta dal Consigliere relatore Dott. Massimo Ferro alla Camera di consiglio del 10.6.2021.
FATTI DI CAUSA
1. Fallimento (OMISSIS) S.P.A. IN LIQUIDAZIONE (FALLIMENTO) impugna il decreto Trib. Catania 25.8.2017, n. 5148/2017, in R.G. 5723/2015 di accoglimento dell’opposizione allo stato passivo, gia’ promossa da (OMISSIS) s.p.a. – poi cedente il credito a (OMISSIS) s.r.l. ed ora rappresentato in giudizio da (OMISSIS) s.p.a. – avverso il decreto reiettivo del giudice delegato del Tribunale di Catania 17.3.2015, reso sulla insinuazione al passivo del credito da mutuo ipotecario fondiario;
2. il tribunale ha premesso che: a) l’istanza di ammissione al passivo era stata rigettata sul presupposto della nullita’ del contratto di mutuo, per violazione dei requisiti di ritenuta validita’ posti dall’articolo 38, comma 2 TUB; b) con l’opposizione, la banca aveva dedotto che siffatta violazione non implicava alcuna nullita’ nemmeno virtuale, poiche’ afferente a meri obblighi comportamentali; c) il curatore, nella stessa sede, eccepiva altresi’ la risoluzione del contratto, secondo la clausola contrattuale di operativita’ espressa e del termine essenziale, oltre che la inesattezza degli importi richiesti;
3. il decreto ha cosi’ ritenuto che: a) la Delib. CICR 22 aprile 1995, determinativa dell’ammontare massimo dei finanziamenti in rapporto al valore dei beni ipotecati (quale fissata nell’80%) inerisce ad un limite che non rientra nelle ipotesi indeterminate di cui all’articolo 117, comma 8 TUB esulando dal perimetro dei poteri conformativi della Banca d’Italia; b) l’espressa previsione normativa del contratto e della disposizione secondaria su cui intervenire conforta l’appartenenza della fattispecie all’articolo 38 TUB, mentre l’articolo 117, e’ ispirato a prevenire l’inserimento in contratto di clausole standard difficilmente intelligibili o onerose o vessatorie; c) il rispetto del predetto limite, inoltre, non si evince in modo diretto dal contratto ma esige una stima, con ogni incertezza valutativa; d) la nullita’ relativa, disciplinata dall’articolo 117 TUB, non e’ coerente con l’interesse al finanziamento che invece il cliente ha in caso di erogazione eccedente il predetto limite, tanto piu’ che le relative clausole sono derogabili solo se piu’ favorevoli, com’e’ di regola la fattispecie; e) difettando un’espressa previsione normativa di invalidita’, per violazione di norme inderogabili, non ci sono i presupposti della nullita’ nemmeno virtuale del contratto, trattandosi di inottemperanza e piuttosto a norme comportamentali, con conseguenze di responsabilita’ o sanzioni; f) non sussistono prove che contro la societa’ finanziata e datrice d’ipoteca la banca si sia voluta avvalere della clausola risolutiva espressa, per come affiancata alla previsione (articolo 8 contratto) di produrre, ad opera della prima e a mani della seconda, entro 30 giorni dalla stipula, la dichiarazione notarile di piena proprieta’ e disponibilita’ dell’immobile, circostanza che la curatela ha eccepito come mai attuata; g) non consta che la banca – per ben 4 anni – si sia voluta avvalere del termine essenziale fissato per l’adempimento, invero potendo desumersi la rinunzia allo stesso da comportamenti concludenti; h) la produzione documentale di estratto conto, piano di ammortamento e conteggi giustificavano infine la esattezza del credito insinuato, con gl’interessi convenzionali in privilegio;
4. il ricorso e’ su quattro motivi, cui resiste la banca; entrambe le parti hanno depositato memoria.
