Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza n. 43302 del 23 novembre 2011. La buona fede del vigile urbano, che commette un errore nel multare un automobilista, deve essere valutata nel dibattimento, mentre è escluso un giudizio “sul merito” dei fatti da parte del Gup

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Il testo integrale[1]

Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza n. 43302 del 23 novembre 2011

La Suprema Corte, con la sentenza in commento, ha accolto il ricorso di una signora multata per aver parcheggiato in un’area vietata solo a parere del vigile urbano. Nella zona in questione non c’era, infatti, alcun cartello di divieto di sosta né era presente una segnaletica orizzontale che rendesse la sosta off-limit.

Un errore del vigile che, secondo il G.U.P., non era tale da configurare il reato di abuso d’ufficio per insussistenza dell’elemento soggettivo costituito dalla consapevole e volontaria rappresentazione di circostanze non corrispondenti al vero e per la mancanza del dolo intenzionale di produrre un danno ingiusto..

Ipotesi che – spiega la Corte – il Gup non è legittimato a fare. La natura dell’udienza preliminare resta prevalentemente processuale e non di merito e immutato rimane lo scopo cui l’udienza preliminare è preordinata: quello di evitare i dibattimenti inutili, non di accertare se l’imputato è colpevole o innocente.

Sorrento 23 novembre 2011.

Avv. Renato D’Isa


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