SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 24 marzo 2016, n. 5889 Ritenuto in fatto La Cassa di risparmio di Bologna (d’ora in poi CARISBO) convenne in giudizio, davanti al Tribunale di Bologna, i coniugi M.M. e P.M.F. per sentirli condannare al pagamento della somma di Euro 2.500.003,50, oltre accessori, e per vedersi accogliere la...
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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza del 15 febbraio 2016, n. 2902. Il socio che abbia prestato fideiussione per ogni obbligazione futura di una società a responsabilità limitata, esonerando l’istituto bancario creditore dall’osservanza dell’onere impostogli dall’art. 1956 c.c., non può invocare, per ottenere la propria liberazione nonostante la sottoscritta clausola di esonero, la violazione dei principi di correttezza e buona fede da parte del creditore per avere quest’ultimo concesso ulteriore credito alla società benché avvertito dallo stesso fideiussore della sopravvenuta inaffidabilità di quest’ultima a causa della condotta dell’amministratore. In tale situazione, infatti, per un verso, non è ipotizzabile alcun obbligo del creditore di informarsi a sua volta e di rendere edotto il fideiussore, già pienamente informato, delle peggiorate condizioni economiche del debitore e, per altro verso, la qualità di socio del fideiussore consente a quest’ultimo di attivarsi per impedire che continui la negativa gestione della società (mediante la revoca dell’amministratore) o per non aggravare ulteriormente i rischi assunti (mediante l’anticipata revoca della fideiussione).
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 15 febbraio 2016, n. 2902 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. NAPPI Aniello – Consigliere Dott. DIDONE Antonio – rel. Consigliere Dott. DI VIRGILIO M. Rosa – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza del 2 febbraio 2016, n. 1964. Il termine annuale di decadenza per la proposizione della azione di disconoscimento della paternità decorre dalla conoscenza, da parte del marito, della relazione adulterina idonea al concepimento (Nella specie, contratto il matrimonio il 4 novembre, il figlio era nato il successivo 8 marzo, mentre l’azione di disconoscimento era stata proposta unicamente dopo 10 anni di matrimonio. )
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 2 febbraio 2016, n. 1964 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FORTE Fabrizio – Presidente Dott. DIDONE Antonio – Consigliere Dott. DE CHIARA Carlo – Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – Consigliere Dott. ACIERNO...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza del 2 febbraio 2016, n. 1989. In caso di violazione delle norme sulle distanze nelle costruzioni previste dal codice civile e dalle norme integrative dello stesso quali i regolamenti edilizi comunali, al proprietario confinante che lamenti tale violazione compete sia la tutela in forma specifica, finalizzata al ripristino della situazione antecedente al verificarsi dell’illecito, sia quella risarcitoria, e il danno che egli subisce (danno conseguenza e non danno evento) essendo l’effetto, certo e indiscutibile, della abusiva imposizione di una servitù nel proprio fondo e, quindi, della limitazione del relativo godimento, che si traduce in una diminuzione temporanea del valore della proprietà medesima, deve ritenersi in re ipsa, senza necessità di una specifica attività probatoria
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 2 febbraio 2016, n. 1989 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MAZZACANE Vincenzo – Presidente Dott. NUZZO Laurenza – Consigliere Dott. MIGLIUCCI Emilio – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – rel. Consigliere Dott. GIUSTI...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza del 2 febbraio 2016, n. 1990. In tema di condominio negli edifici e con riferimento ai rapporti tra la generalità dei condomini, i balconi aggettanti, costituendo un prolungamento della corrispondente unità immobiliare, appartengono in via esclusiva al proprietario di questa; soltanto i rivestimenti e gli elementi decorativi della parte frontale e di quella inferiore si debbono considerare beni comuni a tutti, quando si inseriscono nel prospetto dell’edificio e contribuiscono a renderlo esteticamente gradevole L’amministratore è pienamente legittimato ad agire contro il costruttore per richiedere il risarcimento dei danni subiti dai condomini per la presenza di gravi difetti nei balconi, indipendentemente dal fatto che i vizi riguardino le parti ritenute comuni in ragione dalla funzione estetica o le parti di proprietà esclusiva
