La diffusione di informazioni che arrecano discredito e pregiudizio all’azienda dell’impresa concorrente rientra nel legittimo esercizio del diritto di critica e non costituisce atto di concorrenza sleale per denigrazione allorquando tali informazioni siano veritiere e non costituiscano l’occasione per formulare vere e proprie offese ed invettive nei confronti del concorrente Suprema Corte di Cassazione sezione...
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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 21 maggio 2015, n. 10465. In tema di responsabilità del datore di lavoro per violazione delle disposizioni dell’art. 2087 cod. civ., la parte che subisce l’inadempimento non deve dimostrare la colpa dell’altra parte – dato che, ai sensi dell’art. 1218 cod. civ., è il debitore-datore di lavoro che deve provare che l’impossibilità della prestazione o la non esatta esecuzione della stessa o comunque il pregiudizio che colpisce la controparte derivano da causa a lui non imputabile – ma è comunque soggetta all’onere di allegare e dimostrare l’esistenza del fatto materiale ed anche le regole di condotta che assume essere state violate, provando che l’asserito debitore ha posto in essere un comportamento contrario o alle clausole contrattuali che disciplinano il rapporto o a norme inderogabili di legge o alle regole generali di correttezza e buona fede o alle misure che, nell’esercizio dell’impresa, debbono essere adottate per tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 21 maggio 2015, n. 10465 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LAMORGESE Antonio – Presidente Dott. TRIA Lucia – Consigliere Dott. DORONZO Adriana – Consigliere Dott. LORITO Matilde – rel. Consigliere Dott. GHINOY Paola...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 17 febbraio 2015, n. 3118. Non costituisce contraffazione del marchio l'utilizzo di un logo simile ma ritenuto dai giudici distinguibile rispetto all'originale
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 17 febbraio 2015, n. 3118 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FORTE Fabrizio – Presidente Dott. DI AMATO Sergio – Consigliere Dott. BERNABAI Renato – Consigliere Dott. GIANCOLA Maria Cristina – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 2 febbraio 2015, n. 1861. Anche un marchio cosiddetto «debole», per esempio perché costituito da parole di uso comune, deve beneficiare di adeguata tutela nei confronti della contraffazione. Non solo, l'elevata diffusione pubblicitaria e commerciale possono trasformarlo in un marchio «forte».
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 2 febbraio 2015, n. 1861 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FORTE Fabrizio – Presidente Dott. DI AMATO Sergio – Consigliere Dott. BERNABAI Renato – Consigliere Dott. GIANCOLA Maria Cristina – Consigliere...