Corte di Cassazione, sezione prima civile, Ordinanza 8 gennaio 2019, n. 207. La massima estrapolata: L’onere di provare il danno subito dal trattamento abusivo del proprio dato personale, alla stregua dell’art. 15 dlgs n. 196/2003 e dell’art. 2050 cc, incombe, seppur in via preliminare rispetto alla prova da parte del danneggiante della mancanza di colpa,...
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Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 26 settembre 2017, n. 44390. Va annullata la condanna per la diffusione dei dati personali dei soggetti diffamati perché il reato di diffamazione aggravata assorbe quello meno grave del trattamento illecito dei dati.
Va annullata la condanna per la diffusione dei dati personali dei soggetti diffamati perché il reato di diffamazione aggravata assorbe quello meno grave del trattamento illecito dei dati. Sentenza 26 settembre 2017, n. 44390 Data udienza 5 maggio 2017 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta...
Corte di Cassazione, sezione I civile, sentenza 8 febbraio 2017, n. 3311
Il danno non patrimoniale risarcibile ai sensi dell’art. 15 del codice della privacy, pur determinato da una lesione del diritto fondamentale alla protezione dei dati personali tutelato dagli artt. 2 e 21 Cost. e dall’art. 8 della CEDU, non si sottrae alla verifica della “gravità della lesione” e della “serietà del danno” (quale perdita di...
Corte di Cassazione, sezione III penale, sentenza 6 dicembre 2016, n. 51897
Commette reato il legale rappresentante che non impedisce l’installazione di telecamere nel piazzale e nelle vicinanze della stazione di servizio, mettendo così in atto un controllo a distanza del lavoratore. Il divieto generale non è venuto meno in seguito all’approvazione del Dlgs 151 del 2015. L’uso è giustificato solo da un numero chiuso di casi:...
Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza 5 luglio 2016, n. 13663
L’immagine di una persona costituisce dato personale, rilevante ai sensi dell’art. 4, comma 1, lett. b), del d.lgs. n. 196 del 2003 (cd. codice della privacy), trattandosi di dato immediatamente idoneo a identificare una persona a prescindere dalla sua notorietà, sicché l’installazione di un impianto di videosorveglianza all’interno di un esercizio commerciale, allo scopo di...
Corte di Cassazione, sezione I civile, sentenza 24 maggio 2016, n. 10714
A causa della «maggiore invasività» per le telefonate promozionali preregistrate, prive cioè della presenza dell’operatore all’altro capo del filo, è sempre necessario aver acquisito precedentemente, e per quella specifica comunicazione, il consenso del ricevente Suprema Corte di Cassazione sezione I civile sentenza 24 maggio 2016, n. 10714 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO...
Corte di Cassazione, sezione I civile, sentenza 23 maggio 2016, n.10638.
In base al rinvio all’art. 2050 cod. civ., operato dall’art. 15 del codice della privacy, l’istituto che svolga un’attività di tipo finanziario o in generale creditizio risponde, quale titolare del trattamento di dati personali, dei danni conseguenti al fatto di non aver impedito a terzi di introdursi illecitamente nel sistema telematico del cliente mediante la...
Corte di Cassazione, sezione I civile, sentenza 16 maggio 2016, n. 9982.
In tema di trattamento dei dati personali c.d. comuni per finalità promozionali e commerciali mediante messaggi di testo (SMS) su utenze telefoniche mobili: a) la regola introdotta dall’art. 23. comma 3, del d.lgs. n. 196 del 2003, secondo cui il consenso al trattamento è validamente prestato, tra l’altro, se è documentato per iscritto, attiene non...
La violazione della disciplina della tutela della riservatezza con riferimento all’utilizzo dei dispositivi elettronici per la rilevazione di violazioni al codice della strada non spiega alcun effetto sulla contestazione dell’illecito di cui si dolga il conducente del veicolo, siccome non preavvertito della presenza del dispositivo di rilevazione e ciò in quanto l’informativa di cui all’art. 13 non è correlata funzionalmente alla prevenzione dell’infrazione al codice della strada, ma al rispetto di un obbligo di riservatezza. L’avviso in questione non è dunque diretto a orientare la condotta di guida del trasgressore, così da evitare che lo stesso incorra in una violazione delle norme che regolano la circolazione. Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 27 aprile 2016, n. 8415.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II SENTENZA 27 aprile 2016, n.8415 Ritenuto in fatto Con ricorso depositato in data il gennaio 2007, B.A.L. adiva il Giudice di pace di Bassano del Grappa impugnando due verbali di accertamento della polizia locale del Comune di Romano d’Ezzelino, con cui gli era stata contestata la marcia del veicolo...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 4 febbraio 2016, n. 2196. Sebbene sia consentito inviare informazioni commerciali nei confronti di chi non abbia esercitato il diritto di opposizione mediante iscrizione della propria numerazione nel registro pubblico delle opposizioni (cd. opt-out), non è consentito nelle telefonate senza operatore (cd. telefonate con contatto abbattuto o “mute”), né in quello in cui l’utenza chiamata non risulti inserita in uno degli elenchi cartacei o elettronici a disposizione del pubblico (telefonia mobile)
Supera Corte di Cassazione Sezione I Sentenza 4 febbraio 2016, n. 2196 SENTENZA sul ricorso 6411-2014 proposto da: REITEK S.P.A., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliata in ROMA, VIA CLEMENTE IX 10, presso l’avvocato LUCIA FELICIOTTI, rappresentata e difesa dagli avvocati ALESSANDRO GAETANI, GABRIELLA GAETANI, giusta procura a margine del ricorso;...