La erronea intitolazione del motivo di ricorso per cassazione
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La erronea intitolazione del motivo di ricorso per cassazione

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|15 marzo 2024| n. 6983.

La erronea intitolazione del motivo di ricorso per cassazione non osta alla riqualificazione della sua sussunzione in altre fattispecie di cui all'articolo 360, comma 1, Cpc, né determina l'inammissibilità del ricorso, se dall'articolazione del motivo sia chiaramente individuabile il tipo di vizio denunciato.

Esame contabile ed acquisizione da parte del consulente dei documenti necessari
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Esame contabile ed acquisizione da parte del consulente dei documenti necessari

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|15 marzo 2024| n. 7030.

In materia di esame contabile, ai sensi dell'articolo 198 del Cpc, il consulente nominato dal giudice, nei limiti delle indagini commessegli e nell'osservanza della disciplina del contraddittorio delle parti ivi prevista, può acquisire, pure prescindendo dall'attività di allegazione delle parti, tutti i documenti necessari al fine di rispondere ai quesiti sottopostigli, anche se diretti a provare i fatti principali posti dalle parti a fondamento della domanda e delle eccezioni. Ovviamente, come stabilito dall'articolo 198 del Cpc, tale attività presuppone che siano state sentite le parti e che le medesime abbiano prestato il consenso, necessario anche per fare menzione di tale documentazione nei processi verbali o nella relazione redatta. Comunque, l'eventuale nullità, derivante dall'impiego di tale documentazione senza il consenso delle parti, costituisce una nullità relativa, disciplinata dall'articolo 157, comma 2, del Cpc, perché si correla a un interesse primario ma disponibile della parte.

Responsabilità professionale e la prescrizione 
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Responsabilità professionale e la prescrizione 

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|14 marzo 2024| n. 6947.

In tema di risarcimento del danno per responsabilità professionale, la prescrizione decorre dalla effettiva verificazione del danno risarcibile, quale conseguenza riconducibile causalmente al comportamento del professionista evocato in giudizio.

Litisconsorzio e l’attore che non abbia compiutamente attivato o integrato il contraddittorio senza nulla eccepire 
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Litisconsorzio e l’attore che non abbia compiutamente attivato o integrato il contraddittorio senza nulla eccepire 

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|14 marzo 2024| n. 6815.

In tema di litisconsorzio, l'attore che non abbia compiutamente attivato o integrato il contraddittorio, senza nulla eccepire innanzi al giudice di primo grado, e che sia rimasto soccombente non è legittimato ad interporre appello contro la sentenza per denunciare il difetto di integrità del contraddittorio, in quanto l'unico vantaggio perseguito è quello di "guadagnarsi una replica del giudizio di primo grado" nella speranza che un nuovo giudizio si concluda con esito diverso da quello già celebrato, restando, invece, estranea l'esigenza di rimediare ad un vulnus recato al diritto di difesa ed al diritto al contraddittorio dalla mancata partecipazione al giudizio dei litisconsorti necessari pretermessi; tale interesse non è però meritevole di tutela, né trova copertura nell'articolo 100 c.p.c., e, anzi, la scelta processuale di trascurare nel giudizio di primo grado la questione dell'integrità del contraddittorio - salvo sollevarla dopo la sentenza secundum eventum litis - è idonea a tradursi in un'ipotesi di abuso del processo e di violazione del principio di ragionevole durata del processo.

Il contratto di ormeggio é sempre caratterizzato da una struttura minima essenziale
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Il contratto di ormeggio é sempre caratterizzato da una struttura minima essenziale

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|14 marzo 2024| n. 6839.

Il contratto di ormeggio, pur rientrando nella categoria dei contratti atipici, é sempre caratterizzato da una struttura minima essenziale, consistente nella semplice messa a disposizione ed utilizzazione delle strutture portuali con conseguente assegnazione di un delimitato e protetto spazio acqueo; il suo contenuto può, tuttavia, estendersi anche ad altre prestazioni, quali la custodia del natante o delle cose in esso contenute, nel qual caso compete a chi fonda un determinato diritto o la responsabilità dell'altro contraente, sullo specifico oggetto della convenzione, fornire, anche a mezzo presunzioni, la relativa prova.

Quando il contenuto del contratto non corrispondente alla comune e reale volontà delle parti
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Quando il contenuto del contratto non corrispondente alla comune e reale volontà delle parti

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|14 marzo 2024| n. 6908.

Il contenuto del contratto non corrispondente alla comune e reale volontà delle parti, per la sua erronea formulazione, redazione o trascrizione, non integra la fattispecie dell'errore ostativo, ma quella del mero errore materiale per cui, non trovando applicazione la normativa per l'annullamento del contratto, il giudice deve desumere la effettiva volontà delle parti sulla scorta delle trattative e di tutto il materiale probatorio acquisito.

L’opposizione esecutiva successiva all’inizio dell’esecuzione va sempre proposta con ricorso al giudice dell’esecuzione
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L’opposizione esecutiva successiva all’inizio dell’esecuzione va sempre proposta con ricorso al giudice dell’esecuzione

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|14 marzo 2024| n. 6892.

L'opposizione esecutiva successiva all'inizio dell'esecuzione va sempre proposta con ricorso al giudice dell'esecuzione e deve svolgersi nel rispetto del principio inderogabile di necessaria bifasicità, conseguendo alla mancata osservanza di tale modello legale la nullità dell'atto introduttivo e, in difetto di sanatoria, l'improponibilità della domanda di merito.

Proposizione di due successivi appelli avverso al medesima sentenza
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Proposizione di due successivi appelli avverso al medesima sentenza

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|13 marzo 2024| n. 6740.

Nell'ipotesi in cui la stessa parte abbia proposto, avverso la medesima sentenza, due successivi appelli, il primo dei quali inammissibile, senza tuttavia che, alla data di proposizione del secondo, l'inammissibilità sia stata dichiarata e senza che si sia verificata, quindi, la consumazione del potere d'impugnazione, il termine per la proposizione della seconda impugnazione è quello breve decorrente dalla notificazione della prima impugnazione, atteso che essa al fine della conoscenza legale deve ritenersi equipollente alla notificazione della sentenza.

La domanda di restituzione di pagamenti (diversi dall’oblazione) per la sanatoria di un immobile abusivo
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La domanda di restituzione di pagamenti (diversi dall’oblazione) per la sanatoria di un immobile abusivo

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|13 marzo 2024| n. 6737.

La domanda di restituzione di pagamenti (diversi dall'oblazione) per la sanatoria di un immobile abusivo non va proposta nei confronti dell'Erario, che è individuato dall'art. 34 della l. n. 47 del 1985 quale destinatario della sola oblazione, bensì - avuto riguardo alla legittimazione passiva dell'accipiens ex art. 2033 c.c. - del soggetto che ha indebitamente percepito dette somme.

Surrogazione dell’assicurazione sociale nei diritti del danneggiato da circolazione stradale
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Surrogazione dell’assicurazione sociale nei diritti del danneggiato da circolazione stradale

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|13 marzo 2024| n. 6716.

In tema di surrogazione dell'assicurazione sociale nei diritti del danneggiato da circolazione stradale, il pagamento eseguito dalla compagnia di assicurazione in favore degli aventi diritto, senza il rispetto delle formalità di cui all'art. 142 del d.lgs. n. 209 del 2005, non è idoneo a liberare la medesima nei confronti dell'Inail, non potendo trovare applicazione, in tale ipotesi e in ragione della colpa del solvens, la regola dell'art. 1189 c.c. sul pagamento al creditore apparente.