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Consiglio di Stato, adunanza plenaria, sentenza 20 novembre 2014, n. 32. La forza fidefacente del verbale sezionale, in quanto atto pubblico, non può essere validamente contrastata se non mediante l’esperimento della querela di falso, e pertanto nessun rilievo probatorio può riconoscersi alle dichiarazioni sostitutive dell’atto notorio. In tali casi, anche l’acquisizione officiosa degli atti del procedimento si rivelerebbe inutile, per l’evidente difetto di giurisdizione del giudice amministrativo a desumerne la fondatezza della doglianza. Per la peculiarità del contenzioso elettorale, quando si richieda l’accertamento giudiziale delle illegittimità eventualmente commesse dalla sezione elettorale nella attribuzione dei suffragi o nella valutazione di validità o invalidità dei voti espressi, non potrà mai compiersi attribuendo valore dirimente alla prova testimoniale, senza procedere alla acquisizione e verifica diretta del materiale in contestazione da parte del giudice. Ove, infatti, sia materialmente possibile l’accesso del giudice al fatto, ossia al documento che contiene la vera prova dell’errore, non è consentito al giudice pervenire ad un legittimo convincimento sulla base di una rappresentazione indiretta del fatto medesimo

CONSIGLIO DI STATO ADUNANZA PLENARIA SENTENZA 20 novembre 2014, n. 32   SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 26 di A.P. del 2014, proposto da: Ronga Ugo quale candidato Sindaco Comune di San Mango Piemonte, rappresentato e difeso dagli avv. Antonio Brancaccio, Alberto La Gloria, con domicilio eletto presso Antonio Brancaccio in Roma, via...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza n. 196 del 9 gennaio 2014. La necessità che la querela di falso sia confermata nella prima udienza, prevista dall’art. 99 disp. att. cpc sussiste soltanto nel caso di querela proposta in via principale. La suddetta conferma non è invece necessaria nel caso di querela proposta in via incidentale dinanzi al giudice di pace, e di successiva riassunzione del giudizio di falso dinanzi al Tribunale, ai sensi dell’art. 313 cpc

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA n. 196 del  9 gennaio 2014 ha pronunciato la seguente: sentenza sul ricorso 8353-2008 proposto da: M.B. (OMISSIS), domiciliato ex lege in ROMA, presso la CANCELLERIA DELLA CORTE DI CASSAZIONE, rappresentato e difeso dall’avvocato (OMISSIS) giusta delega in atti; – ricorrente – contro C.S. (OMISSIS), elettivamente domiciliata in...

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