RAGIONI DELLA DECISIONE
1. Con il primo motivo e’ sollevata la violazione dell’articolo 1418 1 c.c., comma 1, articolo 38, comma 2 TUB, per avere il tribunale trascurato che il credito della banca si fondava su contratto nullo;
2. il secondo motivo invoca l’inesistenza della motivazione del decreto del tribunale quanto alla iscrizione ipotecaria di primo grado, necessaria per l’ammissione al passivo con la causa di prelazione alfine disposta, nonostante la documentazione, gia’ apprezzata dal giudice delegato, in punto di pregresse ipoteche e la non opponibilita’ della stima di capienza ciononostante invocata dal creditore;
3. il terzo motivo, riprendendo le violazioni additate con la prima censura, reitera la contestazione del decreto per non avere rilevato la nullita’ del contratto di mutuo fondiario con iscrizione d’ipoteca di grado successivo al primo, erroneamente non rispettando le risultanze probatorie e le relative regole di allocazione ex articolo 115 c.p.c., articolo 2697 c.c. e L. Fall., articolo 99, posto che la banca non ha impugnato specificamente le statuizioni del giudice delegato sulla inopponibilita’ dei documenti di pretesa stima a suffragio dell’invocato limite;
4. il quarto motivo, in via subordinata, avversa il decreto per difetto di motivazione, nulla avendo statuito quanto all’ammissione al passivo del credito della banca, in punto di esatto ammontare, a fronte delle contestazioni del curatore, specie per gl’interessi – da ammettere al solo chirografo – per il biennio anteriore al periodo garantito dall’articolo 2855 c.c., essendo invece risultato ammesso un credito eccedente in grado ipotecario;
5. il primo motivo e’ fondato; questa Corte, con la pronuncia n. 17352 del 2017, seguita da altre conformi (Cass. 19016/2017, 13286/2018, 24138/2018, 17439/2019, 31057/2019, 1193/2020), ha affermato il principio per cui, avendo riguardo al mutuo fondiario, il limite di finanziabilita’ fissato, dal Decreto Legislativo n. 385 del 1993, articolo 38, comma 2, e’ elemento essenziale del contenuto del contratto e il suo mancato rispetto ne determina la nullita’ (con possibilita’ tuttavia, di conversione in ordinario finanziamento ipotecario ove ne sussistano i relativi presupposti) e costituisce un limite inderogabile all’autonomia privata in ragione della natura pubblica dell’interesse tutelato, volto a regolare il quantum della prestazione creditizia al fine di favorire la mobilizzazione della proprieta’ immobiliare e agevolare e sostenere l’attivita’ di impresa; il primo precedente citato, a superamento di pregressi indirizzi e pero’ esplicitamente raccordandosi con decisioni gia’ assunte con riguardo al mutuo di credito edilizio (in virtu’ di analoga delimitazione di finanziabilita’ dell’operazione per la sola meta’ rispetto al valore cauzionale dell’immobile, Cass. 9219/1995), ha parimenti qualificato siccome norma imperativa la disposizione prescrivente detto limite;
6. la previsione legale dei limiti di finanziabilita’ – per quanto non ascrivibile a un contenuto tipico predeterminato dall’autorita’ creditizia – si inserisce infatti “in ogni caso tra gli elementi essenziali perche’ un contratto di mutuo possa dirsi fondiario”; invero, si e’ precisato, il fine della disposizione, ancorche’ essa permetta di non ricondurre la fattispecie alla nullita’ testuale dell’articolo 117, comma 8 TUB, corrisponde proprio alla necessita’ di disciplina analitica secondo obiettivi economici che il legislatore si e’ dato, accordando all’istituto erogante molteplici tutele sul versante del rapido consolidamento dell’ipoteca (articolo 39 TUB) e del privilegio processuale esecutivo (articolo 41 TUB), giustificando la compatibilita’ costituzionale (Corte Cost. n. 175 del 2004) di un regime di favor che ha effettivamente contropartita di sistema nell’intento di mobilizzare la proprieta’ immobiliare ed altresi’, eventualmente, di ricorrere a tale strumento per finanziare l’imprenditore anche in crisi;
7. ma si e’ altresi’ puntualizzato che la dicotomia fra regole di validita’ e regole di comportamento, per come affermata dalle Sezioni Unite con le sentenze 26724 e 26725 del 2007, e’ aperta alla ricognizione degl’interessi sottesi alla norma che imponga una doverosita’ contrattuale, cosi’ da comprendere se la sua violazione sostanzi l’inottemperanza ad un precetto di legge imperativo in termini di nullita’ virtuale, perche’ non espresso, in relazione all’incidenza sulla validita’ del contratto, com’e’ la vicenda di causa che concerne infatti elementi intrinseci del negozio, relativi al suo contenuto; cosi’ che “la nullita’ ha come conseguenza l’incapacita’ del contratto di produrre il proprio effetto, compresa la costituzione di un’ipoteca valida”;
8. il secondo e terzo motivo sono fondati; a fronte della concorrente ratio decidendi fatta propria dal giudice delegato, con diniego della possibilita’ giuridica della fondiarieta’ con ipoteca di primo grado per via di pregresse iscrizioni, da un lato e di condivise contestazioni del valore attribuito dalla banca al bene, dall’altro, il tribunale nulla ha statuito; ne’ si puo’ affermare il carattere assorbente della pronuncia di accoglimento dell’opposizione, posto che l’ampiezza della posizione processuale del curatore rispetto al decreto del primo giudice, in termini di precisione dei riferimenti al processo di merito quali riportati in ricorso e per come quella posizione e’ stata ribadita, mette in evidenza l’assenza di motivazione in cui e’ incorso il tribunale ai sensi dell’articolo 132 c.p.c., comma 1, n. 4, anche rispetto ai nuovi limiti dell’articolo 360 c.p.c., comma 1, n. 5 (Cass. s.u. 8053/2014);
9. il quarto motivo e’ assorbito;
il ricorso va dunque accolto quanto ai primi tre motivi, assorbito il quarto, con cassazione e rinvio al Tribunale di Catania, anche per la liquidazione delle spese del procedimento.
P.Q.M.
la Corte accoglie il ricorso quanto ai primi tre motivi, assorbito il quarto, cassa la sentenza impugnata e rinvia al Tribunale di Catania, in diversa composizione, anche per la liquidazione delle spese del procedimento.
In caso di diffusione omettere le generalità e gli altri dati identificativi dei soggetti interessati nei termini indicati.
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