E’ configurabile il concorso di persone nel reato di omicidio nella forma del concorso morale quando il capo di un’organizzazione di stampo mafioso conferisca ai sodali il mandato generico per la soppressione di tutti i componenti di un clan rivale, o comunque di un gruppo di soggetti impegnati in attività criminose concorrenziali, poiché tale incarico...
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Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 24 luglio 2017, n. 36739
Affinchè si possa configurare il concorso morale nel reato occorre che vi sia prova di un comportamento esteriore qualificabile come contributo alla commissione del reato, nel senso che esso abbia fatto sorgere il proposito criminoso altrui o che lo abbia rafforzato, ovvero ancora che abbia agevolato l’azione illecita, materialmente posta in essere da altri Suprema...
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 27 gennaio 2017, n. 4123
In tema di resistenza a pubblico ufficiale, integra un unico reato, e non una pluralità di reati avvinti dalla continuazione, la violenza o la minaccia posta in essere nel medesimo contesto fattuale per opporsi al compimento di uno stesso atto di ufficio o di servizio, anche se nei confronti di più pubblici ufficiali od incaricati...
Corte di Cassazione, sezione I penale, sentenza 13 settembre 2016, n. 37995
La decisione del giudice dell’esecuzione in ordine all’eventuale applicazione della continuazione ex art. 671 c.p.p. (con la relativa rideterminazione delle pene comminate per i reati giudicati separatamente in maniera definitiva), se congruamente motivata, è insindacabile in sede di legittimità. Il provvedimento del giudice a quo che rigetti l’istanza di applicazione della continuazione deve ritenersi...
Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 27 luglio 2016, n. 32793
L’amministratore di diritto della società non può, per il solo fatto di aver accettato la carica sociale, ritenersi responsabile per la falsificazione del DURC realizzata dal delegato allo svolgimento delle attività sociali. Per evitare di cadere in ipotesi di responsabilità da posizione, occorre, infatti, valutare se l’amministratore abbia effettivamente dato un contributo, eventualmente anche in...
Corte di Cassazione, sezione I penale, sentenza 23 giugno 2016, n. 26340
Il meccanismo procedurale di cui all’articolo 663 c.p.p. (che prevede, per il caso di condanne emesse nei confronti della stessa persona da giudici diversi per reati diversi, la determinazione, ad opera del P.M., della pena da eseguirsi, in osservanza delle norme sul concorso di pene) non ha violato i principi fissati nei nn. 96 e...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 24 novembre 2015, n. 46501. In una catena di violenze sessuali perpetrate in continuazione tra loro, l’individuazione, da parte del giudice, dell’episodio da considerare più grave non è impugnabile, per difetto di interesse, se una diversa qualificazione non avrebbe comunque effetti sulla pena, in quanto fissata nel minimo. Mentre, a giustificare l’utilizzo delle dichiarazioni rilasciate dal teste al Pm all’interno del dibattimento è sufficiente che la minaccia sia soggettivamente percepita come tale, non richiedendosi una pericolosità oggettiva
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 24 novembre 2015, n. 46501 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio...