Corte di Cassazione, sezione seconda civile, ordinanza 21 maggio 2018, n.12504. Il diritto di prelazione e di riscatto, disciplinato dall’art. 732 c.c. ha come finalità quella di impedire l’ingresso dell’estraneo alla comunione ereditaria e, a tal fine, prevede che il coerede, che vuole alienare a un estraneo la sua quota o parte di essa, deve...
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Corte di Cassazione, sezione sesta civile, ordinanza 20 novembre 2017, n. 27417. Ogni coerede può agire anche per l’adempimento del credito ereditario pro quota
Ogni coerede può agire anche per l’adempimento del credito ereditario pro quota, e senza che la parte debitrice possa opporsi adducendo il mancato consenso degli altri coeredi, dovendo trovare risoluzione gli eventuali contrasti insorti tra gli stessi nell’ambito delle questioni da affrontare nell’eventuale giudizio di divisione. Ordinanza 20 novembre 2017, n. 27417 Data udienza 21...
Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza 30 maggio 2017, n. 13619
All’atto di scioglimento della comunione il possessore del cespite ereditario ha l’obbligo di rendere il conto in relazione ai frutti maturati prima della divisione, giacché il coerede che abbia goduto in via esclusiva dei beni ereditari è obbligato, per il fatto oggettivo della gestione, sia al rendiconto che a corrispondere i frutti agli altri eredi...
Corte di Cassazione, sezione VI civile, ordinanza 6 aprile 2017, n. 8980
L’accettazione tacita di eredità – pur potendo avvenire attraverso “negotiorum gestio”, cui segua la successiva ratifica del chiamato, o per mezzo del conferimento di una delega o dello svolgimento di attività procuratoria – può tuttavia desumersi soltanto da un comportamento del successibile e non di altri, sicché non ricorre ove solo l’altro chiamato all’eredità, in...
Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza 31 ottobre 2016, n. 22017
La denuncia di successione e il pagamento della relativa imposta, con riferimento al valore del patrimonio relitto dichiarato nella predetta denuncia, non comportano accettazione tacita dell’eredità, trattandosi di adempimenti fiscali che, in quanto diretti a evitare l’applicazione di sanzioni, hanno solo scopo conservativo e rientrano, quindi, tra gli atti che il chiamato a succedere può...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 24 novembre 2015, n. 23925. Se un erede aliena ad un estraneo la quota indivisa dell’unico cespite ereditario, si presume l’alienazione della sua corrispondente quota, intesa come porzione ideale dell’universum ius defuncti, e percio’ il coerede puo’ esercitare il retratto successorio (articolo 732 c.c.), salvo che il retrattato dimostri, in base ad elementi concreti della fattispecie ed instrinseci al contratto (volonta’ delle parti, scopo perseguito, consistenza del patrimonio ereditario e raffronto con l’entita’ dei beni venduti), con esclusione del comportamento del retraente, estraneo al contratto medesimo, che, invece, la vendita ha ad oggetto un bene a se’ stante
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 24 novembre 2015, n. 23925 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MAZZACANE Vincenzo – Presidente Dott. MIGLIUCCI Emilio – Consigliere Dott. LOMBARDO Luigi – Consigliere Dott. PICARONI Elisa – Consigliere Dott. ABETE Luigi...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 26 novembre 2015, n. 24151. Atteso il carattere personale e intrasmissibile del diritto di prelazione previsto dall’art. 732 cod. civ. nell’ambito della disciplina della divisione ereditaria, il soggetto che succede al coerede retraente può proseguire il giudizio già introdotto dal o nei confronti del retraente, ai sensi dell’art. 110 cod. proc. civ., al fine di accertare l’avvenuto riscatto. La ratio dell’istituto previsto dall’art. 732 cod. civ., e della limitazione alla libertà negoziale che da esso discende, risiede nell’esigenza di assicurare la persistenza e l’eventuale concentrazione della titolarità dei beni comuni in capo ai primi successori, facilitando la formazione delle porzioni ed impedendo che nei rapporti tra coeredi si inseriscano estranei, tali dovendosi ritenere quelli che non sono compartecipi della comunione ereditaria in qualità di eredi del de cuius
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 26 novembre 2015, n. 24151 Ritenuto in fatto 1. – È impugnata la sentenza della Corte d/appello di Trieste, depositata il 26 novembre 2010 e notificata il 13 dicembre 2010, che ha rigettato l’appello proposto da S.N. avverso la sentenza del Tribunale di Trieste e nei confronti di...