Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 11 febbraio 2014, n. 6384 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza 2.7.2013 il Tribunale di Brescia ha rigettato l’appello del Pubblico Ministero contro l’ordinanza del GIP presso il Tribunale di Bergamo che aveva respinto la richiesta di applicazione, nei confronti di V.A., della misura cautelare del divieto di...
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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 14 novembre n. 45648. La reciprocità dei comportamenti molesti non esclude la configurabilità del delitto di atti persecutori, incombendo, in tale ipotesi, sul giudice un più accurato onere di motivazione in ordine alla sussistenza dell’evento di danno, ossia dello stato d’ansia o di paura della presunta persona offesa
Il testo integrale [1] La reciprocità dei comportamenti molesti non esclude la configurabilità del delitto di atti persecutori, incombendo, in tale ipotesi, sul giudice un più accurato onere di motivazione in ordine alla sussistenza dell’evento di danno, ossia dello stato d’ansia o di paura della presunta persona offesa. Il termine reciprocità non vale, dunque,...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 26 settembre 2013, n. 39933. Reiterati atti di molestia, commessi in danno del fratello, realizzatisi insozzando quasi quotidianamente l’abitazione ed il cortile di proprietà di quest’ultimo gettandovi rifiuti di ogni genere, cagionandogli in tal modo un perdurante e grave stato d’ansia e il fondato pericolo per l’incolumità, al punto che la persona offesa si trasferiva altrove per alcuni periodi e rinunciava a coltivare presso la propria abitazione relazioni con i terzi, rientrano nel paradigma normativo del delitto di atti persecutori ex art. 612-bis c.p.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V PENALE Sentenza 26 settembre 2013, n. 39933 Ritenuto in fatto 1. La Corte di Appello di Brescia, con sentenza del 5-4-2012, confermando quella del Tribunale di Brescia, sez. dist. di Breno in data 14-7-2011, riconosceva F.M. responsabile del reato di atti persecutori, commesso fino alla ‘data odierna’, in...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 19 settembre 2013 n. 38690. L’intervenuta remissione di querela per il delitto di atti persecutori, non impedisce l’azione d’ufficio per lesioni
Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 19 settembre 2013 n. 38690[1] L’articolo 582, co. 2, c.p., nel rendere perseguibile d’ufficio il reato di lesione personale quando concorrano alcune delle circostanze aggravanti di cui agli artt. 583 e 585, c.p., ad eccezione di quelle indicate nel n. 1 e nell’ultima parte dell’art....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 9 settembre 2013, n. 36887. La misura cautelare del divieto di avvicinamento, prevista dall’art. 282-ter cod. proc. pen., può contenere anche prescrizioni riferite direttamente alla persona offesa ed ai luoghi in cui essa si trovi, aventi un contenuto coercitivo sufficientemente definito nell’imporre di evitare contatti ravvicinati con la vittima, la presenza della quale in un certo luogo è sufficiente ad indicare lo stesso come precluso all’accesso dell’indagato
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 9 settembre 2013, n. 36887 Ritenuto in fatto Il difensore di A.M. , persona sottoposta a misure cautelari in quanto gravato da indizi di colpevolezza relativi ai reati di cui agli artt. 612-bis e 570 cod. pen., ricorre avverso l’ordinanza del Tribunale del riesame di Lecce indicata...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 10 luglio 2013 n. 29409. Non vi può essere il reato di stalking se la relazione è in atto
Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 10 luglio 2013 n. 29409[1] La Corte di appello, pur avendo riconosciuto la sussistenza di un flusso di telefonate e messaggi da entrambe le parti talmente elevato da far ritenere verosimile l’ipotesi di una relazione tra l’imputato e la vittima ha ritenuto che ciò non...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 15 maggio 2013 n. 20993. Per configurare il reato di stalking non occorre una rappresentazione anticipata del risultato finale
Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 15 maggio 2013 n. 20993[1] Per configurare il reato di stalking non occorre una rappresentazione anticipata del risultato finale, ma, piuttosto, la costante consapevolezza, nello sviluppo progressivo della situazione, dei precedenti attacchi e dell’apporto che ciascuno di essi arreca all’interesse protetto, insita nella perdurante aggressione...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 6 marzo 2013, n. 10388. Per la sussistenza del reato di stalking è necessaria la realizzazione di una condotta frazionata in una pluralità di comportamenti tipici, sia omogenei, sia eterogenei, che si succedano nel tempo
La massima Per la sussistenza del reato è dunque necessaria la realizzazione di una condotta frazionata in una pluralità di comportamenti tipici, sia omogenei, sia eterogenei, che si succedano nel tempo. Solo con la reiterazione, esplicitamente richiesta dal legislatore, di singoli episodi – che, in via esemplificativa, possono essere di ingiuria, minaccia, lesione, violenza privata,...
Corte di Cassazione, sezione feriale, sentenza 16 novembre 2012, n. 44855. Non integra il reato di molestie inviare molteplici e-mail alla ex
Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione feriale, sentenza 16 novembre 2012, n. 44855[1] Va escluso che il reato di molestie possa essere configurato – a differenza di quanto si verifica nel caso dei c.d. s.m.s. inviati su utenze telefoniche mobili -, qualora si tratti di messaggi di posta elettronica, privi,...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 12 ottobre 2012, n.40249. In tema di concorso di persone nel reato di stalking
La massima In tema di concorso di persone nel reato, l’elemento soggettivo richiesto in capo al concorrente viene identificato nella consapevole rappresentazione e nella volontà della persona del partecipe di cooperare con altri soggetti alla comune realizzazione della condotta delittuosa. SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I PENALE SENTENZA 12 ottobre 2012, n.40249 Ritenuto in...