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 2 febbraio 2016, n. 1990 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BUCCIANTE Ettore – Presidente Dott. MIGLIUCCI Emilio – Consigliere Dott. MATERA Lina – Consigliere Dott. D’ASCOLA Pasquale – Consigliere Dott. SCALISI Antonino...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza n. 3259 del 19 febbraio 2016. In materia di danno ambientale, la condotta antigiuridica consiste nel mantenimento dell’ambiente nelle condizioni di danneggiamento, sicché il termine prescrizionale dell’azione di risarcimento inizia a decorrere solo dal momento in cui tali condizioni siano state volontariamente eliminate dal danneggiante ovvero la condotta sia stata resa impossibile dalla perdita incolpevole della disponibilità del bene da parte di quest’ultimo
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 19 febbraio 2016, n. 3259 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SPIRITO Angelo – Presidente Dott. SESTINI Danilo – Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. SCRIMA Antonietta – Consigliere Dott. VINCENTI Enzo...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 16 marzo 2016, n. 1057. Il principio di pubblicità delle sedute di gara è posto a fondamento della trasparenza dell’azione amministrativa e la mancata osservanza compromette in radice tutti i successivi atti posti in essere dalla stazione appaltante
Consiglio di Stato sezione V sentenza 16 marzo 2016, n. 1057 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale Sezione Quinta ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 6921 del 2013, proposto da: Po. S.a.s. di So. Ce. Gi. & C., in persona del legale...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 16 marzo 2016, n. 1058. Va riconosciuta legittimazione attiva in capo alle amministrazioni comunali in materia ambientale, quante volte la realizzazione di un’opera sul territorio di un comune limitrofo possa potenzialmente comportare un pregiudizio; è a tal fine sufficiente una prospettazione delle temute ripercussioni su un territorio comunale collocato nelle immediate vicinanze dell’opera da realizzare
Consiglio di Stato sezione V sentenza 16 marzo 2016, n. 1058 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale Sezione Quinta ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 6422 del 2015, proposto da: Comune di (omissis), in persona del Sindaco in carica, rappresentato e difeso...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 16 marzo 2016, n. 1059. Se le operazioni elettorali sono state viziate da gravi irregolarità devono essere annullate tutte le operazioni elettorali, e non si può utilizzare la cd. “prova di resistenza”. La sentenza ha motivato che nel caso di specie era stata accertata la presenza di schede intestate al Comune che aveva indetto le elezioni, ma che riportavano all’interno i contrassegni di altri Comuni, e di ciò non vi era traccia nel verbale delle Sezioni elettorali
Consiglio di Stato sezione V sentenza 16 marzo 2016, n. 1059 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale Sezione Quinta ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 4248 del 2015, proposto da: Ro. Ca., rappresentata e difesa dall’avvocato Pa. Ma., con domicilio eletto presso...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 16 marzo 2016, n. 1063. La presentazione dell’istanza per conseguire la v.i.a. (fase necessaria per avviare la bonifica del sito e l’ampliamento della discarica) da parte di una società rientrante nel genus delle imprese pubbliche che gestiscono servizi d’interesse generale, s’iscrive nel rapporto dialogico-collaborativo (recte di leale collaborazione secondo la dizione di matrice costituzionale) che informa il modulo c.d. pluristrutturale, riconducibile al principio di buon andamento dell’azione amministrativa (cfr. Cons. St., sez. V, 9 luglio 2012 n. 3996), prima ancora che (essere confinato) al coordinamento delle funzioni amministrative fra enti territoriali autonomi di cui agli artt. 118 e 120 cost. A questa stregua, l’omessa presentazione dello studio di impatto ambientale, espressamente richiesto dall’art. 22 d.lgs. n. 152/2006, evidenza un’ingiustificata carenza progettuale, atteso che rientra nella missione (pubblicistica) assunta dalla società quella di acquisire, a monte della fattibilità dell’ intervento, tutti gli elementi di natura tecnica in grado di corroborare preventivamente la conformità ambientale della bonifica e dell’ampliamento della discarica. Di converso, è nell’interesse della Regione definire sollecitamente il procedimento in esame riconoscendo alla società il ruolo pubblico concretamente rivestito nella realizzazione dell’intervento e nel promuovere il procedimento strumentale alla corretta gestione del servizio pubblico di smaltimento rifiuti, da definirsi sotto l’egida della leale collaborazione fra amministrazioni lato sensu intese
Consiglio di Stato sezione V sentenza 16 marzo 2016, n. 1063 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale Sezione Quinta ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 8760 del 2015, proposto da: Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia, in nome del presidente pro-tempore, rappresentata...