Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 16 giugno 2015, n. 24989 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. GAZZARA Santi – Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – rel. Consigliere Dott....
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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 16 giugno 2015, n. 25012. In tema di sequestro preventivo funzionale alla confisca per equivalente, il provvedimento cautelare puo’ interessare indifferentemente ciascuno dei concorrenti anche per l’intera entita’ del profitto accertato
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 16 giugno 2015, n. 25012 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GENTILE Mario – Presidente Dott. CAMMINO Matilde – Consigliere Dott. DE CRESCIENZO Ugo – Consigliere Dott. RAGO Geppino – Consigliere Dott. ALMA...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 26 giugno 2015, n. 27094. La presenza di una costruzione su fondo proprio non e’ ostativa alla sottoposizione a sequestro penale del bene, quale risultante all’esito dell’arricchimento prodotto dalla edificazione, essendo stato gia’ chiarito da questa Corte che il regime penalistico cui assoggettare il cespite nella sua interezza e’ quello proprio della parte di valore economico e di utilizzabilita’ nettamente prevalenti, e tuttavia in tema di individuazione del momento consumativo dell’acquisto non vi e’ titolo per derogare alla disciplina civilistica in materia
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 26 giugno 2015, n. 27094 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente Dott. PETRUZZELLIS Anna – rel. Consigliere Dott. CAPOZZI Angelo – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 25 giugno 2015, n. 26721. Il delitto di associazione per delinquere è idoneo a realizzare profitti illeciti sequestrabili – ai fini della successiva confisca per tantundem nei casi espressamente previsti dalla legge – in via del tutto autonoma rispetto a quelli conseguiti attraverso i reati-fine perpetrati in esecuzione del programma delinquenziale e la cui esecuzione è agevolata dall’esistenza di una stabile struttura organizzata e dal comune progetto criminale, con la precisazione che la determinazione del profitto confiscabile corrisponde alla sommatoria dei profitti conseguiti dall’associazione nel suo complesso per effetto della consumazione dei singoli reati-fine, che vanno pertanto accertati e attribuiti, sia pure nelle forme provvisorie tipiche della fase cautelare, ad uno o più associati. Di tale profitto, in uno ai coimputati, ogni associato è chiamato a rispondere dal momento in cui ha aderito alla societas sceleris, senza che ciò possa comportare una duplicazione, anche solo parziale, del profitto confiscabile e, qualora si ricorra per la determinazione di esso a calcolare le imposte evase in via presuntiva o indiziaria, con la specifica indicazione dei criteri utilizzati per il relativo calcolo
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 25 giugno 2015, n. 26721 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TERESI Alfredo – Presidente Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – rel. Consigliere Dott. GAZZARA Santi – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 17 giugno 2015, n. 25353. In tema di reati tributari, al fine della configurabilità dell’aggravante del c.d. metodo mafioso prevista dall’art. 7, d.l. n. 152 del 1991, conv. in legge n. 203 del 1991, è sufficiente che il reo abbia agito al fine di agevolare l’attività dell’associazione criminale, in quanto, avendo detta aggravante natura oggettiva, la stessa è valutabile a suo carico se da questi conosciuta o ignorata per colpa o ritenuta inesistente per errore determinato da colpa, non sussistendo – attesa l’ampia formulazione dell’art.59, comma secondo, cod. pen., introdotto dalla legge 7 febbraio 1990 n. 19 – logica incompatibilità tra l’imputazione a titolo di dolo della fattispecie criminosa base (nella specie, l’art. 8, d. Igs. n. 74 del 2000) e quella, a titolo di colpa, di un elemento accidentale come la circostanza in questione
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 17 giugno 2015, n. 25353 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 giugno 2015, n. 24967. Il commercialista che tiene sistematicamente la contabilità del contribuente accusato di dichiarazione infedele, risponde del reato a titolo concorsuale e, pur non avendo tratto alcun profitto dal reato, rischia il sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei suoi beni personali
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 16 giugno 2015, n. 24967 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FRANCO Amedeo – Presidente Dott. RAMACCI Luca – rel. Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – Consigliere Dott. MENGONI...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 10 giugno 2015, n. 24594. In caso di reiterazione dell’azione penale per lo stesso fatto, ascritto al medesimo soggetto, la nuova iniziativa del P.M. è carente di legittimazione anche in sede cautelare, con conseguente caducazione del sequestro adottato in violazione dell’art. 649 c.p.p. E’ legittimo il sequestro preventivo “per equivalente” di beni del legale rappresentante di persona giuridica ove, allo stato degli atti, il sequestro “diretto” del profitto del reato nelle casse della società non appaia possibile
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 10 giugno 2015, n. 24594 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. GRILLO Renato – rel. Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott. GENTILI...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 5 giugno 2015, n. 24242. Alla luce della normativa introdotta con d.l. 25-3-2013 n. 54 (c.d. decreto Balduzzi), conv. In l. 23-5-2013 n. 57, è necessario che si tratti di medicinali per terapie avanzate,a base di cellule staminali mesenchimali, lavorati secondo procedure idonee alla lavorazione e alla conservazione di cellule e tessuti, come già stabilito nel D.M. Turco-Fazio (norme di buona fabbricazione), secondo le procedure di qualità autorizzate dall’AIFA. Le infusioni somministrate con il cosiddetto “metodo Stamina” sono, da un lato, contra legem e, dall’altro, pericolose o comunque non sicure per la salute umana
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 5 giugno 2015, n. 24242 Ritenuto in fatto S.C. e B.T. , in proprio e in qualità di esercenti la potestà genitoriale sul figlio minore M. , ricorrono per cassazione avverso l’ordinanza del Tribunale del riesame di Torino, in data 22 ottobre 2014, che ha confermato il decreto...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 29 maggio 2015, n. 23052. La sentenza di fallimento deve precedere i reati di “money laundering” (c.d. riciclaggio). Annullata, senza rinvio, l’ordinanza di sequestro finalizzato a confisca emessa in relazione al reato di riciclaggio dei beni acquisiti dall’indagato impiegando i proventi di una presunta distrazione di denaro dalle casse di una società successivamente fallita. Escluso, anche sotto forma di fumus, la configurabilità del reato di cui all’art. 648 bis c.p. prima che il reato (presupposto) di bancarotta abbia trovato consumazione tramite la pronuncia della sentenza dichiarativa di fallimento.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 29 maggio 2015, n. 23052 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IANNELLI Enzo – Presidente Dott. PRESTIPINO Antonio – Consigliere Dott. RAGO Geppino – Consigliere Dott. ALMA Marco M – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 27 maggio 2015, n. 22127. Quando l’azienda in crisi chieda e ottenga l’ammissione al concordato preventivo non è possibile chiedere il sequestro per la confisca per equivalente in relazione ai debiti tributari a carico dell’impresa
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 27 maggio 2015, n. 22127 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TERESI Alfredo – Presidente Dott. ANDREAZZA Gastone – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo...