Il testo integrale

Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 17 ottobre 2012 n. 40845[1]

 

Si legge in sentenza che è stato evidenziato come l’uomo, fin dall’inizio della vita coniugale, era solito offendere la moglie rivolgendosi a lei con epiteti infamanti e umilianti, facendole pesare di essere a suo carico non percependo un proprio reddito, si da instaurare un regime di vita logorante, volto al continuo discredito della moglie annientandone la personalità.

Infine la Suprema Corte ha ricordato che il reato di violenza sessuale è configurabile all’interno del rapporto di coppia coniugale o paraconiugale ogni qual volta vi sia un costringimento fisico-psichico idoneo ad incidere sulla libertà di autodeterminazione del partner.

 

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