La pronuncia esplicita o implicita di assorbimento si risolve in un vizio di omessa pronuncia
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La pronuncia esplicita o implicita di assorbimento si risolve in un vizio di omessa pronuncia

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|13 marzo 2024| n. 6668.

La pronuncia esplicita o implicita di assorbimento si risolve in un vizio di omessa pronuncia solo ove sia stato operato da parte del giudice un illogico assorbimento di un motivo di appello attinente ad una domanda, o ad un’eccezione, senza fornirne alcuna motivazione, che risulta invece decisivo per la soluzione della controversia

La prova mediante documenti delle condizioni dell’azione
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La prova mediante documenti delle condizioni dell’azione

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|13 marzo 2024| n. 6660.

La prova mediante documenti delle condizioni dell’azione, nonostante queste, in caso di controversia sulle relative circostanze, siano verificabili fino al momento della decisione, da non limitarsi restrittivamente a quella di primo grado, è soggetta alle regole preclusive proprie di ciascun grado di giudizio; di conseguenza, essendo inammissibile, ex articolo 372 cod. proc. civ., nella sede di legittimità, qualsiasi attività istruttoria, sia pure documentale, sono irricevibili i documenti volti a provare la condizione dell’azione esercitata

Onere di precisare entro quali limiti sia stata lesa la quota di riserva da parte del legittimario
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Onere di precisare entro quali limiti sia stata lesa la quota di riserva da parte del legittimario

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|8 marzo 2024| n. 6377.

Nel caso di esercizio dell'azione di riduzione, il legittimario ha l'onere di precisare entro quali limiti sia stata lesa la sua quota di riserva, indicando gli elementi patrimoniali che contribuiscono a determinare il valore della massa ereditaria nonché, di conseguenza, quello della quota di legittima violata, senza che sia necessaria al riguardo l'indicazione in termini numerici del valore dei beni interessati dalla riunione fittizia e della conseguente lesione, e, a tal fine, può allegare e provare, anche ricorrendo a presunzioni semplici, purché gravi precise e concordanti, tutti gli elementi occorrenti per stabilire se, ed in quale misura, sia avvenuta la lesione della riserva.

La prova del danno da demansionamento
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La prova del danno da demansionamento

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|8 marzo 2024| n. 6275.

La prova del danno da demansionamento può essere data, ai sensi dell'art. 2729 c.c., anche attraverso l'allegazione di presunzioni gravi, precise e concordanti, sicché a tal fine possono essere valutati, quali elementi presuntivi, la qualità e quantità dell'attività lavorativa svolta, il tipo e la natura della professionalità coinvolta, la durata del demansionamento, la diversa e nuova collocazione lavorativa assunta dopo la prospettata qualificazione.

Buoni fruttiferi cointestati recanti la clausola “pari facoltà di rimborso”
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Buoni fruttiferi cointestati recanti la clausola “pari facoltà di rimborso”

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|8 marzo 2024| n. 6379.

In materia di buoni postali fruttiferi cointestati recanti la clausola “pari facoltà di rimborso”, in caso di morte di uno dei cointestatari, ciascun cointestatario superstite è legittimato a ottenere il rimborso dell'intera somma portata dal documento, non trovando applicazione l'articolo 187, comma 1, del Dpr 1° giugno 1989, n. 256 del 1989 che, in tema di libretti di risparmio, impone la necessaria quietanza di tutti gli aventi diritto, atteso che i buoni fruttiferi circolano “a vista” e tale diversa natura impedisce l'applicazione analogica della citata disciplina.

Azione di responsabilità degli amministratori nei confronti di una pluralità di soggetti
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Azione di responsabilità degli amministratori nei confronti di una pluralità di soggetti

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|12 marzo 2024| n. 6589.

In tema di responsabilità degli amministratori di società, ove la relativa azione venga proposta nei confronti di una pluralità di soggetti, in ragione della comune partecipazione degli stessi, anche in via di mero fatto, alla gestione amministrativa e contabile, tra i convenuti non si determina una situazione di litisconsorzio necessario, attesa la natura solidale della obbligazione dedotta in giudizio che, dando luogo ad una pluralità di rapporti distinti, anche se collegati tra loro, esclude l’inscindibilità delle posizioni processuali, consentendo quindi di agire separatamente nei confronti di ciascuno degli amministratori.

Fideiussione del credito vantato da una banca nei confronti del proprio correntista
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Fideiussione del credito vantato da una banca nei confronti del proprio correntista

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|12 marzo 2024| n. 6532.

Nel caso di fideiussione prestata a garanzia del credito vantato da una banca nei confronti del proprio correntista, il versamento da parte del cofideiussore della somma dovuta sul conto corrente del debitore principale, ove l'imputazione del pagamento consenta di riferirlo all'obbligazione fideiussoria e risulti l'inesistenza di altri debiti tra garante e garantito, ha efficacia estintiva del debito, e fa sorgere il diritto di regresso ex art. 1954 c.c. nei confronti degli altri cofideiussori, il cui fatto costitutivo è rappresentato dall'estinzione del debito principale per effetto del depauperamento del patrimonio del solvens oltre la propria quota, considerata la ratio della norma di impedire il corrispondente indebito arricchimento dei condebitori.

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Iscrizione nel ruolo generale civile di un atto di appello diverso da quello che si sarebbe dovuto iscrivere

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|12 marzo 2024| n. 6450.

L’iscrizione nel ruolo generale civile di un atto di appello diverso da quello che si sarebbe dovuto iscrivere, pur non determinando l’improcedibilità dell’impugnazione, dà luogo ad una nullità non sanabile, risultando tale atto radicalmente inidoneo al raggiungimento dello scopo, con l’ulteriore conseguenza che, a tutela del diritto di difesa della controparte, alcuna efficacia sanante può accordarsi alla successiva “sostituzione” dell’atto introduttivo originario con una versione emendata dello stesso

Rito del lavoro e la riformulazione dei capitoli di prova testimoniale
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Rito del lavoro e la riformulazione dei capitoli di prova testimoniale

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|12 marzo 2024| n. 6470.

Nel rito del lavoro, la riformulazione dei capitoli di prova testimoniale, attività funzionale ad emendare un'irregolarità che non consente l'ammissione delle istanze istruttorie, è possibile, previa assegnazione del termine perentorio di cinque giorni anteriore all'udienza di discussione ex art. 420, comma 6, c.p.c., la cui inosservanza comporta la decadenza dalla richiesta prova testimoniale.

Richiesta di autorizzazione da parte del terzo in caso di nuovo ulteriore credito al debitore
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Richiesta di autorizzazione da parte del terzo in caso di nuovo ulteriore credito al debitore

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|13 marzo 2024| n. 6685

Il fideiussore, il quale intenda far valere l'esclusione della propria responsabilità, ai sensi dell'articolo 1956 del codice civile, deve provare la sussistenza delle condizioni ivi indicate, cioè, deve dimostrare che, successivamente alla prestazione della fideiussione per obbligazioni future, il creditore abbia fatto credito al terzo, senza la sua autorizzazione, pur essendo consapevole dell'intervenuto peggioramento delle sue condizioni economiche; l'onere di richiedere quell'autorizzazione non sussista se la conoscenza delle difficoltà economiche in cui versa il debitore principale è comune o può presumersi tale.